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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cassino

Cassino, profugo pusher arrestato dai Carabinieri alla Villa Comunale

Un 28enne del Ghana fermato mentre cedeva una dosa di droga: vive nel palazzo Lena che da mesi è al centro di una lunga serie di denunce per presunte carenze igienico-sanitarie

La villa comunale di Cassino, ancora una volta terra di nessuno e ritrovo di spacciatori e malviventi. Un parco pubblico che viene controllato dalle forze dell'ordine in borghese. Ieri l'attività di prevenzione messa in atto dai carabinieri della Compagnia di Cassino, coordinati dal capitano Ivan Mastromanno, ha dato un importante risultato. Assegnato alla Giustizia un pusher di colore che è stato arrestato mentre vendeva marijuana ad un trentottenne residente a Rocca d'Evandro. A finire agli arresti domiciliari, presso la struttura che lo accoglie, è stato un 28enne del Gambia, richiedente asilo, già noto alle forze dell'ordine per i reati di rissa, rapina e segnalato alla Prefettura come assuntore di stupefacenti. 

Le indagini

I Carabinieri nel Norm, da giorni impegnati in un servizio di controllo e prevenzione, hanno notato nei pressi del violotto interno alla Villa Comunale e che costeggia il fiume Gari una persona che si avvicinava al 28enne. I due, dopo aver brevemente dialogato, si sono scambiati qualcosa. I Carabinieri intervenuti hanno bloccato i due: il 38enne casertano ha consegnato loro un involucro contenente la sostanza stupefacente che aveva appena acquistato dal giovane di colore. Aveva pagato la marijuana dieci euro. L’immediata perquisizione personale dello spacciatore ha consentito di trovare due banconote da cinque euro. Il magistrato di turno, il sostituto procuratore Emanuele De Franco, ha quindi disposto l'arresto del ghanese.

Il risvolto

Il giovane vive, insieme ad altri connazionali, nella palazzina di via Mulattiera che da mesi è al centro di una lunga serie di polemiche e che ha richiamato anche le telecamere di Striscia la Notizia. Nello stabile alloggiano in appartamenti gestiti da tre diverse Cooperative, una trentina di profughi che, secondo quanto emerso da sopralluoghi Asl, denunce e verifiche da parte dell'autorità giudiziaria, vivono in condizioni precarie. Ad occuparsi della questione è stato più volte anche Niki Dragonetti

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