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Sabato, 20 Aprile 2024
Roma

Camera di Commercio: nuovi sbocchi per l’export: al via il Forum Cina. Bando Per fiere all’estero

Camera di Commercio di Frosinone e UniCredit hanno incontrato le imprese del territorio per tracciare insieme la rotta verso i mercati orientali,

Camera di Commercio di Frosinone e UniCredit hanno incontrato le imprese del territorio per tracciare insieme la rotta verso i mercati orientali,

Non un semplice convegno, ma un incontro operativo in cui gli imprenditori del territorio hanno avuto la possibilità di confrontarsi sulle caratteristiche e le potenzialità di un mercato che cresce a ritmi straordinari. E’ questa la caratteristica del Forum Cina, organizzato oggi a Frosinone presso la sede della Camera di Commercio da UniCredit e dall’Agenzia di Sviluppo.

L’incontro, cui hanno preso parte circa 70 aziende provenienti da tutta la regione, è stato aperto dai saluti di Marcello Pigliacelli, Presidente della Camera di Commercio di Frosinone, Genesio Rocca, Presidente Aspin, e Mario Fiumara, Responsabile Public Sector e Territorial Development Centro Italia di UniCredit.

Durante la giornata si è parlato di come investire in Cina: lo "scenario di business e il supporto di UniCredit" (intervento di Maurizio Brentegani - General Manager UniCredit Shanghai) e la "consulenza di GWA" (intervento di Giovanni Pisacane - Managing Partner GWA Advisory). Maurizio Stirpe, Presidente Unindustria, e Lucio Mancini, Amministratore Unico La Ferriera srl, hanno inoltre offerto ai partecipanti la propria testimonianza ed esperienza di imprenditori.

“La Camera di Commercio di Frosinone è ben lieta di ospitare il Forum Cina, organizzato da Unicredit e dall'Agenzia di Sviluppo”. E' quanto sottolineato dal presidente dell'Ente camerale di Frosinone, Marcello Pigliacelli. “Ancora una volta – ha aggiunto il presidente Pigliacelli - la Camera di Commercio, attraverso Aspin la nostra Azienda speciale per l'internazionalizzazione, è impegnata nella promozione delle piccole e medie imprese sui mercati emergenti. Oggi, con questa iniziativa, focalizzeremo e valuteremo le grandi opportunità che il mercato cinese offre. La crisi economica, ormai, perdura da molto tempo e l'immobilità del mercato interno obbliga le aziende a guardare a nuovi mercati. In quest'ottica la Camera di Commercio e Aspin sono attente ai grandi mutamenti in atto nel commercio internazionale e attive nel promuovere interventi forti e mirati”.

“Ormai – afferma Genesio Rocca, presidente dell'azienda per l'internazionalizzazione Aspin - da molti anni la Cina e’ saldamente ai primi posti nella classifica mondiale relativa all’attrazione degli investimenti diretti esteri (IDE). La Cina, in una economia globalizzata, rappresenta un mercato che non si può non prendere in considerazione. Certamente non tutte le imprese possono o devono investire in Cina, ma quasi tutte hanno l’obbligo di valutare con razionalità e preparazione se farlo. Il consiglio che da imprenditore do a chi intende fare affari con la Cina è di rivolgersi in prima battuta agli enti ed alle istituzioni italiane che possono affiancarci e farci da apripista in tutto il mondo, specie in Paesi estremamente affascinanti ma altrettanto difficili”.

“Quello di oggi – ha spiegato Mario Fiumara, Responsabile Public Sector e Territorial Development Centro Italia di UniCredit - è un appuntamento importante per le imprese del nostro territorio che vogliono affacciarsi ai mercati cinesi. La Cina, infatti, oggi non è più solo un competitor aggressivo con cui confrontarsi sullo scenario mondiale, ma rappresenta un’opportunità, un mercato ad alto potenziale di sviluppo che conta oltre 1 miliardo di consumatori e registra importanti tassi di crescita. Le imprese della regione operanti nei settori dell’alimentare, del lusso o della moda sono delle eccellenze del Made in Italy che possono imporre propri marchi e prodotti sui mercati orientali”.

LE POTENZIALITA’ DEL MERCATO CINESE

La Cina rappresenta oggi un mercato imprescindibile per le imprese che intendono aumentare il proprio giro d’affari attraverso strategie di internazionalizzazione. Il paese asiatico, infatti, dopo anni caratterizzati da politiche di supporto all’export delle proprie aziende, è ora orientato a un riequilibrio della propria bilancia commerciale e nonostante qualche segnale di rallentamento, a causa della stagnazione dei consumi nei Paesi occidentali, mostra tassi di crescita ancora elevati superiori al 7% nel 2013.

