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Cronaca Fontana Liri

Anziano morto di fame e di freddo, il figlio e la nuora condannati a 12 anni di carcere

I giudici del tribunale di Cassino hanno inflitto il massimo della pena alla coppia residente a Fontana Liri che nel 2014 aveva rinchiuso in una gabbia un ottantenne malato. In aula il racconto choc dei carabinieri intervenuti dopo la denuncia di un familiare

Morto di freddo e di fame. Lasciato per giorni chiuso in una sorta di gabbia. Un comportamento abietto e disumano quello che avrebbe visto come vittima un pensionato di Fontana Liri. A lasciarlo in stato di abbandono e senza assistenza sarebbero stati il figlio e la moglie di quest'ultimo. Entrambi, nella giornata di ieri, sono stati condannati a dodici anni e sei mesi di carcere per maltrattamenti in famiglia ed abbandono di incapace.

I fatti

Una sentenza che arriva dopo una lunga indagine che ha consentito alla Procura di Cassino ed ai Carabinieri di far emergere una storia di degrado e ignoranza senza precedenti. A finire sotto processo sono stati Maurizio Fabbrica e Antonella Marzilli, entrambi residenti a Fontana Liri. I due  sono stati  ritenuti responsabili di aver causato la morte come conseguenza di altro reato dell’anziano padre dell’uomo. I giudici del collegio penale del tribunale di piazza Labriola, dopo una lunga Camera di Consiglio, hanno inflitto la pesantissima pena dopo che in aula è stata ricostruita l'intera e triste vicenda. Toccante è stata la testimonianza del fratello dell’uomo deceduto, assistito dall'avvocato Stefano Tonachella. L'anziano, non senza commozione, ha ricostruito quanto accaduto nel dicembre del 2014 a Fontana Liri. Una volta arrivato a casa del fratello, per fargli visita, lo trovò immobilizzato alle sbarre in un sorta di gabbia, al gelo.

I soccorsi

Una visione talmente tanto scioccante da indurlo a chiedere consiglio all'avvocato ed a sporgere immediatamente denuncia presso la stazione carabinieri di Fontana Liri. Nel giro di qualche ora presso l'abitazione del pensionato arrivarono i militari dell'Arma, i vigili urbani, l'Ares 118 e gli assistenti sociali del Comune che trovarono l'ottantenne in stato comatoso. Nonostante l'immediato trasferimento presso l'ospedale di Sora e le tante cure, il povero uomo non è riuscito a sopravvivere. Venne stroncato da un'aritmia cardiaca derivata anche da ipotermia e la disidratazione. Un fatto gravissimo che ha portato il sostituto procuratore Alfredo Mattei ad aprire un'indagine ed a chiedere il processo nei confronti di coloro che vivendo in casa con il pensionato avrebbero dovuto accudirlo, con amore e con rispetto. 

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