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Frosinone, usura: sequestrati beni, una villa, auto BMW e gioielli per 280.000 euro ad una famiglia rom

Dopo l’arresto eseguito la scorsa primavera nei confronti di un capo famiglia di etnia rom accusato di usura ed estorsione, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato hanno dato attuazione al provvedimento del GIP di Frosinone Dott. Mancini che...

Dopo l’arresto eseguito la scorsa primavera nei confronti di un capo famiglia di etnia rom accusato di usura ed estorsione, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato hanno dato attuazione al provvedimento del GIP di Frosinone Dott. Mancini che dispone il sequestro di beni per un ammontare di 280.000 euro.

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Trotta, sono iniziate dopo l’arresto in flagranza, eseguito dagli uomini della Squadra Mobile e dai Carabinieri della Compagnia di Frosinone, nei confronti del patriarca della famiglia rom che si accingeva ad estorcere 5000 euro all’usurato, come rata settimanale degli interessi usurari sul prestito concesso. Vittima della attività di usura ed estorsione un imprenditore locale che, a seguito di un prestito iniziale di poco più di 20.000 euro ottenuto nel 2012, ha dovuto restituire fino al momento dell’arresto dell’aguzzino 280.000 euro. Una vicenda kafkiana che vede l’imprenditore costretto a richiedere un prestito proprio per avviare i lavori di ristrutturazione che l’arrestato gli aveva commissionato per l’abitazione del figlio. Anche quest’ultimo risulta implicato nell’attività illecita del genitore e pertanto indagato per concorso. Le richieste di interessi venivano periodicamente e sistematicamente rivolte alla vittima dietro la minaccia di morte: “ se torni indietro è meglio se ti fai la croce….una croce grossa” – “ ti faccio scoppiare il cervello, ti giuro” – “ ti distruggo”. Gli investigatori hanno oggi messo fine all’illecita attività che si reiterava con l’intimidazione e la minaccia di morte consentendo di sottrarre all’usuraio la somma indebitamente estorta nonché un bene immobile, gioielli e somme di denaro contante rinvenute all’interno di una cassetta di sicurezza. L’efficace attività di coordinamento delle forze di polizia ha inferto un duro colpo all’attività criminale incidendo sul capitale dei responsabili ed avviando la procedura della confisca dei beni a conclusione della quale i medesimi saranno acquisiti al patrimonio dello Stato.

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