Sanità, gli ambulatori Asl di viale Mazzini sono KO
Francesco Notarcola (Coordinatore di Cittadinanzattiva-Tribunale per la difesa dei diritti del malato) stila la lunga lista di problemi riscontrati nei locali dell'ex Umberto I. "Il caso regna sovrano"
Un lungo elenco di problemi e disservizi quello stilato da Francesco Notarcola, Coordinatore di Cittadinanzattiva-Tribunale per la difesa dei diritti del malato, che punta i fari sulla struttura di viale Mazzini.
"Il caos regna sovrano - scrive in una nota - nei 21 ambulatori della Asl, ubicati nei locali dell’ex ospedale “Umberto I°” di Frosinone".
Le carenze riscontrate toccano un po' tutti gli ambiti, dalla carenza di personale, all'assenza dei macchinari, passando per l'inesistente manutenzione dell'edificio.
"La carenza di direzione è macroscopica e non solo perché manca la caposala dal mese di gennaio. Le tapparelle delle finestre sono rotte e tenute ferme da manici di scopa, altre non si possono aprire perché bloccate, altre ancora sono aperte e tenute ferme dalle cinghie legate ai radiatori dei termosifoni. I condizionatori d’aria che non funzionano. Qualcuno è in corto circuito ed altri non si accendono.
Alcuni strumenti d’indagine medica, come l’elettrocardiografo e l’ecocardiografo dell’ambulatorio di cardiologia, marcano oltre un decennio di vita e continuamente occorre chiamare i manutentori senza risolvere il problemo in maniera definitiva.
I servizi igienici, si fa per dire, sono in uno stato pietoso. Uno è inaccessibile perché guasto e un altro è chiuso. Nell’ambulatorio del medico sportivo e del fisiatra, stanza n.2, l’impianto idraulico del bagno è rotto e l’acqua è raccolta con i teli verdi, che com’è noto, dovrebbero servire ad altro. Nell’ambulatorio di urologia e di ginecologia c’è una puzza, che toglie il respiro, emanata dalla plastica del pavimento.
Nell’ambulatorio di diabetologia, stanza n.1, l’impianto idraulico è fuori uso e ci si serve del secchio per lavarsi e per pulire il bagno mentre il condizionatore è in corto circuito. Il locale dove prestano servizio le infermiere, addette all’ambulatorio, non è ne adeguato e ne arredato alla bisogna.
Questa drammatica condizione di lavoro e di caos organizzativo sanitario, che data da almeno un anno, mette a rischio la salute dei pazienti e dello stesso personale sanitario addetto. L’allarme dato dai medici, in ripetute lettere inviate alla direzione del distretto B non è stato preso in nessuna considerazione. D’estate, essi sottolineano, gli ambulatori diventano forni rematori e il caldo oltre alle persone può danneggiare anche gli strumenti di lavoro. Malcontento e ribellione caratterizzano lo stato d’animo del personale, molto sfiduciato.
In questo nostro Paese, cosiddetto civile, dove esistono anche i NAS e la Magistratura si può sperare che qualcuno intervenga? Il sindaco e i consiglieri del Capoluogo così come tutti i sindaci del distretto B brillano per il loro silenzio e la loro indifferenza. Il Presidente della provincia ed i consiglieri provinciali, recentemente eletti, esistono ancora?
Però il Presidente del Consiglio Regionale può continuare ad affermare che in questo nostro territorio, continuamente martoriato ed offeso, la sanità è cresciuta e migliorata".