Se a ciò si uniscono le tendenze riscontrate tra la popolazione cinese ad un aumento generalizzato dei redditi e della spesa pro capite e all’occidentalizzazione delle abitudini di consumo, risultano chiare le enormi potenzialità offerte dal mercato cinese.

UniCredit in Cina, una storia che parte da lontano

La Cina è ormai il secondo Paese per incidenza sul Pil mondiale. A oggi UniCredit è l'unica banca italiana ad avere una licenza bancaria piena in Cina e conta tre filiali e due uffici di rappresentanza.

«Malgrado il periodo che la Cina ora attraversa è evidente che questo Paese si avvia ad aprirsi tutto al commercio straniero. È un mercato di 400 milioni di uomini ove l'industria e il capitale italiano rinunzieranno a trovare il loro guadagno se non prepareranno fin d'ora il terreno. Due strumenti deve qui crearsi l'Italia: una linea di navigazione e una banca».

L'invito di Sforza a 100 anni di distanza rimane valido. Nella storia del Gruppo UniCredit l'interesse per il mercato cinese è sempre stato una costante. Se, infatti, a oggi UniCredit è l'unica banca italiana ad avere una licenza bancaria piena in Cina e conta tre filiali (Hong Kong, Shanghai e Canton) e due uffici di rappresentanza, gli interessi del Gruppo in Cina risalgono alla fine dell'Ottocento, quando il Credito Italiano, già membro del Consorzio Italiano per il Commercio nell'Estremo Oriente, decise il 15 aprile 1899 di approfondire il proprio coinvolgimento in Cina dando autorizzazione a Enrico Rava e a Guglielmo Pfzmajer di firmare l'atto costitutivo della Società Italiana per il Commercio con le Colonie. Alberto Treves fu nominato rappresentante del Credito Italiano e Amministratore della Società costituita il 27 maggio 1899 a Roma, presso la Sede del Credito Italiano già Sede della Casa Bancaria Manzi. Nel dicembre 1901 fu stipulata una convenzione fra il Credito Italiano, i Ministeri degli Esteri e del Tesoro, la Società Italiana per il Commercio con le Colonie e la Società Bancaria Milanese per la gestione delle indennità, 450 milioni di taels, dovute dalla Cina alla Potenze firmatarie del Protocollo del settembre 1901. La Società Italiana per il Commercio con le Colonie si impegnava, oltre alla riscossione delle indennità, ad aprire una propria filiale bancaria a Shanghai per favorire anche l'importo della seta, i servizi bancari e gli scambi commerciali. L'accrescere degli interessi in Cina spinse parte del Governo Italiano, in particolare per mano di Carlo Sforza, a sostenere la necessità di fondare una banca italiana nel paese. Lo scoppio della prima guerra mondiale impedì il concretizzarsi dell'iniziativa, che fu ripresa solo al termine del conflitto allorché il volume di affari si accrebbe anche a seguito del commercio di armamenti.

Al termine della prima guerra mondiale, si decise di operare con una vera banca e non più con la Società Italiana per il Commercio con le Colonie. Nel febbraio 1920 fu, pertanto, fondata la Sino Italian Bank con Sede a Shanghai mediante la cooperazione paritaria di un gruppo finanziario italiano, facente capo al Credito Italiano, e di un gruppo cinese. Tra i principali promotori vi erano Ernesto Denegri, Egidio Marzoli, entrambi residenti in Cina, Lionello Scelsi, ex Console italiano a Shanghai e futuro presidente della Banca, e la Banca Unione di Credito di Lugano. Inizialmente la Sino Italian Bank disponeva di un capitale versato di 4.000.000 lire oro italiane e di 1.200.000 dollari argento cinesi. Compito principale della Banca era promuovere e incoraggiare l'incremento dei traffici italo-cinesi: in particolare si occupava dei finanziamenti delle esportazioni di prodotti manifatturieri italiani in Cina, nonché di quelli relativi alle importazioni in Italia, Francia, Stati Uniti, ecc. delle materie prime cinesi. Nel 1924 il gruppo cinese cedette la sua partecipazione e il capitale della Banca, passato interamente sotto il controllo del gruppo italiano, fu convertito in 1.000.000 dollari USA. La Banca mutò la sua ragione sociale in Banca Italiana per la Cina. Alla Banca furono anche affidati incarichi fiduciari dal Governo cinese, come quello delle operazioni di conversione dei vecchi buoni cinesi (ex austriaci) in un nuovo prestito 8%, e dal Governo italiano quello della riscossione delle quote mensili relative alla indennità dei Boxers. La Banca fu il maggiore investimento italiano in Cina. Il movimento generale dei suoi conti passò da 197 milioni di taels e 10 milioni di dollari USA nel 1929 a 271 milioni di taels e 13 milioni di dollari USA nel 1931. Durante la seconda guerra mondiale i giapponesi si impossessarono della Banca e dei valori, comprese ingenti quantità di dollari USA in banconote, il 10 settembre 1943 dopo la resa dell'Italia agli Alleati. I funzionari furono prima confinati nella Casa d'Italia a Shanghai e successivamente internati con le famiglie a Weihsien (Shantung) dal dicembre 1943. Riuscirono a rientrare a Shanghai soltanto nell'ottobre del 1945. Le autorità nazionaliste cinesi restituirono i locali della Banca nello stesso anno ma la ripresa delle attività rimase problematica a causa della guerra civile tra nazionalisti e comunisti.

