Cassino-Frosinone-Roma: "tra suicidi, ritardi e soppressioni dei mezzi pubblici è meglio andare a piedi"
Febbraio pessimo per le ferrovie dello stato laziali, disservizi a non finire
"I primi quindici giorni del mese di Febbraio 2018 rimarranno alla storia per i cronici disservizi del trasporto pubblico che si sono acuiti in maniera esponenziale, talché non è più possibile continuare con questo inarrestabile andamento negativo con gravi ripercussioni sui i tempi di accesso al lavoro dei pendolari e disagi di ogni genere a tutti gli utenti del servizio". Ci informa Giorgio Alessandro Pacetti (ex presidente della Consulta dei Comitati Pendolari del Lazio)
Disservizio è un eufemismo
"La parola disservizio, per quello che riguarda il trasporto Regionale è solo un eufemismo. Si tratta invece di un vero e proprio sfascio - spiega ancora Pacetti - non c’è giorno che nell’ambito del trasporto Regionale Laziale non avvengano situazioni incresciose con cause ed effetti sommamente deleteri. I Pendolari del Lazio chiedono che si apra un’inchiesta su una gestione così carente del servizio pubblico urge un drastico intervento e un drastico cambiamento di rotta per evitare che lo stato di fibrillazione dei pendolari del Lazio sfoci in manifestazioni di violenza. Ormai prendere i mezzi pubblici significa imbarcarsi in un’avventura senza fine: l’altro giorno un suicidio a Labico, oggi un guasto tecnico tra le stazioni di Frosinone e Ceccano, ciò significa ritardi e soppressioni di corse, passeggeri costretti ad aspettare il treno successivo o addirittura a rinunciare al viaggio il tutto con grave danno per l’utenza pagante. Le conseguenze di questa situazione paradossale gravano pesantemente sulle spalle delle migliaia e migliaia di lavoratori e studenti che quotidianamente si servono dei treni per raggiungere il posto di lavoro e di studio per ritornare al luogo di residenza. Tra suicidi, ritardi e soppressioni dei mezzi pubblici è meglio andare a piedi".