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Labico, dopo 5 anni di processo, assolti il sindaco Galli, il dirigente comunale e la titolare dell’asilo nido per la vicenda dei 5 pasti

Dopo 5 anni di lungaggini processuali il Sindaco di Labico Alfredo Galli, il dirigente comunale e la titolare dell'asilo nido Fantasilandia sono stati assolti con formula piena per la vicenda dei 5 pasti perché il fatto non costituisce reato.

Dopo 5 anni di lungaggini processuali il Sindaco di Labico Alfredo Galli, il dirigente comunale e la titolare dell'asilo nido Fantasilandia sono stati assolti con formula piena per la vicenda dei 5 pasti perché il fatto non costituisce reato.

“Io sono orgoglioso di essere stato indagato e processato per ben 5 anni per aver perseguito gli interessi dei cittadini perché questo è il dovere di un sindaco. Se questo vuol dire rischiare personalmente – spiega Alfredo Galli - a questo punto, poiché ho ricevuto un mandato io preferisco comunque difendere gli interessi dei cittadini nonostante le personali sofferenze che questo ha comportato con il processo penale. Questa vicenda ha dimostrato che io e la mia maggioranza nonostante i limiti di una struttura comunale non adeguata alle esigenze attuali della popolazione abbiamo agito e continuiamo ad agire nell'esclusivo interesse dei cittadini. La precedente opposizione con a capo Spezzano e Berlenghi ha strumentalizzato in maniera pesante questa vicenda per meri scopi egoistici di natura politica e partitica, con una continua pressione mediatica, soprattutto in piena campagna elettorale, attuata su fogli informativi del tutto fuori legge. Hanno fatto spendere dei soldi al comune sostenendo fino all'ultimo delle tesi assurde ed ora dovranno restituirli fino all’ultimo centesimo. Ancora una volta hanno dimostrato di essere capaci solo a distruggere e mai a costruire qualcosa di positivo per la nostra amata città”.

La cronistoria dell’accaduto.

Nel 2008 la struttura rappresentava il primo esempio di tale genere ed andava a colmare un vuoto nell'offerta di servizi all'infanzia in un comune che ha raddoppiato la popolazione residente negli ultimi dieci anni.

Il sindaco Galli all'epoca fu entusiasta dell'iniziativa privata che rispondeva a rilevanti esigenze della popolazione locale, tenuto anche conto dell'impossibilità da parte dell'ente di realizzare una struttura pubblica di questo tipo, decise per tanto di conferire il patrocinio Comunale all'iniziativa e di sostenere la stessa con l'erogazione di 5 pasti per contenere i costi della struttura e favorire anche l'abbassamento dei prezzi per l'utenza. Tuttavia l'opposizione di allora presentò un esposto denuncia in quanto sosteneva che la procedura amministrativa non si era formata correttamente. La cognizione di ciò derivava ai consiglieri dalla proposta di delibera di consiglio comunale avanzata dalla maggioranza che sosteneva il Sindaco un anno e mezzo dopo inizio dell'erogazione dei pasti. In tale delibera di consiglio poi approvata a maggioranza si prevedeva oltre alla conferma dell'erogazione dei cinque pasti anche un sostegno economico diretto alla struttura per consentirne l'accesso a bambini con situazioni economiche più disagiate. In tale circostanza la delibera di consiglio venne approvata con i voti favorevoli della maggioranza e con i voti contrari della minoranza. Tale voto contrario però era motivato non dal disaccordo sul sostegno all'iniziativa ma dal mancato accoglimento dei loro emendamenti.

Da tali fatti scaturì un imputazione per abuso d'ufficio nei confronti del sindaco, del dirigente e della titolare dell'asilo. Durante il processo alcuni dei consiglieri di opposizione si costituirono parte Civile (Berlenghi, Spezzano, Tulli, Giovannoli e Paris) supportando la pubblica accusa e chiedendo la condanna degli imputati ed il risarcimento del danno con Berlenghi che venne sentito anche come testimone.

Dopo un'ampia istruttoria i tre imputati venivano assolti all'udienza del 15 ottobre 2013.

"Mi è parso evidente - spiega l'avvocato Stefano Perica difensore del sindaco Galli - sin dal principio come nella vicenda che ha coinvolto il Sindaco del comune si Labico non fossero ravvisabili gli estremi di alcun reato. Infatti è emersa sin da subito l'assenza di qualsivoglia ingiustificato profitto da parte del privato in una vicenda in cui è fuori di dubbio come si sia operato nel perseguimento esclusivo del pubblico interesse. Se infatti può risultare opinabile la scelta degli strumenti iniziali per dare sostegno all'asilo nido, non vi è alcun dubbio che un'eventuale visto procedurale posto in essere dagli uffici comunali non può e ne potrà mai di per sé determinare la concretizzazione di un reato. Nel caso di specie l'accusa risultava persino paradossale ed infatti in un momento in cui i comuni si trovano ad affrontare la necessità di erogare servizi in assenza di adeguate risorse, si è contestato al sindaco di aver fornito un pur modesto contributo al sorgere di un'iniziativa la cui importanza per la comunità di Labico era così evidente da essere riconosciuta persino da quegli stessi consiglieri di opposizione che avevano denunciato il primo cittadino. Sono chiaramente soddisfatto dell'esito del giudizio, che comunque ho sempre ritenuto scontato. Ero certo che il collegio giudicante preceduto dal presidente del tribunale avrebbe riconosciuto l'assenza di profili di reato".

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