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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cassino

Cassino, moglie disperata collabora con i carabinieri che incastrano i venditori di morte

Un uomo, assuntore di cocaina, stava dilapidando risparmi e stipendio per acquistare la droga. Sconcertanti i retroscena emersi nel corso delle indagini che ieri hanno portato all'arresto di tre spacciatori: una madre e dei suoi due figli

Ha consegnato ai carabinieri, che stavano già indagando sull'attività di spaccio di tre componenti di una stessa famiglia, la dose quotidiana di cocaina che il marito aveva nascosto in un calzino. Cinquanta euro spesi in sostanza stupefacente e che invece avrebbero dovuto essere destinati alla spesa ed al sostentamento dei figli. Una moglie-coraggio che non ha nascosto la testa sotto la sabbia ma che, per amore dei figli e del compagno, ha deciso di mettere a disposizione degli investigatori quanto a sua conoscenza. Questo è uno dei tanti sconcertanti retroscena emersi nel corso delle indagini che, ieri mattina, hanno portato all'arresto di tre pusher: una donna ed i suoi due figli.

Lo spaccio in casa

Gli elementi raccolti dai militari del capitano Ivan Mastromanno, comandante della compagnia dei carabinieri di Cassino, non lasciano spazio a dubbi. Antonietta Di Silvio, cinquanta cinque anni ed i suoi due figli di ventuno e venti anni, nel piccolo appartamento popolare di via Pertini, vendevano cocaina ed marijuana a tutte le ore. Un'attività che è stata monitorata per quattro mesi. I carabinieri hanno fotografato, pedinato, ascoltato, interrogato tutti  coloro che, in qualche modo, erano legati al terzetto. Hanno fermato i clienti e sequestrato la droga appena acquistata. Hanno raccolto lo sfogo di mogli e madri che vedevano i loro compagni e figli spegnersi giorno dopo giorno. Stipendi dilapidati per comprare dosi il cui costo oscillava tra i 30 ed i 50 euro a seconda della sostanza che si comprava.

Cliente a bordo di un trattore

Un desiderio impellente di assumere cocaina ha indotto uno dei clienti identificati ad arrivare nel quartiere San Bartolomeo a bordo di un trattore. Un mezzo che non è passato inosservato agli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia. Un maggiore controllo ha consentito di accertare che l'uomo era un agricoltore con alle spalle un'avviata azienda con sede nel Cassinate. Nell'ordinanza a firma del Gip Gabriele Montefusco emergono altri spaccati di vita quotidiana che ora saranno oggetto di ulteriori indagini. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi, non si conclude con l'arresto dei tre. Antonietta Di Silvio è stata trasferita nel penitenziario femminile di Rebibbia a Roma. Il figlio è stato rinchiuso nel carcere di Cassino mentre la figlia ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. Nei prossimi giorni stanno ascoltati dal magistrato.

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