Nel 1948 a seguito dei profondi mutamenti avvenuti in Cina, la Sede della Banca fu spostata a Vaduz. Il 14 giugno 1949 si cambiarono i fini societari mutando la ragione sociale in Sinit (Soc. per Iniziative Finanziarie Bancarie e Commerciali). Il Credito Italiano mantenne la partecipazione nella nuova società finanziaria fino al 1985 quando fu ceduta a terzi.

Il Credito Italiano riprese ad investire in Cina nel 1982 con un ufficio di rappresentanza a Pechino a cui si aggiunse nel 1996 una filiale a Shanghai. Ambedue le strutture furono conservate da UniCredit che aprì nel 2012 una nuova filiale a Canton.

CONTRIBUTI ALLE IMPRESE CHE INVESTONO NELLA CRESCITA INTERNAZIONALE. DAL 10 OTTOBRE AL VIA I CONTRIBUTI PER IL PRIMO QUADRIMESTRE 2014

La Camera di Commercio di Frosinone, attraverso Aspin, concede contributi a fondo perduto alle imprese per partecipare a fiere internazionali e missioni economiche all'estero e per acquistare servizi di consulenza e assistenza per l'internazionalizzazione.

Dal 10 ottobre al 10 novembre 2013 è possibile presentare le domande di contributo per le attività che saranno realizzate dalle imprese nel corso del primo quadrimestre del 2014.

L’entità del contributo varia in base ai Paesi verso i quali sono indirizzate le attività.

La modulistica e la procedura per presentare le domande sono disponibili sul sito di Aspin www.aspin.fr.it, e possono essere richieste telefonicamente agli uffici di Aspin 0775.270230.

“Fiere e incontri d’affari internazionali rappresentano una grande opportunità per le imprese che vogliono ampliare il loro mercato e incrementare la propria clientela, sia italiana che estera – hanno spiegato, durante il Focus Cina, svoltosi questa mattina in Camera di Commercio, il presidente Marcello Pigliacelli e il Presidente di Aspin Genesio Rocca – perché consentono promuovere prodotti e servizi di elevata qualità e di entrare in contatto diretto con potenziali clienti di alto profilo. L’Azienda Speciale, da oltre 10 anni, promuove con successo le imprese all’estero, accompagnandole e facendosi carico dell’organizzazione attraverso collettive che consentono all’imprenditore di non sentirsi solo nell’approccio ad un nuovo mercato. Adesso, questo nuovo compito che la Camera di Commercio di Frosinone ha affidato ad Aspin, completa e dà ancor più valore alle azioni dell’Azienda Speciale, permettendoci di stare al fianco anche di quelle aziende che si sentono pronte a cogliere nuove opportunità oltre quelle già offerte”.

“Anche per il 2014 Aspin è chiamata a svolgere un ruolo di grande responsabilità che la vede protagonista nell’intercettare e stimolare la domanda delle migliori piazze internazionali rispondenti alle produzioni locali e sostenere l’ingresso e la crescita delle imprese sui mercati esteri. Il nostro obiettivo per il 2014 – ha commentato il Presidente di Aspin, Genesio Rocca - è di assicurare continuità all’attività promozionale a sostegno del Made in Italy, sia con interventi diretti che finanziando le azioni autonome delle imprese, supportandole in un momento storico in cui lo sviluppo sui mercati esteri rappresenta un percorso importante e quasi necessario per l’industria italiana, in considerazione della stagnazione del mercato interno, e in cui i grandi mutamenti in atto nel commercio internazionale, con l’ampliamento dei mercati coinvolti negli scambi internazionali e lo spostamento delle direttrici di crescita verso i mercati emergenti richiede un intervento forte e mirato.”

Per informazioni : ASPIN - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Frosinone - Tel. +39. 0775.270230 / Fax +39. 0775/874225

www.aspin.fr.it

info@aspin.fr.it

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