rotate-mobile
Attualità

Accorpamento Ares 118, pollice verso dall'Ordine degli infermieri

Il presidente Gennaro Scialò ha spiegato in conferenza stampa le motivazioni della bocciatura: "Si potrebbe pensare di individuare Frosinone come sede della centrale"

L'Ordine delle professioni infermieristiche scende in campo per dire la sua sul paventato accorpamento delle centrali operative Ares 118. Lo fa con tanto di relazione alla mano elaborata da un tavolo tecnico di lavoro istituito ad hoc. Il report, che verrà inviato a politici ed istituzioni, è stato illustrato questa mattina in conferenza stampa nella nuova sede dell'Ordine in via Tommaso Landolfi. 

Conferenza stampa Opi Frosinone

La bocciatura

La decisione di delocalizzare la centrale operativa ciociara unendola a quella pontina è stata bocciata in pieno. Il perché è da ravvisare in una serie di motivi di ordine strutturale, infrastrutturale legata ai territori serviti ma anche sotto il punto di vista professionale. Quest'ultimo, in particolar modo, legato ad un elenco di fattori che non possono e non devono essere sottovalutati.

La professionalità

Si parla infatti delle componenti chiave per il successo dell'intervento e del ruolo precipuo ricoperto dagli operatori che, si badi bene, non hanno solo il compito di rispondere alla chiamata d'urgenza ma, tra le altre cose, hanno la responsabilità di valutare la criticità della situazione ed il grado di complessità, di individuare ed allertare la struttura più idonea all'accoglimento del paziente. Insomma, un know how che supera i calcoli algoritmici e che può essere acquisito e maturato, potremmo dire anche coltivato, solo attraverso l'esperienza diretta sul territorio.

Le barriere linguistiche

Durante la conferenza che ha registrato la presenza del presidente dell'Opi, Gennaro Scialò, della vice presidente Loreana Macale, del presidente del Coordinamento provinciale infermieri volontari in emergenza sanitaria, Gaetano Frisoni, di Riccardo Bevilacqua, segretario dell'Opi frusinate, e Paolo Masi, tesoriere dell'Ordine e coordinatore della centrale operativa 118 di Frosinone, ci si è soffermati su un ulteriore aspetto emerso dagli studi effettuati e che merita la giusta riflessione: le barriere linguistiche. Un problema significativo riscontrato durante le interviste telefoniche quando i richiedenti soccorso sono persone che vivono in zone rurali e differenti del paese. Il dialetto a volte risulta difficile da capire se non conosciuto dall'infermiere che gestisce la telefonata. 

Differenze e fattori di rischio

In aggiunta a ciò, oltre alle indiscutibili differenze orografiche, (Frosinone comprende 91 comuni la maggior parte dei quali dislocati su zone collinari a fronte dei 33 comuni pontini collocati in pianura) non si può non tener conto dei fattori di rischio a cui è soggetta la provincia di Frosinone quali terremoti, frane, smottamenti, alluvioni, in proporzione decisamente maggiore rispetto a Latina che si trova a fronteggiare un surplus di emergenze spesso legate al turismo. 

Accorpamento su Frosinone

"Non facciamo un discorso di tipo politico-campaniistico - conclude Scialò - secondo noi l'accorpamento su Latina sarebbe un danno tangibile alla salute dei cittadini della provincia di Frosinone e sarebbe un ulteriore smacco alla professionalità dei nostri operatori e infermieri di consolle. Ma questa è l'ultima delle nostre preoccupazioni. Nel nostro documento tecnico abbiamo richiesto, se fosse possibile, un percorso di mantenimento delle due centrali operative, sia Frosinone che a Latina. Capiamo che questo sia un percorso estremamente complesso dal punto di vista giuridico e legislativo. Se proprio deve esserci un accorpamento abbiamo dimostrato che la soluzione di mantenerla a Frosinone è la miglior soluzione". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Accorpamento Ares 118, pollice verso dall'Ordine degli infermieri

FrosinoneToday è in caricamento