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Una triste storia / Paliano

Chiude l'azienda e va al nord, abbandonato dalle istituzioni e dal comune di Paliano

L'imprenditore Iamunno nei giorni scorsi ha chiuso la sua fabbrica nella zona Amasona. Lancia un atto di accusa contro l'attuale amministrazione comunale

Gerardo Iamunno ha chiuso per l’ultima volta il cancello della sua azienda la Gran Tour Bagno nella zona industriale di Paliano all’Amasona lo scorso 31 luglio e si è trasferito, lavorativamente parlando, in Friuli dove ha rilanciato uno stabilimento chiuso e dove è stato accolto a braccia aperte dalla Regione e dall'amministrazione comunale. Una perdita enorme per il nord della Ciociaria, una sconfitta delle istituzioni e soprattutto dell’amministrazione comunale di Paliano che in 20 anni di attività della famiglia Iamunno sul territorio non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte.

Il racconto di questi venti anni di attività a Paliano che ci ha fatto il sig. Iamunno al telefono rappresentano uno spaccato di vita profondo. La storia di un imprenditore illuminato che dalla vicina Campania aveva visto la zona industriale di Paliano come luogo attrattivo per creare impresa e per dare lavoro a circa 80 dipendenti.

Noi che siamo stati presenti sin dal primo giorno dell’inaugurazione dello stabilimento sappiamo bene che tutto quello che ha denunciato nelle varie interviste rilasciate in questi giorni sono tutte cose vere sulle quali in passato abbiamo scritto decine e decine di articoli che purtroppo, non sono serviti a nulla.

Dipendenti e Iamunno

Come si pretende di attrarre aziende se si lasciano le zone industriali nel completo abbandono. Senza servizi primari come l’acqua e le fogne e fino a qualche anno fa senza neanche la fibra che è arrivata solo grazie ad Unindustria Frosinone. Andare avanti tutti questi anni in queste condizioni è veramente da ‘eroi’. A Paliano già nella calda estate del 2014 un colosso come Cremonini chiuse di punto in bianco l’azienda per trasferirsi a Mantova.

Nei giorni scorsi è arrivata anche questa nuova chiusura, certamente in maniera meno traumatica per i dipendenti gran parte dei quali sono stati ricollocati e soprattutto non si è ricorso, come avviene spesso in questi casi agli aiuti di stato ed ai fallimenti pilotati.

La storia di Gerardo Iamunno

“L’ultimo cancello l’ho chiuso il 31 luglio ed ho portato via la statua di Padre Pio. A 58 anni la vita ho dovuto stravolgere la mia vita per le inefficienze delle istituzioni ed in particolare dell’amministrazione comunale di Paliano”. Inizia cosi il racconto di Gerardo Iamunno al telefono con frosinonetoday.it e poi nel dettaglio ci spiega il perché di questa decisione che ha portato alla chiusura di una Pmi che dava lavoro a circa 80 persone tutte le territorio tra il nord della provincia di Frosinone ed il sud di quella di Roma.

“Ho fatto questa scelta che mi è costata tanto dal punto di vista personale perché ovviamente la mia famiglia continuerà a vivere qui mentre io – ci dice il vice Presidente di Unindustria Frosinone - farò il pendolare dal centro al nord d’Italia ed in Friuli in particolare. Oltre 1400 chilometri a settimana che a 58 anni non sono uno scherzo. Ma mi sono convinto a farlo per dare un futuro roseo alla mie due figlie che lavorano in azienda con me ed a tutti gli altri miei collaboratori”.

La differenza tra la Ciociaria ed il Friuli

“Dove siamo adesso abbiamo trovato condizioni nettamente più favorevoli per creare impresa e per portare avanti un’attività come la nostra nel settore dell’arredamento dei bagni e del relax. Oramai a Paliano non era più possibile andare avanti. Dopo venti anni di promesse non mantenute abbiamo preso questa decisione. 20 anni in cui gli amministratori si sono visti solo in un paio di occasioni ‘istituzionali’ ovvero quando abbiamo inaugurato il nuovo show room e fatto una festa con i giocatori del Frosinone calcio. 20 anni in cui l’amministrazione di centro sinistra a Paliano ha fatto di tutto per affossarci”.

A Paliano che negli ultimi 70 è stata sempre governata dal centro sinistra a parte una parentesi di cinque anni è mancata ed ancor oggi manca una visione prospettica del futuro. Le aziende si affossano, le altre strutture ricreative e turistiche ricettive come lo storico Parco della Selva di Paliano è stato fatto chiudere ed è rimasto nell’abbandono più totale per oltre 20 anni e solo dalla scorso anno ha riaperto grazie ad un’associazione di privati cittadini che ha fatto l’accordo con il proprietario.

Sturvi l’unico sindaco vicino alle aziende

L’unico Sindaco che c’è stato vicino è stato Maurizio Sturvi con il quale abbiamo potuto ampliare la nostra azienda per il resto zero più assoluto. In 20 anni non sono stati capaci ad allacciare il pozzo dell’acqua alla rete oppure a fornirci la rete fognaria, ma ci rendiamo conto? Se non fosse stato per Unindustria Lazio non sarebbe arrivata neanche la linea telefonica veloce ovvero la Fibra che oggi è fondamentale per lavorare.

Fino a qualche tempo fa se pioveva non riuscivano neanche a fare un bonifico per pagare i nostri fornitori. Tutte le aziende insediate a Paliano danno lavoro ad oltre 1500 dipendenti che sono un numero non certamente basso in considerazione della densità abitativa della zona. L’amministrazione attuale invece di favorire lo sviluppo industriale pensa al campo di calcio con un finanziamento da 500 mila euro quando nella zona industriale non è stato mai fatto arrivare neanche un euro. Ti dirò di più ora che tutti sanno che vado via non ho ricevuto neanche un messaggio ed un telefonata dagli attuali amministratori e questo ti fa capire già molte cose".

La chiusura della Gran Tour Bagno ha avuto, come era ovvio, un eco anche al di fuori della provincia. I sindacati si sono incontrati in queste ore per cercare di capire il perché la Ciociaria stia diventando il ‘cimitero’ delle aziende ed anche il presidente Stirpe ha detto che cosi non si può andare avanti.

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