Ceprano, succube di un prete per sedici anni. In tribunale la testimonianza della madre della vittima
Ieri in aula a Frosinone la mamma del giovane ha raccontato i continui disagi e come il figlio sarebbe stato plagiato da Don Gianni Bekiaris
Aveva soltanto otto anni quando don Gianni Bekiaris, un prete di 55 anni, avrebbe cominciato a molestarlo sessualmente. A dieci anni, subito dopo la sua prima comunione, il primo stupro a cui ne erano seguiti tanti altri. Per tanto tempo la vittima della violenza sessuale, oggi 32enne, avrebbe riferito ai magistrati di essere stata completamente plagiata da quel parroco che operava nella chiesa di San Rocco a Ceprano.
I disagi nell'integrazione sociale
La storia della violenza sessuale è venuta fuori quando il ragazzo che aveva grossi disagi interiori aveva chiesto aiuto agli operatori di un consultorio. Soltanto allora i genitori avevano appreso quello che aveva vissuto per anni il figlio. A seguito di quella confessione era scattata la denuncia ed il conseguente rinvio a giudizio nei confronti di don Gianni Bekiaris accusato di aver provocato nel ragazzo danni fisici e psicologici permanenti.
La testimonianza della mamma
Ieri mattina, nel processo che si è tenuto a porte chiuse, sul banco dei testimoni è salita la madre della vittima. La donna avrebbe confermato in aula quanto già dichiarato dal figlio parlando del suo primo stupro, quando a soli dieci anni e subito dopo aver ricevuto il sacramento della comunione, con la scusa di organizzare una gita con tutti i bambini, aveva abusato del figlio in un albergo dell'Abruzzo.
Il quadro in regalo con la dedica
La donna ha poi ricordato di quando il prete portò in regalo al ragazzino un quadro raffigurante proprio quell’hotel dove era avvenuta la violenza sessuale. Dietro il quadro addirittura una dedica che ricordava i bei momenti trascorsi insieme. Dopo quel
A novembre il prete potrà difendersi
Nella prossima udienza fissata per la prima decade di novembre verrà ascoltato un altro prete che avrebbe aiutato il ragazzo nel suo percorso di riabilitazione interiore ed il vescovo che avrebbe saputo delle responsabilità del prete. Il giovane, che si è costituito parte civile è assistito dall’avvocato Carla Corsetti, mentre l’imputato è rappresentato da Vincenzo Pizzutelli. Quest'ultimo ha tenuto a sottolineare che quello riferito dalla donna in aula è soltanto quanto le ha detto il figlio. Ma lei non ha mai saputo nulla nè visto mai nulla riguardo alla violenza, dunque si tratta di una testimonianza poco credibile.
26 anni senza sapere
Com'è possibile che per ben ventisei anni non si sia mai accorta di queste violenze sessuali nei confronti del figlio? Eppure - ha continuato il legale - vivevano sotto lo stesso tetto. Il legale è convinto di poter smontare tutte le accuse nei confronti del suo assistito il quale, ha dichiarato, confida molto nella giustizia terrena