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Cronaca

Roma, enti locali, borghi (uncem):

Bellucci (uncem lazio):

Bellucci (uncem lazio): <i cittadini sentono sulla pelle gli effetti della ‘Delrio’>

I contenuti vengono prima dei contenitori. Uncem lo ripete da almeno dieci anni e lo ha ribadito tutte le volte che si è avviata una riforma istituzionale relativa agli Enti locali e all'associazionismo comunale. Così ha fatto anche nell’ultimo Consiglio nazionale dell'Unione dei Comuni e degli Enti montani, riunito a Roma.

I Consiglieri nazionali del "parlamentino" degli Enti locali montani hanno approvato un documento che sottoporranno al Governo e al Parlamento che contiene le linee guida per ridare piena dignità politica e istituzionale ai territori, rimettendo mano alla legge 56/2014, la "legge Delrio".

"L'organizzazione istituzionale è funzionale allo sviluppo socio-economico del territorio e alla garanzia dei diritti di cittadinanza delle comunità locali - ha evidenziato l'on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem - Fin qui la modernizzazione degli Enti locali italiani, a differenza di altri Stati europei, è fallita perché abbiamo cercato solo risposte di ingegneria istituzionale. Si parte dai contenuti, dalle strategie e dalle necessità, e l'armatura istituzionale è figlia di questi obiettivi e non viceversa". Nel documento Uncem, vi è un chiaro riferimento agli importanti provvedimenti legislativi già varati e in fase di approvazione dal Parlamento in materia di sviluppo locale: il Collegato ambientale, la legge sui piccoli Comuni e le aree montane, la riforma dei Parchi e aree protette, il Collegato agricolo con la delega al governo per il riordino dell'ala forestazione, il ddl sul consumo di suolo. "Tutti articolati che prevedono un ruolo chiave per le Unioni di Comuni, le aggregazioni degli Enti locali. Contenuti già espressi dunque, al quale va legato il riordino istituzionale", secondo il Consiglio Uncem.

Quattro le necessità che Uncem condividerà con Governo e Commissioni parlamentari. "A partire dalla necessità di bacini omogenei, stabili e da definire dalle Regioni con i Comuni interessati - spiega l'on. Borghi - In montagna si definiscono rispettando omogeneità orografiche o morfologiche. Nell'ambito ottimale ci devono stare tutti i Comuni del territorio di riferimento, cioè devono associarsi tutti gli Enti di quel bacino indipendentemente dalla dimensione demografica. Così possono riorganizzare i servizi ai cittadini e soprattutto programmare sviluppo e crescita economica dei territori".

Per l'Uncem, insomma, va archiviata la previsione del decreto legge 78/2010 che stabiliva solo per i Comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti nei territori montani l'esercizio associato. "Naturalmente - precisa Borghi - serve flessibilità e capacità di articolare il numero delle funzioni associate in rapporto al grado di integrazione dei territori. Ma la sola funzione dello sviluppo locale è esercitabile se tutti i comuni di un ambito ottimale cooperano tra loro. Su questo si possono innestare in forma flessibile le altre funzioni fondamentali stabilite dal decreto 78 e di fatto mai attuate per la rigidità normativa e la previsione ideologica della norma stessa".

Uncem dice quindi no alle deroghe e alle proroghe che hanno accompagnato il panorama legislativo degli enti locali negli ultimi anni. "Mettere mano al testo unico degli Enti locali - continua il presidente Uncem - vuol dire affrontare anche il tema delle Province e delle loro funzioni. Le funzioni della viabilità e delle scuole oggi non sono integralmente coperte dai trasferimenti statali. Mancano ancora 200 milioni di euro. Rischiamo di avere Province che dichiarano il dissesto. E che non riusciranno a garantire i servizi, come lo sgombero neve". Anche per questo il riordino della fiscalità locale è decisivo. "Ma è la conseguenza della riorganizzazione istituzionale. Oggi tutti viviamo di finanza derivata. Senza più alcuna autonomia. I Comuni hanno tasse e tariffe bloccate, con un fondo di perequazione diminuito e fonte di contrasti tra comuni ricchi e Comuni poveri. Dobbiamo dare vita a un modello italiano di organizzazione, un sistema moderno e permanente - conclude l'on. Borghi - che restituisca autonomia e opportunità di investimento agli Enti locali, anche grazie al modello della Strategia nazionale Aree interne e della Strategia Nazionale Green Communities, decisive per una nuova stagione di concreta programmazione in grado di far spendere presto e bene le risorse europee per lo sviluppo locale ancora ferme".

Il Consiglio Uncem ha in conclusione dei lavori affrontato anche il tema dell'emergenza incendi e ha discusso del ruolo che gli Cnti locali devono avere nella prevenzione e nella gestione di questi fenomeni dolosi ma soprattutto nella manutenzione, nella gestione attiva del bosco a fini protettivi e produttivi, nel presidio e nel controllo del territorio.

“I temi messi in campo del Presidente Borghi e discusso nel Consiglio Nazionale Uncem – sottolinea il Presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci – sono quelli che ormai non solo gli addetti ai lavori ma tutti i cittadini, specie in zone difficili come quelli montani, sentono ogni giorno sulla propria pelle. Ecco perché anche nel Lazio, da un anno ormai, ci battiamo affinché il Governo si impegni a rivedere le leggi di riforma che sono risultate dannose, come la 56/2014, soprattutto ai fini dei servizi che devono essere erogati alla cittadinanza”

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