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Frosinone, Federlazio sulle elezioni provinciali  basta inciuci la politica pensi ai programmi

Partiti divisi, accordi sottobanco, cene galeotte: ancora una volta, in occasione di queste elezioni provinciali alle porte, la classe politica della provincia di Frosinone ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione.

Partiti divisi, accordi sottobanco, cene galeotte: ancora una volta, in occasione di queste elezioni provinciali alle porte, la classe politica della provincia di Frosinone ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione.

Ogni giorno leggiamo sui giornali locali le cronache dei litigi tra correnti interne ai due maggiori partiti delle coalizioni di centrosinistra e centrodestra.

Ogni giorno accuse, ogni giorno dichiarazioni di guerra, ogni giorno resoconti di incontri trasversali che dovrebbero garantire la poltrona a questo o quell’esponente politico. Siamo stufi, sinceramente.

In un momento in cui la crisi investe ancora in pieno l’economia della provincia di Frosinone, in cui i cittadini e le imprese hanno bisogno di risposte immediate, questa continua rincorsa all’inciucio appare davvero fuori luogo, se non addirittura offensiva nei confronti dei tanti, lavoratori e datori di lavoro, che quotidianamente si sforzano per cercare di mantenere in piedi famiglia e impresa e che, per ripartire, avrebbero bisogno di fatti, iniziative concrete, e non continue diatribe.

Ad esempio, dove sono i progetti per il collegamento ferroviario veloce e leggero con la capitale? Dov’è la tanto attesa nuova gestione della politica dei rifiuti e dell’energia in provincia? E il rilancio della Fiat di Piedimonte San Germano e di tutto l’indotto del cassinate, può limitarsi davvero solo a qualche rotatoria?

Ecco, dov’è la politica su tutti questi temi?

Se è vero che con la legge Delrio le Province, trasformatesi in enti di II livello, sono state svuotate di competenze importanti, è altrettanto vero che l’Ente rimane l’unica Istituzione che rappresenta e rappresenterà tutti e 91 insieme i comuni della Ciociaria. Rimane l’unico interlocutore ufficiale per gli enti superiori, Regione o Stato, quando si parlerà di temi importanti per lo sviluppo complessivo del territorio, temi che di certo travalicano le dirette competenze che rimarranno in capo all’ente (come la pianificazione o la tutela dell’ambiente).

Dai partiti e dai candidati in questi giorni vorremmo sentir parlare di programmi, di cose da fare subito per spronare la ripresa del tessuto economico locale, di iniziative da mettere in campo per sostenere i piccoli e medi imprenditori soffocati dalla morsa dei debiti o peggio ancora dalla mole di crediti.

Invece assistiamo a tutt’altro, a un parlarsi addosso inconcepibile e inaccettabile.

Ma non è più possibile. È ora di passare ai fatti.

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