Processo Morganti: in aula si ricostruisce la scena del crimine
Un brigadiere del Ros attraverso apparecchiature altamente sofisticate ha realizzato un video tridimensionale della piazza dove Emanuele è stato ucciso dal branco
Al via il processo per i quattro imputati accusati di aver ucciso per futili motivi, nella notte tra il 23 e 24 marzo del 2017 Emanuele Morganti, un ragazzo di 20 anni residente a Tecchiena. L’aggressione si verificò davanti al pub Mirò dove il giovane si era recato con la fidanzata e con alcuni amici per trascorrere una serata all’insegna dell’allegria e del divertimento.
Questa mattina nel grande gabbione ubicato nell’aula della Corte di Assise hanno presenziato Franco e Mario Castagnacci, rispettivamente padre e figlio, di 51 e 27 anni, Paolo Palmisani, 24, e Michel Fortuna, il frusinate di 25 anni accusato di aver sferrato il colpo mortale al povero Emanuele.
Ricostruita la scena del crimine
Il primo a salire sul banco dei testimoni è stato il brigadiere Michele Fiorella del ROS di Roma il quale, attraverso apparecchiature molto sofisticate ha ricostruito la scena del crimine. Si tratta di un video tridimensionale che ha riportato fedelmente ogni singolo albero, ogni scalino ed ogni muro della piazza, compresa la distanza tra il locale ed il punto dove sarebbe stato aggredito il povero Emanuele. Interessante anche la testimoniaza del maggiore dei carabinieri Antonio Lombardi che ha ripercorso passo passo tutte le fasi investigative che hanno portato all’arresto del branco.
433 foto
Ben 433 foto quelle presentate sul tavolo dei pubblici ministeri Vittorio Misiti e Giuseppe de Falco. Centosessanta le persone ascoltate nell’immediatezza dei fatti. "Il gruppo - ha riferito in aula il maggiore Lombardi - aveva occupato dei tavoli nel locale. E proprio uno degli amici di Mario Castagnacci si era risentito perché il barman aveva servito prima il ventenne di Tecchiena. Futili motivi che avevano tutto il sapore del pretesto per poter dar vita ad una rissa in piena regola. Sta di fatto che ne era scaturita una discussione animata".
Il pugno mortale
"I buttafuori - ha continuato l'ufficiale dei carabinieri - , che non volevano avere problemi, avevano cacciato Emanuele dal locale. A quel punto, sempre secondo la ricostruzione dei fatti, il giovane sarebbe stato rincorso dagli imputati che avevano cominciato a colpire uno con un arnese che serve per svitare i bulloni delle macchine gli altri con calci e pugni". A decretare la morte del ragazzo ricordiamo è stato un pugno che avrebbe fatto sbattere il giovane sul montante di una vettura. Nel corso dell’udienza l’avvocato Bucci, che fa parte del collegio difensivo, ha chiesto che la giuria possa recarsi sul posto per visionare lo stato dei luoghi. Di certo c’è - ha dichiarato l’avvocato Pavia (video in alto) che rappresenta la famiglia Morganti - che il processo si preannuncia lungo e complesso.
La settimana prossima verranno ascoltati i medici legali
La prossima settimana verranno ascoltati i medici legali che hanno effettuato l’autopsia e che si sono preoccupati dei rilievi organici. Attimi di grande tensione si sono avuti quanto Mario Castagnacci ha chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee che riguardavano la vicenda del suo arresto ."Non sono scappato - ha detto al giudice - tutti sapevano dove stavo. Mia madre stessa ha detto ai carabinieri dove potevano trovarmi". Prossima udienza il 17 ottobre prossimo.