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Cronaca Piedimonte San Germano

Piedimonte, 'corruzione elettorale', nove indagati eccellenti

Nella maxi inchiesta portata avanti dai carabinieri e dalla Procura di Cassino sono finiti amministratori, un sindacalista, un imprenditore e cinque persone residenti in paese

Avrebbero approfittato dello stato di bisogno di molte persone residenti a Piedimonte per offrire loro posti di lavoro in cambio di voti. Nove le persone al momento indagate dalla Procura di Cassino per il reato di 'corruzione elettorale'. Le indagini, portate avanti dai carabinieri del comando provinciale di Frosinone, hanno fatto emergere uno spaccato di società che se dovesse trovare fondamento porterebbe alla luce un business del quale, fino ad oggi, si era solo parlato, come una leggenda metropolitana.

Informativa scottante

Gli investigatori del colonnello Fabio Cagnazzo sotto le direttive del sostituto procuratore Alfredo Mattei, avrebbero accertato che, con la complicità di un imprenditore, sarebbero state effettuate 'assunzioni elettorali'. I dipendenti storici costretti alle ferie forzate e le nuove leve posizionate alla catena di montaggio. Ma solo per l'intero periodo della campagna elettorale. Una volta finite le elezioni, tutti gli assunti pro tempore sono stati rispediti a casa. Nell'informativa 'esplosiva' consegnata dai carabinieri del Reparto Operativo di Frosinone ci sono nomi di politici, imprenditori, sindacalisti e cittadini che vivono a Piedimonte San Germano. Nei loro confronti è stato ipotizzato il reato di 'corruzione elettorale' come previsto dall'articolo 86 comma 1 e 2 D.P.R. 570/1960. 

Il modus operandi

Secondo quanto emerso dalle prime verifiche, ognuno degli indagati (ma la lista potrebbe ampliarsi nelle prossime settimane) potrebbe aver avuto un ruolo ben preciso: Politici, attualmente in carica all'interno del consesso civico di Piedimonte, avrebbero avvicinato i cittadini in difficoltà e bisognosi, garantendo loro un lavoro in cambio di un 'pacchetto' di voti sicuri; l'imprenditore ed il sindacalista, entrambi operanti nell'indotto Fca, avrebbero provveduto a 'collocare' chi, avendo bisogno di uno stipendio, accettava questa sorta di 'do ut des' illegale. Cinque i cittadini, tra uomini e donne che, fino a questo momento, risultano aver usufruito di un'assunzione a tempo determinato in una delle aziende compiacenti. Alcuni degli indagati difesi dagli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola e Coriolano Cuozzo, sono stati nuovamente interrogati.

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