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Cronaca Cassino

Cassino, bimbi maltrattati all'asilo: la Procura chiude le indagini, due maestre nei guai

Gli insulti, le offese e le grida rivolte ai piccoli hanno indotto il magistrato Roberto Bulgarini Nomi a chiedere il rinvio a giudizio per le insegnanti della materna di via Zamosch

Insulti, urla e minacce rivolte a bambini di pochi anni. La Procura chiude le indagini e chiede il processo per due maestre della scuola materna di via Zamosch a Cassino. Una vicenda che ha scosso l'intera città quella che ha avuto inizio lo scorso 10 gennaio quando la Polizia di Stato ha notificato a due insegnati di 54 e 63 anni il decreto di sospensione per un anno emesso dal Gip del tribunale di Cassino.

Le indagini

A chiedere il provvedimento cautelativo è stato il magistrato titolare della delicata indagine, il sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi che insieme agli investigatori del vice questore Raffaele Mascia e del sostituto commissario Enzo Pittiglio, ha raccolto le denunce per presunti maltrattamenti avanzate da alcuni genitori. A dar conferma ai sospetti delle mamme e dei papà preoccupati per il cambiamento repentino dei loro piccoli, sono state le immagini delle telecamere installate dalla Polizia all'interno della classe dove le insegnanti lavoravano. Quindici giorni di accertamenti tecnico-investigativi e poi la notifica della sospensione dall'attività.

Le telecamere

Le telecamere, infatti, avevano immortalato frasi ed atteggiamenti da parte delle due maestre ritenuti ingiuriosi ed offensivi: “Ti faccio sputare io per terra, animale. Ti faccio cadere tutti i denti”; E ancora: “Se fai cadere l’acqua è meglio che ti scavi la fossa. Adesso vado a prendere la corda e ti lego alla sedia”. Un comportamento che è costato dalla maestre un avviso di garanzia per il reato di  maltrattamenti continuati nei confronti di bambini affidati. 

Il video dei maltrattamenti

La difesa

Una delle due maestre la 54enne (assistita dall'avvocato Sandro Salera) nel corso dell'interrogatorio dinanzi al Gip Salvatore Scalera si è difesa sostenendo che nei confronti dei bambini ha assunto “sporadiche espressioni verbali, inopportune, ma mai sfociate in violenze”. Le indagini andate avanti per oltre sei mesi , con il supporto di altri genitori che, dopo aver visionato le immagini hanno sporto denuncia, hanno portato alla luce due episodio di rilevanza investigativa.

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