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Cronaca Cassino

Cassino, chieste condanne per 41 anni di carcere a carico degli usurai di negozianti e imprenditori

La sentenza del processo 'I Monatti', che prende il nome dall'indagine portata avanti dai Carabinieri del capitano Ivan Mastromanno, è prevista per il prossimo 12 dicembre. Imputate sei persone della zona

'I Monatti', i cattivi di manzoniana memoria rischiano di essere tutti condannati. Il pubblico ministero Emanuele De Franco, a conclusione di una lunga ed articolata requisitoria, e rivolgendosi ai giudici del collegio penale del tribunale di Cassino, presieduto dal presidente Donatella Perna, ha chiesto la condanna di tutti e sei gli imputati del processo per usura, estorsione, lesioni personali aggravati ed in concorso. La sentenza è prevista per il 12 dicembre prossimo.

Le richieste del pm

La richiesta di condanna più alta è stata formulata a carico di Giuseppe Sardelli, mentre nei confronti del padre Maurizio, il pm ha chiesto una condanna ad otto anni di reclusione. I due, imprenditori residenti a Pontecorvo, secondo quanto accertato dai carabinieri e dalla procura, sarebbero stati al vertice di una presunta organizzazione malavitosa. Richiesta di condanna anche per Gianluca Russo di Cassino (sei anni di reclusione e cinquemila euro di multa), Massimo Morra di Cassino (7 anni di reclusione e 10mila euro di multa), Gerardo Bottiglieri di Cassino (4 anni di reclusione e 5mila euro di multa) e Silvana Spada (3 anni di reclusione e 10mila euro di multa)

Le indagini

L’inchiesta ha preso il via prende a seguito dell’incendio di un magazzino adibito a deposito di materiale di gommapiuma, di proprietà di un noto commerciante di Cassino, già vittima nel dicembre 2014, di usura e di analogo attentato incendiario.

L'incendio a scopo intimidatorio

Un violento rogo distrusse l’intero opificio di produzione di materassi, mettendo in pericolo alcune famiglie che si trovavano negli appartamenti sovrastanti e, l’evento stesso, ritenuto sin da subito di natura dolosa, fece avviare una specifica attività info-investigativa da parte dei militari del nucleo operativo della Compagnia di Cassino, coordinata dal sostituto procuratore Chiara D'Orefice.

I nomi degli arrestati

Nel corso delle indagini, poi sfociate con l'arresto di tutti gli indagati nell'ottobre del 2017, i militari del colonnello Fabio Cagnazzo e del capitano Ivan Mastromanno, hanno accertato e riscontrato che dietro gli attentati vi era un presunto giro di usura. La mente dell'organizzazione ed anche la 'cassa continua' del gruppo sarebbe stato Maurizio Sardelli, imprenditore di Pontecorvo supportato dal figlio Giuseppe. Un ruolo da intermediari lo avrebbero avuto Gianluca Russo (titolare di una rivendita di pesce) Massimo Morra, Gerardo Bottiglieri e Silvana Spada. 

Le botte e le minacce di morte

Il gruppo criminale, nell’ambito delle attività di usura, per costringere la vittime a pagare i debiti, come emerso dalle tante testimonianze raccontate anche aula, non avrebbe esitato a minacciare gravemente ed aggredire fisicamente le vittime tanto da costringerle, in alcune occasioni, a ricorrere alle cure mediche.  In un occasione un commerciante di Cassino, soffocato dalle continue scadenze e non riuscendo a pagare qualche rata, dopo essere stato attratto in un tranello, venne aggredito fisicamente con calci e pugni, riportando contusioni su tutto il corpo e la frattura delle ossa nasali.

Tassi d'interesse fino al 400% mensili

I tassi applicati, che partivano dal 25 - 30%, potevano anche superare il 400%. Difatti, le indagini, permettevano di cristallizzare l’attività usuraia del gruppo criminale che, a fronte di un prestito di 15mila euro ad un commerciante di Cassino, gli imponeva la restituzione di 20mila euro in un anno; in un altro episodio, per un prestito di 8mila euro lo stesso commerciante aveva pagato in un anno e mezzo circa 8mila euro di interessi. In un terzo episodio, il medesimo, per un prestito di 2mila euro, era stato costretto a consegnare oltre al capitale, euro 4mila di interessi in sei mesi. In un ulteriore episodio lo stesso commerciante, ormai in evidente difficoltà economica, era costretto a chiedere una ulteriore somma di denaro di 1000 euro ad altro noto soggetto, dietro corresponsione della somma totale di 1.600 euro dopo soli due mesi quindi con la l’applicazione di un tasso usuraio di quasi il 300%. Silvana Spada è tutelata dall'avvocato Emanuele Carbone. Gianluca Russo è invece assistito dagli avvocati Armando Pacione e Lara Capitanio. Gli altri arrestati sono difesi dagli avvocati Gianrico RanaldiMariano Giuliano.

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