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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Alatri

Frontale in diretta social, parla Ivan: "Ho sbagliato ed attendo giustizia ma lasciatemi in pace"

A distanza di 20 giorni parla in una lettera l'uomo che era alla guida del Suv che si è scontrato frontalmente con un'auto guidata da una donna che rimase ferita insieme ai due figli

Dopo oltre 20 giorni arriva la lettera del pentimento di EI Dossi Abdelhafid, conosciuto sui social con il nome di Ivan Marocco, ovvero dell'uomo che era alla guida del Suv che il 10 settembre scorso si è schiantato contro un'altra auto in territorio di Alatri dopo aver invaso la corsia opposta il tutto mentre faceva una diretta su Instagram. 

Un incidente che ha portato al ferimento di tre persone ovvero di una mamma e dei suoi figli, una delle quali era stata portata in eliambulanza in ospedale a Roma. Un fatto di cronaca che ha avuto un eco nazionale con il video del violento impatto che ha fatto il giro di tutti i media.

Le immagini schioccanti ed il video in diretta

Oggi, in una lettera giunta in redazione Frosinonetoday.it l'uomo di origine marocchine dice di aver sbagliato e voler pagare il suo debito con la giustizia ma chiede, altresì, di essere lasciato in pace in quanto non può ancora tornare nella sua casa dove abita con gli anziani genitori. 

La lettera e la richiesta di essere lasciato in pace

Il sottoscritto EI Drissi Abdelhafid, nato a Oulad Bouali Nouaja (Marocco) il 10/10/1993, comunica quanto segue: "Non sono un mostro. Ho sbagliato e intendo pagare il mio debito con la giustizia e con la famiglia di Supino, coinvolta nell'incidente stradale da me causato. Ho fatto una pazzia, ma io stesso ho rischiato di morire nell'impatto, avendo quindi creato una situazione ben diversa da quella di coloro che, non rischiando nulla, mettono a repentaglio solo la vita degli altri, ma non la propria.

Sono in Italia da molti anni, con regolare permesso di soggiorno e sono stabilmente impiegato, con un contratto a tempo indeterminato, presso una ditta edile di Boville Ernica, ove svolgo l'attività di piastrellista specializzato: sul posto di lavoro sono amato e ben voluto dal datore di lavoro e dai miei stessi compagni.

Solo da qualche giorno, dopo aver subito ben due operazioni, sono stato dimesso dall'ospedale (prima Frosinone, poi Roma), ma non ho potuto fare rientro a casa, dove vivo con i miei due anziani genitori, che io personalmente sostengo moralmente e materialmente, in quanto la casa è presidiata da curiosi, da giornalisti e da troupe televisive, che aspettano di sapere da me come si sono svolti i fatti.

Sono costretto a vivere in un'altra abitazione, ospite di amici, perché sia io, che la Mia famiglia, abbiamo ricevuto pesantissime minacce di morte, assolutamente inconcepibili, una nazione ovile quale è l'Italia: ribadisco, ancora, che io sono pronto a pagare o mio debito con la giustizia, Ma quella rappresentata dalla magistratura e non quella rappresentata, sommariamente, dal popolo.

Io e la mia famiglia abbiamo deciso di incaricare l'Avv. Giampiero Vellucci per la mia difesa, ma il legale non ha ancora accettato l'incarico: noi lo aspettiamo con fiducia per ottenere un processo giusto e con il rispetto delle regole cui ha diritto un comune cittadino, italiano o straniero che sia. Chiedo nuovamente scusa e perdono a tutti e accetterò serenamente, ma con tutte le garanzie di legge, la sentenza che verrà emessa nei miei confronti".

EI Dossi Abdelhafid 
 

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