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Cronaca Cassino

Cassino, in tribunale accompagnata dal pappagallo Cocorito per difendersi dallo stalker (video)

Singolare l'iniziativa intrapresa da una donna residente in zona che è arrivata nel palazzo di Giustizia con un pennuto poggiato su una spalla. Bloccata all'ingresso ha dovuto lasciare il volatile multicolore in custodia

Sembrava finto tanto era immobile e ben attaccato alla spalla della sua padrona. Quando ieri mattina una donna residente nel Cassinate ha cercato di entrare nel tribunale con un pappagallo sulla spalla, in molti hanno creduto fosse uno scherzo. Invece il bellissimo e coloratissimo Cocorito era vivo, vegeto e pure smanioso di chiacchierare. 

Il processo

Il fantastico pennuto, sei mesi di vita appena e tanta voglia di zompettare, con un guinzaglio al collo, sperava di poter entrare in aula per accompagnare l'amata padrona, vittima di stalking e che avrebbe dovuto deporre come testimone. Ad infrangere il sogno di poter svolazzare tra fascicoli e toghe ci hanno pensato i solerti addetti alla vigilanza. 'Gli animali non sono ammessi in tribunale, cane, gatto o pappagallo che sia' hanno ribadito fermamente i due metronotte. La donna quindi ha dovuto entrare da sola ed affrontare il processo senza accompagnatore. 

La pappa

Coccorito invece è rimasto nell'ingresso principale, ben inchiodato sul braccio di un amico di famiglia e per oltre tre ore è stata la vera attrazione di avvocati, giudici e passanti. Foto, video e qualche pistacchio mangiato con gusto in attesa che tutto tornasse alla normalità. La mattinata si è conclusa con il rinvio dell'udienza e Cocorito che alla vista dell'amata padrona ha sbattuto le ali e gridato 'ora si pappa'.

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