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La storia

Il gigolò più famoso d’Italia, Roy Dolce: “La mia particolare esperienza a Frosinone”

L’uomo, che fa questo mestiere da 20 anni ed è stato con circa 3mila donne, rivela: “In passato facevo la collezione di peli pubici”

Il mercato della prostituzione femminile non conosce la parola crisi, ma anche quella maschile, più sconosciuta, sta notevolmente aumentando sia il numero di richieste sia di praticanti. A rivelarcelo è stato Roberto Dolce, in arte Roy Dolce, il gigolò più famoso d’Italia.

L’uomo, che è stato anche ospite in diverse trasmissioni televisive famose (come 'Maurizio Costanzo Show' o 'La Vita in Diretta') ed è il responsabile di due agenzie di gigolò, ci ha descritto questo particolare mestiere e ci ha raccontato le sue esperienze lavorative a Frosinone e provincia, di cui una davvero particolare.

Roy, ci può descrivere il mondo dei gigolò?

“È un mondo che sta pian piano crescendo. La richiesta negli ultimi anni, grazie anche ai social, è triplicata, con molte donne che cercano un gigolò. Rispetto alle escort – che sono più di 100mila - siamo molti di meno in Italia (sui 5mila). A lavorare però realmente con costanza siamo più o meno una cinquantina. Il gigolò non ha una città fissa in cui lavora, ma viaggia tutti i giorni. È un lavoro anche che cambia in base alle esigenze della donna. Ci sono donne sposate che cercano un’avventura o single che hanno bisogno di un momento di svago. Un gigolò non deve avere essere solo di bella presenza, deve avere anche carisma e fascino. Le donne cercano una persona capace di presentarsi in pubblico, una persona brillante”.

Quanto guadagna un gigolò e quanto lavora al giorno?

“Dipende da persona a persona. C’è chi chiede poco e chi chiede tanto. Il guadagno medio giornaliero, per 4-5 ore di lavoro, è di 500 euro più i costi sostenuti per il viaggio. Si possono raggiungere anche 1000 euro. Personalmente vedo 3-4 donne a settimana”.

È stato anche a Frosinone per lavoro?

Certamente. Viaggio in tutta Italia ed ho avuto più di qualche esperienza con donne ciociare. Una davvero particolare successa da quelle parti: una coppia di contadini mi contattò e il marito volle assistere mentre facevo sesso con sua moglie. Poi li incontrai di nuovo in altri posti”.  

Sul suo sito web, qualche anno fa, fu pubblicato anche un singolare annuncio: ‘Appello a tutte le donne - Cercasi pelo pubico di Frosinone’. Come mai questa particolare richiesta e proprio di Frosinone?

“Fu una cosa ironica, mi venne in mente in quel momento proprio Frosinone. Da ragazzo facevo la collezione di peli pubici, con una bacheca affissa in camera. Poi credo che mia madre la buttò (ride n.d.r.). Quell’annuncio fu una sorta di provocazione perché ormai le donne che amano fare sesso non hanno più peli nelle parti intime”.

Con quante donne è stato?

“Sono quasi 20 anni che faccio questo mestiere. Penso dalle 2mila alle 3mila”.

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