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Genzano, al Palazzo Sforza Cesarini l'esposizione "La scelta linguistica" di PAOLO COTANI - LUCIO POZZI

Con Paolo Cotani e Lucio Pozzi si chiude il ciclo di una serie di esposizioni al Palazzo Sforza Cesarini curate dalla critica e storica dell’arte Giovanna Dalla Chiesa .

Con Paolo Cotani e Lucio Pozzi si chiude il ciclo di una serie di esposizioni al Palazzo Sforza Cesarini curate dalla critica e storica dell’arte Giovanna Dalla Chiesa .

Il ciclo è stato dedicato ad artisti italiani, già molto affermati o emergenti, quali Fosco Valentini e Luigi Puxeddu che hanno esposto nei mesi di luglio e agosto, i due giovani emergenti Serj e Josè Valentino, presenti al Palazzo in autunno, fino ai grandi di questa occasione, vale a dire Paolo Cotani (1940-2011) e Lucio Pozzi (1935).

Si tratta di due artisti molto conosciuti che inaugurano con questa mostra un'inedita stagione di confronto. Al clima di “ritorno alla pittura” e agli esordi di una pittura “analitica”, entrambi hanno risposto con esattezza, determinazione e ampiezza, mostrando subito un orientamento di svolta e un superamento che apre su grandi questioni irrisolte. Per Pozzi, infatti, la via è indicata dalla “fine della storia”, per Cotani, invece, dalla “morte irreversibile del quadro”. Da questo “grado zero” artistico, entrambi lavorano intensamente alla costruzione dei “nessi” su cui sarà possibile elaborare nuovi modelli.

“Questa iniziativa – ha dichiarato l’Assessore ai beni culturali Virginio Melaranci – consolida una vocazione del Palazzo Sforza Cesarini come centro che guarda all’arte contemporanea. Orientamento che si è con il tempo via via rafforzato, a partire dalla grande mostra dedicata a Mimmo Paladino nel giugno 2014. La qualità dell’offerta artistica che è stata messa in campo, grazie alla cura di Giovanna Dalla Chiesa, è testimoniata anche dalla recente affermazione di Josè Angelino, giovane artista che abbiamo ospitato ad ottobre, di cui è stata selezionata la sua opera Senza titolo del 2015, tra le quattro opere vincitrici del concorso ARTE FIERA UNDER 40 alla Pinacoteca Nazionale di Bologna”.

La mostra al Palazzo Sforza Cesarini sarà inaugurata domenica 14 febbraio alle ore 12:00 e sarà visitabile fino al 28 marzo. Paolo Cotani è nato a Roma nel 1940. Viene iniziato alla pittura e al disegno da suo padre Aristodemo, restauratore. Questa lezione, in parte inizialmente rifiutata a causa della forte attrazione per la lettura e per la musica, comincerà a maturare dopo gli anni di evasione, esplorazione e ricerca, trascorsi, prima a Parigi, tra il ’58 e il ’60 e quelli londinesi ben più importanti, tra il ’64 e il ’70, dove oltre a incontri fondamentali, come quello con lo storico e teorico dell’architettura Joseph Rykwert, inizia l’esperienza,in seguito per lui essenziale, dell’insegnamento, con una cattedra presso il Chelsea College of Art di Londra. Sono gli Anni ’70 a decidere del suo destino d’artista. Dai “Passaggi” (’72-73), presentati alla Galleria Tartaruga di Plinio de Martiis, che alludono, con diagonali di gradienti di luce, al calare e sorgere della luce sino alla sua sparizione, ha termine il periodo della pittura su tela. Il momento successivo è tutto giocato sul recupero di azioni e comportamenti destinati a rendere automatiche le operazioni, attraverso l’utilizzazione di “forme standard” come le bende elastiche, allusive alla struttura della tela, ma fortemente ancorate al corpo del telaio, tanto da rendere inscindibile ideazione e produzione e da considerare la pittura come un atto da cui è assente ogni investitura privilegiata. L’opera di Cotani, scomparso prematuramente nel 2011, è rappresentata nei maggiori musei italiani e in importanti collezioni private e pubbliche, in Germania, Belgio, Olanda e Francia e la sua lunga attività didattica ha trasmesso un lascito significativo.

Lucio Pozzi è nato a Milano nel 1935. Ha studiato architettura a Roma e si è trasferito negli Stati Uniti nel 1962, dove subito è diventato uno dei protagonisti della scena artistica internazionale. L’enciclopedismo dell’Arte Concettuale è per lui un punto di partenza, anziché di arrivo, ma sin dalle prime mostre da John Weber a New York, contro il rigido monotematismo dell’arte americana e la pretesa schiacciante che l’autore sia sempre riconoscibile per il proprio target, è spinto ad accentuare la diversità fra stili e forme differenti dentro il proprio lavoro (Provocation Shows), garantendosi sin dall’inizio un’indipendenza e una libertà nella scelta delle regole compositive, che si andrà con gli anni sempre più approfondendo, così da assicurare all’opera una perenne freschezza e a se stesso la condizione di stupore indispensabile per creare, spiazzando non solo le attese dello spettatore, ma le proprie, sulla linea di una ricerca e di una sperimentazione senza fine. L'opera di Lucio Pozzi è rappresentata nei maggiori musei e collezioni pubbliche e private del mondo. Vive e lavora fra Valeggio sul Mincio (VR) e lo studio di Hudson (N.Y.) (https://www.luciopozzi.com/). Espone regolarmente anche in Italia.

Giovanna dalla Chiesa è storica e critica d'arte. Laureatasi in Storia dell'Arte all’Università di Roma con G.C. Argan con una tesi innovativa su Alexander Calder, ha lavorato con Palma Bucarelli presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Vincitrice di una prestigiosa Borsa dell'American Council of Learned Societies nel 1976, è stata affiliata per un anno presso il Museum of Modern Art di New York. I suoi studi su de Chirico, di cui è autorevole esperta, l'hanno condotta in svariati centri europei: Parigi, Monaco di Baviera, Atene e Berlino. Ha curato importanti mostre monografiche in sedi pubbliche: Ca' Pesaro, Palazzo delle Esposizioni, Palazzo Pitti, Ala Napoleonica del Museo Correr, Accademia di Francia. E' stata docente di Storia dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Roma; ha collaborato con quotidiani e riviste come pubblicista indipendente e curato mostre interdisciplinari e convegni come: Allo Sport l'Omaggio dell'Arte (Giffoni Valle Piana, Salerno 2001); L'arte in Gioco (MACRO 2003, Roma); L'Età Nomade (Campo Boario, Roma 2005); Che cosa c'entra la morte? (Aula Magna Liceo Artistico, Roma 2006: Tre giornate di studio su Gino De Dominicis). Nel maggio del 2014 ha creato Dialoghi a più voci, una forma di lettura transdisciplinare dell'arte nel mondo globale, aperta a scienza, filosofia, antropologia, letteratura, musica, biologia, nuova geografia. Sta curando l’attuale ciclo di mostre per Palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma, nella prospettiva di diffondere cultura e conoscenze nel suo contesto magnifico, ricco di potenziale.
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