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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Alatri

Processo Morganti, per gli avvocati di Fortuna: "solo una scazzottata finita nel peggiore dei modi"

Giovedì mattina è toccato ai legali Bruno Giosuè Naso e Cristhian Alviani smontare tutto il castello accusatorio costruito nei confronti del loro assistito

Ieri mattina è toccato a loro, agli avvocati  Bruno Giosuè Naso e Cristhian Alviani smontare tutto il castello accusatorio costruito nei confronti del loro assistito Michel Fortuna l'unico dei quattro imputati per la morte di Emanuele Morganti per il quale la procura ha chiesto l'ergastolo.

Le pressioni sul testimone chiave

Secondo i legali il testimone chiave, quello che avrebbe riferito di aver sentito Michel Fortuna che aveva male ad una mano  perchè "gli aveva sferrato un cazzotto che l'aveva fatto cadere per terra", avrebbe subìto delle pressioni nel corso degli interrogatori. Tale situazione si evince in una intercettazione telefonica dove il teste parlando con qualcuno aveva riferito di essere stato costretto a fare il nome di Michel perchè lo avevano già ammanettato e lui non voleva finire in carcere. 

La caccia alle streghe della procura

La linea seguita dalla procura, a detta dei legali, era stata giustizialista finalizzata a fare una sorta di caccia alle streghe,  ossia finalizzata a trovare elementi che avrebbero portato alla condanna per omicidio volontario. Al momento sul banco degli imputati oltre a Michel Fortuna si trovano Mario e Franco Castagnacci (per loro sono stati  chiesti 28 e 24 anni di carcere) e Paolo Palmisani. Per quest'ultimo è stata chiesta una pena di 26 anni.

Non è stato trovato il movente

Gli avvocati Naso e Alviani hanno puntato l'indice sulle indagini portate avanti dagli inquirenti. Indagini nelle quali non sono riusciti a trovare il movente di questo delitto. La  motivazione ha riferito Naso sta nel fatto che il movente non c'è perchè non esiste. Si è trattato soltanto di una scazzottata finita nel peggiore dei modi. Ma non c'era alcuna volontà da parte degli imputati di uccidere.

Il principio del ragionevole dubbio

L’avvocato difensore di Michel Fortuna si è poi appellato al principio del ragionevole dubbio. Nel momento in cui sussiste anche minimo rischio che una persona possa essere accusata ingiustamente bisogna optare per l’assoluzione. Di elementi di dubbio sulla colpevolezza di Michel Fortuna l’avvocato Naso ne avrebbe sottolineati molti. Il 23 luglio prossimo seguiranno le repliche dei pubblici ministeri Giuseppe De Falco e Vittorio Misiti.

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