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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Sora

Omicidio Palleschi, la Cassazione deciderà se il 'mostro del Fibreno' merita l'ergastolo

L'iter processuale per il brutale assassinio della professoressa di Sora, massacrata a colpi di pietra per aver reagito ad un tentativo di stupro, è arrivato alla battute finali. Udienza fissata per il prossimo 18 maggio.

L'assassino di Gilberta Palleschi merita di ottenere uno sconto di pena per una presunta semi infermità mentale? E' quanto dovranno decidere i giudici della Corte di Cassazione il prossimo 18 maggio. Gli ermellini quindi dovranno stabilire se riconfermare o meno la decisione presa dai colleghi della Corte d'Appello, nell'udienza di secondo grado, hanno ribaltato la decisione presa dal Gip del tribunale di Cassino, Angelo Valerio Lanna che, con il rito abbreviato, ha inflitto al muratore di Sora, Antonio Palleschi, la pena dell'ergastolo. I magistrati della I Corte d'assise d'appello di Roma, valutando gli esiti di una perizia psichiatrica da loro stessi disposta, hanno rideterminato la pena dell'ergastolo inflitta al 'mostro del Fibreno', reo confesso. L'uomo, all'epoca dei fatti (dicembre 2014) 44enne, si è visto infliggere solo venti anni di carcere.

La detenzione in una Rems

Il riconoscimento della diminuente è stata ritenuta equivalente alle aggravanti contestate all'imputato (crudeltà, sevizie, violenza sessuale) e alla recidiva; a Palleschi, a pena espiata, sarà inoltre applicata la misura di sicurezza del ricovero per tre anni in una Rems (strutture sanitarie riabilitative per malati psichiatrici).

La ricostruzione

Era il primo novembre 2014 quando Gilberta Palleschi, insegnante di inglese alle scuole medie di Sora, scompare nel nulla dopo essere uscita per fare una passeggiata, la solita lungo le sponde del fiume Fibreno. Quaranta giorni di ricerche in ogni dove e poi il dieci dicembre del 2014 il corpo della cinquantaseienne viene ritrovato straziato e in stato decomposizione sui monti di Campoli Appennino. Era stata uccisa a pugni e calci. 

La confessione

A condurre i carabinieri in quel luogo impervio fu Antonio Palleschi. Confessò ai carabinieri che erano riusciti ad individuarlo grazie ad alcune testimonianze, di aver ucciso donna che si era ribellata ad un tentativo di stupro. Palleschi ha anche riferito di aver oltraggiato il corpo ormai privo di vita della povera Gilberta il giorno successivo alla morte. 

La battaglia

La madre di Gilberta, la signora Elia, il fratello Roberto, la cognata Giuliana, i nipoti, le colleghe e tutti coloro che hanno conosciuto ed amato la sfortunata professoressa, non si sono mai arresi. Hanno sempre mantenuto viva l'attenzione affinchè per Antonio Palleschi venga messa in atto una pena esemplare, quella dell'ergastolo.

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