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Cronaca Alatri

Processo Morganti, Castagnacci e Palmisani raccontano la loro verità e si contraddicono

Ieri mattina sono saliti sul banco dei testimoni per rendere delle dichiarazioni spontanee. In questo caso hanno potuto parlare senza il fuoco di domande da parte del pubblico ministero

Processo Morganti, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani hanno voluto rendere in aula delle dichiarazioni spontanee. In questo modo non essendo sotto esame hanno potuto parlare senza rischiare di peggiorare la loro situazione dietro il fuoco di domande del pubblico ministero. Sia Castagnacci che Palmisani hanno ricordato di aver visto Emanuele Morganti mentre veniva colpito dai buttafuori. Così come hanno ricordato la scena in cui Michel Fortuna, altro imputato nell'omicidio, che diceva alla sorella Agirè che dovevano andare via e che questa però invece di salire in macchina si era avvicinata al corpo di  Emanuele agonizzante sputandoci sopra e dicendo: "così impari ad andare contro la mia famiglia".

Un buttafuori aveva puntato il dito contro Mario Castagnacci

Le dichiarazioni divergenti tra loro

Poi le due versione divergono. Uno dice che dopo la rissa al Mirò si era recato a Frosinone per rifornirsi di cocaina. L'altro che aveva cercato di mettersi in mezzo per evitare che Emanuele venisse colpito dalla gente che lo inseguiva. Di certo c'è che si è trattato della loro verità. Dichiarazioni che sembravano essere uscite da un copione prestampato. Come se pur non essendosi sottoposti ad esame, avessero saputo molto bene quali tasti toccare.

Entrambi gli imputati collocano Franco Castagnacci vicino ad Emanuele

L’unica nota di colore è che entrambi collocano Franco Castagnacci vicino ad Emanuele. Eppure proprio lo stesso Franco aveva sempre sostenuto di non essersi mai avvicinato al ragazzo.

La testimonianza del medico legale

Ieri mattina è salito sul banco dei testimoni anche Giorgio Bolaffi, un medico legale consulente di parte. Quest’ultimo ha ipotizzato che la frattura sulla parte sinistra della vittima, sia imputabile a dei colpi di manganello o comunque un oggetto di metallo tondeggiante. Un'ipotesi che non va esclusa visto che nel corso delle indagini era stato ritrovato un manganello telescopico ed un altro ornamentale. 

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