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Rifiuti, Fiordalisio ed Ottaviani pronti a dare battaglia al nuovo impianto nella zona industriale

La decisione della regione di accelerare i tempi ha scatenato le reazioni dei due primi cittadini che invocano l’intervento dei rappresentanti ciociari alla Pisana e del Presidente Pompeo

Si apre la Fase 2 del Coronavirus ma i problemi sulla gestione degli impianti dei rifiuti nella provincia di Frosinone restano sempre gli stessi. Nelle ore scorse due primi cittadini ciociari hanno tuonato contro la decisione della Regione Lazio per accelerare le procedure per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti con una capacità pari a circa 350.000 tonnellate di lavorazione all’anno ai confini tra il Comune di Patrica ed il Capoluogo e vicino alla discarica Le Lame (foto in alto)

Fiordalisio pronto a dare battaglia  

 “Per la prima volta la Regione Lazio ha deciso di cambiare la procedura autorizzativa, scegliendo un’impostazione più snella e sbrigativa e questo la dice lunga sulla sensibilità e l’attenzione chiesta a gran voce in questi anni dal Sottoscritto. È paradossale – spiega sui social il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio -  quanto la burocrazia sia imposta verso i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni, mentre sugli impianti di rifiuti si procede alla velocità della luce, nonostante il Coronavirus. Ma quello che impressiona, sono le caratteristiche di rifiuti che questo impianto potrà accogliere: rifiuti che provocano lesione agli occhi, tossicità, rifiuti che causano il cancro e quindi cancerogeni, corrosivi e poi acidi, scorie, ceneri, solventi e fanghi provenienti da discariche.

Un bel biglietto da visita per la Tav

Lasciatemi ironizzare che sarà un bel biglietto da visita per la futura Alta Velocità TAV, opera che nascerà a pochi passi da questo impianto. L’auspicio di un repentino cambio di vocazione del territorio, dopo i trionfalismi dei giorni passati, può ritenersi fallito perché questa nostra zona è sempre più destinata a divenire il distretto dei rifiuti. La politica non può restare inerme, Patrica ha chiaramente preso le distanze dal Presidente della Regione Zingaretti, sostenuto nel passato dal Sottoscritto, considerato fino a quando siamo serviti alla sua causa personale; Lo stesso Zingaretti che poi è scomparso, preso dalle sue prospettive nazionali.

La nostra Amministrazione Comunale ha deliberato in Consiglio Comunale la dichiarazione di “Area ad elevato rischio di crisi ambientale” a seguito della Legge Regionale 134/2009 promossa dai Consiglieri Buschini e Battisti, legge che a detta loro, avrebbe dovuto impedire l’invasione degli impianti e avviare il piano di risanamento e l’indagine epidemiologica. A loro ancora mi appello, come rappresentanti regionali della nostra Provincia per far contare il loro peso e difendere non solo il Paese di Patrica ma l’intero territorio. Mi appello poi al Presidente della Provincia Antonio Pompeo, anche lui tempo fa promise sostegno alla causa, mi aspetto sostegno dai Comuni limitrofi perché ad oggi l’unico Comune che ha espresso parere negativo è Ceccano con una nota ad agosto 2019. Siamo un Paese piccolo ma che ha già dimostrato come sulle tematiche ambientali è stato in grado, da solo, di ottenere risultati e riscontri. Sappiamo vincere e sappiamo anche perdere, in ogni caso chi si laverà le mani da questa battaglia sarà sottoposto al giudizio dei cittadini che per fortuna, hanno la memoria lunga e sapranno ricordare al momento opportuno”.

Anche Ottaviani è contrario ad altri mega impianti di rifiuti sull’area industriale

Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, ha risposto all’appello diramato dal sindaco di Patrica, relativamente alla procedura aperta dalla Regione Lazio, per la localizzazione di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti, pari a circa 350.000 tonnellate di lavorazione all’anno, nel Comune ai confini con il Capoluogo.

“L’area industriale del circondario di Frosinone, su cui insistono, oltre al Capoluogo, anche Ceccano, Patrica, Supino, Ferentino e Morolo – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – costituisce un aggregato unico, senza soluzione di continuità territoriale, che delimita i confini della nostra zona industriale. Francamente, è incomprensibile come certi politici continuino a stracciarsi le vesti o lavarsi le mani, come faceva Pilato il venerdì santo, parlando di ambiente come massimo sistema, e poi dimentichino tutti i buoni propositi, sacrificandoli sull’altare del profitto, propugnandoci il solito ritornello secondo il quale i rifiuti sarebbero un grande affare per la nostra economia territoriale.

Come al solito, anche in questa vicenda, dovrebbe essere utilizzato il principio del buon senso, poiché se da un lato è corretto costruire e gestire impianti per il fabbisogno interno di ogni provincia o di ogni Ambito, non ha, però, alcun senso continuare a spalancare le porte della nostra area industriale a tutte quelle iniziative, provenienti da fuori provincia, che violentano il nostro territorio e che ipotecano il futuro del diritto all’ambiente ed alla salute. Del resto, a poca distanza dal nuovo impianto che sembrerebbe poter trattare 350.000 tonnellate di rifiuti all’anno, sul territorio di Frosinone, sorge quel mausoleo di 650.000 tonnellate di rifiuti solidi della discarica di via Le Lame, un monumento che ricorda plasticamente a tutti la follia gestionale e programmatoria di una classe politica, che accettò di ospitare quella montagna artificiale di colore scuro, in cambio di pochi spiccioli di indennizzi, per un ristoro del danno ambientale inferto a tutta la collettività. Siamo curiosi di sentire come si pronunceranno, nei prossimi giorni, tutti coloro che, spesso, parlano di interessi intercomunali e di programmazione unitaria sull’Area vasta, a meno che il suffisso non inganni il reale intento della de-vastazione”.

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