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Cassino, decine di lumini lungo le vie del commercio che sembra morto

La protesta, messa in atto da decine di negozianti del centro, è finalizzata a far comprendere all'Amministrazione Salera, il danno che starebbero provocando i parcheggi a pagamento. Ma non tutti hanno aderito

Una protesta unanime che ha visto coinvolti quasi tutti i commercianti di corso della Repubblica, viale Dante e via Enrico De Nicola a Cassino, nel sud della provincia di Frosinone. Decine di lumini posizionati negli stalli vuoti dei parcheggi a pagamento ed altrettanti cartelli con sopra vergato 'vendesi attività commerciale, ampio parcheggio' affissi sulle vetrine. Un modo simbolico, quello dei negozianti di Cassino, per dire basta ad una crisi che oramai da settimane attanaglia la città.

Lo sfogo

"Il servizio delle strisce blu per 15 anni ha portato solo benessere e disciplina, oggi con l'avvenuto di una nuova tecnologia, siamo costretti a dire che se non si correrà ai ripari saremo costretti ad abbassare le saracinesche - spiega Andrea Rasi Mazzetti, titolare di un bar -. I cittadini sono impoveriti da una crisi che tocca centinaia di famiglie e non tutti possono permettersi di pagare un abbonamento o 1,20 per un'ora di sosta. Per non parlare della difficoltà con cui sono costretti a fare il tagliandino. Quello che sta accadendo lo vedete oramai da settimane, è sotto gli occhi di tutti. In città non c'è più vita, passeggio, presenza di clienti nei negozi".

Cassino, protesta commercianti

La lettera al sindaco

E proprio nella giornata di ieri a prendere una posizione in merito era stato anche il consigliere comunale e capogruppo dell'opposizione Mario Abbruzzese che in una lettera inviata al sindaco di Cassino, Enzo Salera, sollecitava un immediato intervento per porre fine ad una simile situazione. 

Lo sfogo della disabile

La voce fuori dal coro

"La mia attività non è in vendita. Cosi, giusto per chiarire, non lo è nemmeno per scherzo, ne’ tantomeno per protesta. Questa città da mesi è in preda ad una gestione, a mio avviso, assolutamente improponibile ma la mia attività non è comunque in vendita - chiarisce Federica Comparone. Le cose non vanno benissimo, abbiamo delle difficoltà e si sa! In città si respira un clima di tensione, di nervosismo e di insoddisfazione. Il commercio, poi, non è più quello di una volta e sicuramente la "mala gestione" amministrativa non aiuta! Su questo non ho dubbi, ma resta sempre il fatto che la mia attività non è in vendita. Io non posso e non voglio avere la presunzione di risolvere i problemi di una città, non ne ho le competenze! Però combatto quotidianamente per vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e per offrire ai miei clienti sempre il meglie" 

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