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Coronavirus: Coldiretti Frosinone "a Pasqua l’agnello salva 60 mila pastori"

Questo il messaggio in occasione della Giornata mondiale della pastorizia con l’avvio della campagna social #iostocoipastori per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FrosinoneToday

Rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola la carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità, ma aiuta anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus. E’ quanto afferma Coldiretti Frosinone in occasione della Giornata mondiale della pastorizia con l’avvio della campagna social #iostocoipastori per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione.

In occasione di questa festività – sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti Frosinone Vinicio Savone - si acquista infatti gran parte della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. La carne di agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana, come dimostrano i piatti della transumanza tramandati da secoli, primo fra tutti l’abbacchio alla scottadito del Lazio. Sostenere con i propri acquisti la produzione Made in Italy significa – continua il presidente Savone – aiutare il proprio territorio e contrastare l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio.

In una situazione in cui la maggioranza dell’offerta viene dall’estero, soprattutto da Romania e Grecia che non assicurano gli stessi standard qualitativi, per portare in tavola qualità al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile.

La pastorizia – continua Coldiretti – garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e si prende cura di 6,2 milioni di pecore da nord a sud della Penisola , anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019. “Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali”, ha affermato il direttore provinciale di Coldiretti Frosinone Carlo Picchi nel sottolineare che “quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate spesso da intere generazioni a combattere lo spopolamento e il degrado”.

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