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Cronaca

Colleferro, Sanna e Calamita: “nessun rifiuto (CSS) nella cementeria"

In una nota gli amministratori fanno chiarezza sulle voci emerse in questi ultimi giorni

La presenza del cementificio a Colleferro è ormai parte integrante della città da quasi 100 anni. Generazioni di lavoratori si sono susseguite al suo interno da quanto il termine impatto ambientale era vagamente conosciuto e passare per via Sabotino significava trovarsi coperti di polvere bianca. Nel corso degli anni le cose sono cambiate e l’impatto ambientale del cementificio si è ridotto a tal punto che i fenomeni che abbiamo raccontato sono un ricordo di poche persone, oggi praticamente del tutto assenti e riconducibili solo a temporanei guasti prontamente risolti.

“Gestire un impianto così grande – spiegano in una nota il sindaco Sanna e l’assessore Calamita -  significa fare i conti con problemi ambientali sia locali che globali, farlo significa pensare al futuro ed a come lo lasciamo ai nostri figli. Oltre ai problemi emissivi legati alla vita di un cementificio occorre chiedersi come si fa il cemento e dove prendere tutte le risorse necessarie. Normalmente si scavano delle cave come quelle che al confine con Colleferro lungo via Traiana, che cambiano il paesaggio in modo quasi permanente. L’Architetto Oddini e l’Ingegner Morandi quando hanno progettato Colleferro hanno scavato sotto le colline e costruendo sopra per evitare di sfigurare il paesaggio, ci domandiamo cosa direbbero oggi vedendo alcune delle cave che circondano la città a cui hanno dato letteralmente vita. Certo è che non ci si può fermare del tutto e un minimo di estrazione è necessaria. Si può agire intelligentemente, basti pensare al nastro trasportatore che dalla cava porta il cemento in impianto risparmiando decine di mezzi di trasporto. In generale, per far capire alle persone come si possa fare a ridurre l’estrazione sentiamo il dovere di spiegare quanto segue e fare chiarezza su una polemica, frutto di una generale confusione, sorta in questi giorni”.

Chiarezza sulla VIA

La richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale in corso per la cementeria di Colleferro, contrariamente alle polemiche emerse in questi giorni, non riguarda l’utilizzo di combustibili alternativi in sostituzione dei combustibili fossili, ma l’impiego di alcune tipologie di materiale inerte, ad esempio calcinacci, prima che diventi rifiuto e derivanti da specifici e controllati processi produttivi, in parziale sostituzione delle materie prime naturali da cava utilizzate per la produzione di cementi.  Si tratta di materiali recuperati che hanno composizione e caratteristiche idonee a questa sostituzione e perfettamente compatibili con il ciclo di produzione del cemento, contenendo gli stessi ossidi (calcio, ferro, alluminio, silicio) richiesti per la produzione del clinker e normalmente approvvigionati da cave. La qualità del prodotto finito rimane inalterata, sia dal punto di vista tecnico che ambientale, ed è continuamente controllata secondo rigorosi controlli previsti dalla normativa di settore. I materiali provengono da operatori qualificati, anch’essi sottoposti a controlli analitici in applicazione delle normative. Si tratta in effetti del riciclo di materia applicato al cemento: come deve farci piacere che venga riciclata la plastica delle bottiglie e se ne producano altre allo stesso modo dobbiamo fare per i materiali che utilizziamo per costruire le nostre case e le nostre infrastrutture.

Una pratica virtuosa

L’utilizzo di questi materiali in sostituzione di alcune materie prime naturali è considerata una pratica virtuosa per la concreta attuazione dell’economia circolare che trasforma un problema in una risorsa. Si tratta di una pratica sicura e largamente utilizzata in tutta Europa, in quanto consente un risparmio di risorse naturali e allo stesso tempo evita il conferimento in discarica di materiali che invece possono essere ancora utilizzati nel ciclo industriale. Il risultato è un duplice vantaggio per l’ambiente ed è in questa ottica che è stata adottata dalla cementeria di Colleferro. 

La percentuale di sostituzione delle materie prime naturali nello stabilimento si attesta intorno a qualche punto percentuale. Il progetto in valutazione, difatti, è già operativo dal 2007 e la Valutazione di Impatto Ambientale può già valutare dati concreti di utilizzo.

L’impianto di Colleferro, come emerge dal Bilancio Ambientale presentato questa primavera, presenta performance ambientali in costante miglioramento. Grazie agli importanti investimenti di ottimizzazione degli impianti, il monitoraggio ambientale ha infatti confermato un sensibile miglioramento dei più importanti parametri, con risultati molto positivi per la qualità delle emissioni. Le emissioni sono infatti al di sotto dei limiti di legge e in maniera molto significativa per alcuni parametri ambientali. Nel 2017 l’emissione giornaliera media di polveri sottili è stata quattro volte inferiore rispetto al limite imposto dalla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Valori positivi sono stati registrati anche per gli ossidi di azoto, con valori ridotti del 35% rispetto agli anni passati, e per l’anidride solforosa, i cui valori sono 40 volte più bassi rispetto alla norma di riferimento.

Insomma Colleferro sicuramente ospita una grande industria, nata prima ancora della città, con le sue criticità ma anche in questo caso è possibile dotarsi di sistemi in grado di dare una mano all’ambiente. La produzione del cemento ha determinati processi produttivi ed a quelli ci si deve attenere per costruire opere pubbliche e private. Ci dispiace tanto che queste maestranze vengano prese di mira da chi, per attaccare la nostra amministrazione, li mette in cattiva luce con bugie e vaghe ricostruzioni. Se l’obiettivo è quello di oscurare la recente vittoria riguardante gli inceneritori, che finalmente verranno riconvertiti con reimpiego delle maestranze in un contesto di economia circolare vera attenta al recupero di materia, possono anche smetterla.

Niente rifiuti

Chi oggi parla di rifiuti bruciati evidentemente non sa leggere o mette in giro questa voce per fini politici. Il nostro cementificio non è in grado di bruciare i cosiddetti Combustibili Solidi Secondari (CSS) e non ci sono progetti in tal senso ed in ogni caso la nostra amministrazione non è d’accordo. Ci auguriamo che il cementificio possa continuare a fare investimenti per rivolgere un’attenzione all’ambiente sempre maggiore, in questo troveranno nella nostra amministrazione uno stimolo fatto di collaborazione e fermezza su un tema che ci sta molto a cuore.

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