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Cronaca

Frusinate, sale new slot e centri scommesse: così fa business la malavita

La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia parla chiaro. Nel 2018 le più importanti operazioni di lotta alla criminalità organizzata hanno riguardato anche la Ciociaria terra di riciclaggio e residenza di camorra e 'ndrangheta

Lembo di terra tra Roma e Napoli il frusinate oramai da anni è divenuto feudo delle organizzazioni criminali più importanti in Italia. Al confine con le province di Caserta, Roma e Latina oramai da trenta anni è stata scelta come 'colonia penale' di tutti coloro che militano in clan ed organizzazioni malavitose e che non intendono, per motivi di potere ed egemonia, allontanarsi troppo dagli 'affari'. Nel Frusinate svernano i latitanti e investono le teste di legno. Non si spara. Non si uccide. La calma, pattuita da chi sceglie paesi e cittadine per vivere senza dare nell'occhio, viene rispettata. A dar voce al lavoro silente degli investigatori anti mafia della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e dei Carabinieri è stata ancora una volta la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia che nel 2018 dedica un ampio capitolo alla provincia di Frosinone.

Le indagini

"La provincia di Frosinone è interessata da significative presenze della criminalità mafiosa - si legge nel capitolo della relazione DIA a pagina 296 -, soprattutto della camorra, come emerge dall’azione di contrasto degli ultimi anni. In proposito, nel 2011, l’operazione “Verde Bottiglia” ha consentito alla DIA di procedere al sequestro preventivo - effettuato nei comuni di Castrocielo, Cassino ed Aquino, nonché a Formia, Gaeta, Roma e L’Aquila - di un patrimonio di circa 90 milioni di euro, riconducibile al clan dei Casalesi, accumulato prevalentemente con l’importazione illegale di auto dalla Germania. Oltre ai Casalesi, nel territorio di Cassino, si è registrata una proiezione anche di soggetti appartenenti al clan degli Esposito di Sessa Aurunca, ai Belforte di Marcianise per quanto concerne la provincia di Caserta ed ai clan napoletani Licciardi, Giuliano, Mazzarella, Di Lauro ed al clan dei Gionta, originario di Torre Annunziata. Tali soggetti sono risultati interessati principalmente al settore del gioco e delle scommesse (sale bingo, raccolta delle scommesse sportive ed ippiche, i videopoker e le cd. new slot) e a quello dello smaltimento dei rifiuti. A tal proposito, a conclusione dell’operazione “Normandia-Rischiatutto” (p.p. 45702/12 RGNR, 12979/13 RG GIP e 351/13 OCCC DDA di Napoli), a giugno del 2013, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 57 soggetti, tra cui molti esponenti del clan dei Casalesi, responsabili di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse, illecita concorrenza con violenza e minacce, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode informatica, riciclaggio, reimpiego di capitali, aggravati dalle finalità mafiose".

Attentati ed arresti

"Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati anche beni mobili e immobili per un valore di diverse centinaia di milioni di euro. Le indagini avevano preso avvio dopo alcuni atti violenti ed una serie di vicende societarie che avevano coinvolto una Sala Bingo della Ciociaria (quella di Ferentino ndr). Nel periodo di riferimento, anche nel frusinate sono stati tratti in arresto diversi pregiudicati campani. Il 24 gennaio 2018, in un casolare di Cassino, è stato catturato il reggente del gruppo Polverino di Marano di Napoli, latitante dal 2011. Il successivo 26 giugno, a Fiuggi, dove si trovava agli arresti domiciliari, è stato eseguito un ordine di esecuzione di pena detentiva a carico di un pregiudicato, contiguo al clan Amato-Pagano, condannato per traffico internazionale di droga ed associazione di tipo mafioso - si legge ancora nella relazione -. Per quanto concerne la criminalità organizzata lucana, si segnalano alcune connessioni operative tra il clan potentino Marturano-Stefanutti e la ‘ndrangheta del crotonese, sempre nel settore del gioco illegale. In particolare, il 30 marzo 2017, a conclusione dell’indagine ’Ndrangames, i Carabinieri hanno arrestato un gruppo criminale che aveva agevolato la cosca Grande Aracri di Cutro in provincia di Crotone ed il clan Marturano-Stefanutti nell’illecita raccolta delle scommesse on-line e nella gestione di videogiochi elettronici (New slot e Totem) sprovvisti delle necessarie concessioni dell’AAMS. Nell’occasione, venivano sottoposte a sequestro preventivo apparecchiature elettroniche, installate presso 5 esercizi pubblici situati in provincia di Frosinone".

La risposta dello Stato

In meno di due anni lo Stato ha inviato in provincia di Frosinone vere proprie eccellenze dell'investigazione nella lotta alla criminalità organizzata. Come comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri è arrivato il colonnello Fabio Cagnazzo. Lo stesso ufficiale che in sette anni di servizio in Campania ha messo a segno oltre 8000 arresti, stanato 128 latitanti e smantellato il clan Russo di Nola. Al vertice della Guardia di Finanza di Frosinone da sei mesi è arrivato il colonnello Alessandro Gallozzi, con una esperienza nel Gico (Gruppo Investigativo Crimine Organizzato) di Roma. L'ufficiale ha trascorso diversi anni della sua carriera tra Mondragone e Casal di Principe. La Polizia di Stato, nella persona del questore Rosaria Amato, da oramai dodici mesi sta portando avanti, in particolar modo nel Cassinate, una lotta contro le organizzazioni criminali che trafficano droga. Oltre alle sale scommesse infatti esiste un floridissimo traffico di sostanze stupefacenti. 

Il prefetto siciliano

In ultimo e non meno importante è stato l'arrivo del prefetto proveniente da Palermo, Ignazio Portelli che, conoscendo bene il fenomeno del riciclaggio e delle infiltrazioni della malavita nella pubblica amministrazione e la corruzione nella politica, nonché nel settore ambientale, ha fortemente voluto, in stretta collaborazione con i procuratori di Cassino e Frosinone, l'avvio di una serie di controlli che sono sfociati in iniziative investigative che in provincia di Frosinone non hanno precedenti. 

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