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Sanità, l'appello per la raccolta del sangue costa a Gnesi una lettera di richiamo dall'Asl

La solidarietà di Carmine Di Mambro, l'ex consigliere comunale malato di cancro che punta il dito contro un sistema ospedaliero al collasso

Un medico in prima linea lancia un'appello sui social affinché i cittadini vadano a donare il sangue e viene richiamato con una lettera ufficiale dalla direzione dell'Azienda Sanitaria Locale. E' quanto accaduto ad Arturo Gnesi, medico nel reparto di Rianimazione del 'Santa Scolastica' di Cassino. A prendere le difese del camice bianco e dell'intera categoria, è stato Carmine Di Mambro, ex consigliere comunale di Cassino che lotta con forza contro un brutto male.

L'ingiusto richiamo

Il dottor Gnesi, medico anestesista, fa un appello (non una protesta) a donare il sangue, perché alcuni interventi presso l'ospedale Santa Scolastica di Cassino non sono stati eseguiti per mancanza dello stesso, e per tutta risposta dalla sua azienda riceve un regalo sgradito. 
Un appello (non una protesta) a donare il sangue per evitare il blocco degli interventi, dopo aver impiegato oltre due mesi per risolvere parzialmente il problema della carenza di anestesisti, e la Asl ti manda una lettera di richiamo con avviso di sanzione disciplinare?

Le carenze

Il problema della carenza di sangue potrebbe coinvolgere presto anche gli ospedali di Frosinone, Sora e Alatri, però il problema principale è richiamare chi si preoccupa di questo? Ma l'ASL e i suoi dirigenti da che parte stanno? E quali sono queste grandi rivelazioni sui social e sui giornali, di cui viene accusato, se ogni giorno gli utenti segnalano problemi a non finire? Si rischia di chiudere reparti ma il problema principale è punire chi chiede aiuto per non far bloccare le operazioni? C'è mancanza di personale medico e infermieristico e il vostro pensiero è riprendere un medico che si è preoccupato per la mancanza di sangue? C'è mancanza di strumentazione adeguata e voi richiamate chi si sta appellando alla donazione del sangue?

Un servizio allo sbando

 C’è bisogno delle rivelazioni dei medici per capire lo stato della sanità provinciale? Se fosse così, sarebbe semplicemente scandaloso. Un altro buon motivo, da parte dell'Asl di Frosinone, per farsi riconoscere negativamente. Mi domando, come mai l’Asl non interviene per capire come siano usciti da una stanza dell'ospedale di Frosinone (con accessi vietati per via delle misure anti covid) gli effetti personali di una paziente che aveva appena partorito e stava in una stanza da sola? Come mai ci sono i soldi per pagare incarichi esterni e poi nei reparti mancano lenzuola, federe e tanto altro? Come mai il corpo medico ha bisogno di donazioni per procurarsi il materiale dpi per poter lavorare con tranquillità e soprattutto in sicurezza.

Le tante denunce

Il direttore generale ed i suoi collaboratori dovrebbero concentrarsi su tali azioni (per altro denunciate alle forze dell'ordine) e non sugli appelli (non una protesta) a donare il sangue per scongiurare nuovamente il blocco degli interventi. Questa sanità è come un mezzo motorizzato che non fa mai manutenzione, ogni giorno ha un problema e prima o poi finisce per sbattere o uscire fuori strada. Invece di potenziarla e di investire seriamente (non a chiacchiere), è preferibile per i vertici aziendali cercare di nascondere la polvere sotto il tappetino, ma sta diventando troppo piccolo e prima o poi uscirà tutto fuori. Sono indignato come cittadino e contribuente. Dottor Gnesi non di lasci intimidire da chi legge solo le carte, noi siamo dalla sua parte, noi siamo per la buona sanità. La salute è il bene più prezioso che abbiamo e non possiamo essere sicuri di chi dovrebbe tutelare la nostra sanità la pensi"

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