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Cronaca Cassino

Cassino, fiumi di droga dagli appartamenti Ater al resto della città. Ecco chi sono i sei arrestati

I carabinieri del Nucleo Operativo di Cassino hanno bloccato due donne e quattro uomini che avevano allestito nel quartiere 'Case Rosse' di via Volturno un vero e proprio 'market'

Un vero e proprio 'store' della droga, immenso e rifornitissimi in vari appartamenti delle palazzine Ater. In pratica la piazza di spaccio più grande di Cassino, nel sud della provincia di Frosinone, era situata in via Volturno, nel quartiere 'Case Rosse' e da questa mattina i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Cassino stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Cassino, su richiesta del magistrato Roberto Bulgarini Nomi, a carico di sei persone: due donne e quattro uomini, appartenenti alle famiglie rom De Silva - Di Silvi. Gli arrestati sono ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 

I dettagli dell'operazione nella nota dei carabinieri

con l’operazione di questa notte si chiude l’indagine convenzionalmente denominata “12° Round”. I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Cassino, nella nottata odierna, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ai domiciliari e dell’obbligo di presentazione alla p.g. – emessa, in data 10.01.2020, dal GIP del Tribunale di Cassino (dr. Salvatore Scalera  nr. 1231/2019 R.G.-GIP) nei confronti di sei soggetti, quattro dei quali appartenenti ad un'unica famiglia di etnia rom, stabilmente residente nel quartiere popolare cosiddetto “La Malfa” (via Garigliano) di Cassino, accusati a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

Nello specifico la famiglia rom, collaborati da due ragazzi di cui uno portatore di handicap, aveva adibito l’appartamento ATER a loro in uso ad un vero e proprio minimarket della droga, dove i clienti del cassinate ma anche della vicina provincia di Caserta e Isernia, si recavano a qualsiasi ora del giorno – e fino a tarda notte – senza alcun preventivo accordo, sicuri di ricevere lo stupefacente per il proprio fabbisogno personale.

In effetti gli indagati svolgevano tale redditizia attività di spaccio di stupefacenti in modo professionale e consolidata nel tempo. Difatti gli stessi erano anche solito vigilare l’area adiacente la loro abitazione, anche con l’uso di un binocolo, per scrutare l’eventuale presenza di appartenenti delle Forze di Polizia o telecamere, e quindi con il chiaro intento di eludere eventuali controlli a loro carico.

L’indagine durata più di un anno, si estrinsecava, oltre con i tipici servizi di osservazione, pedinamento e controllo, anche con l’ausilio di apparati tecnici quali telecamere e microspie, che permettevano di acquisire in capo agli indagati un granitico quadro probatorio circa l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.   

Nel corso dei vari servizi effettuati, i Carabinieri hanno proceduto al controllo di numerosissimi giovani, anche minori, e persone adulte, che si recavano all’interno dell’abitazione degli arrestati per acquistare lo stupefacente.

I consumatori individuati dai militari, appena si allontanavano dall’abitazione degli spacciatori, venivano sottoposti a perquisizioni personali, attività questa che permetteva di trovare sempre dosi di droga appena acquistata, che servivano agli acquirenti per il loro fabbisogno personale.

Nel corso delle indagini sono state segnalati alla Prefettura di Frosinone e Caserta, ai sensi dell’art. 75 del DPR 309/1990, complessivamente 18 tossicodipendenti/consumatori e sottoposti a sequestro di  grammi 105,96 di hashish e  grammi 5 di cocaina.

Le certosine investigazioni permettevano di addebitare agli indagati la cessione di circa 600 dosi di stupefacenti, in particolare cocaina; inoltre permettevano di addebitare agli indagati – così come si legge nell’ordinanza in parola –  lo smercio di circa 1 kg di marijuana e 200 g di hashish. Tra i clienti degli odierni indagati figurava anche un giovane di Cassino, deceduto nel decorso mese di settembre 2019, per presunta overdose.

L’indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, P.M. dr. Roberto Bulgarini Nomi, è stata condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia CC. di Cassino le cui risultanze sono state condivide dal Giudice per le Indagini Preliminari – Dr. Salvatore Scalera –  che emetteva l’ordinanza in argomento; il provvedimento restrittivo ha permesso di stroncare l’ennesima “piazza di spaccio” operante nel cassinate e che aveva il monopolio in detto settore della città martire.

Con la medesima ordinanza il Giudice disponeva, in ossequio del comma 7bis  dell’art. 73 dpr 309/1990, il sequestro della somma di euro 16.105,00 a carico dei quattro rom, ritenuta profitto di reato, ovvero di beni (mobili o immobili) equivalenti a tale somma, che sarà oggetto di confisca.

L’operazione che oggi si è conclusa è solo una costola della più ampia indagine denominata “12° round”, condotta dalla Sezione Operativa CC. di Cassino e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, e che ha visto, nel tempo, con diversi procedimenti penali, all’opera i P.M. dr. Siravo, dr. Mattei, dr. Bulgarini, dr. De Franco, D’Orefice; detta indagine ha permesso l’emissione di o.c.c. in carcere e ai domiciliari dei seguenti soggetti, che come gli odierni arrestati, avevano adibito il loro appartamento Ater ad un vero e proprio minimarket per la vendita di cocaina, in particolare, ma anche eroina, hashish e marijuana; le “piazze di spaccio” erano operanti in particolare nel quartiere San Bartolomeo di Cassino e Piedimonte San Germano.

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