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Sabato, 20 Aprile 2024
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Paliano, ARKESIA e AMEA: da beni collettivi a beni privati scrive Sinistra Ecologia Liberta’

  Sinistra Ecologia Libertà era presente all’assemblea pubblica dell’amministrazione Sturvi, tenutasi in piazza S. Pertini la scorsa settimana, nella quale avrebbero dovuto spiegare ai presenti, e anche alle assordanti e notate assenze...

Sinistra Ecologia Libertà era presente all’assemblea pubblica dell’amministrazione Sturvi, tenutasi in piazza S. Pertini la scorsa settimana, nella quale avrebbero dovuto spiegare ai presenti, e anche alle assordanti e notate assenze istituzionali,

le motivazioni che li hanno indotti a vendere il ramo Azienda Arkesia e il ramo azienda Amea. Ci siamo trovati di fronte una quantità di numeri e dati che mettevano a confronto la gestione passata dell’Amea con l’attuale, dati impietosamente curiosi che avrebbero meritato sicuramente un maggior approfondimento preventivo. Sinistra Ecologia Libertà ha espresso le sue perplessità in merito alle modalità e alla forma dell’ assemblea stessa, utilizzata come metodo di ratifica delle decisioni già assunte e non luogo di partenza dell’eventuale scelta. Come è normale nell’assemblea si discute, si ascoltano i cittadini che sono poi gli stessi utenti e sulla base delle decisioni prese si agisce di conseguenza; ciò perché nel merito si parlava di una azienda molto cara e vicina ai cittadini di Paliano, un bene comune che negli anni passati era considerata da tutti un polmone dell’amministrazione locale, e prima di venderla era il caso di sentire gli interessati. A nostro avviso la scelta di vendere Arkesia è in controtendenza rispetto alla pesante crisi che stiamo vivendo, perché oggi le risposte a questa, passano attraverso un sistema che ritorna all’economia dal basso, all’autosufficienza territoriale, alla tutela dei beni collettivi. Suona troppo entusiasta l’indicazione del possibile risparmio dei cittadini con il passaggio al mercato libero, laddove gli stessi saranno ridotti a utenti/numeri a fronte di competitors giganteschi con i quali è difficile dialogare. Bisogna cercare di tutelare l’economie di piccola scala, quelle locali, l’idea di mantenere in vita la parte pubblica dei servizi è proprio quella di essere vicina ai cittadini, di assicurare a tutti i servizi e non è di certo quella di fare profitto e di essere competitivi. Chiaramente questa è una scelta della dirigenza, una scelta aziendale che noi non condividiamo. Non ci è chiaro ancora, al di là di supposte comparazioni ragionieristiche e attuariali, perché il prezzo finale di vendita sia sceso a 550 mila euro, dato che dalle prime valutazioni si parlava di una stima che andava tra gli 800 mila ai 650 mila, né ci è chiaro perché il comune nell’operazione di vendita non ha tenuto una quota anche minima di azioni per esercitare un’azione di controllo volta a tutelare i cittadini. Da valutare, seguire e monitorare in modo rigoroso è la posizione delle maestranze impiegate in azienda a tutela dei diritti acquisiti a livello economico e normativo. Si è venduto e l’acquirente ACEA non è a noi sconosciuto, è lo stesso proprietario dello stabilimento di produzione cdr a Castellaccio, che ha preferito tacere sulle cause dell’incendio divampate pochi giorni fa, e che sta monopolizzando la gestione dei servizi. Una cosa è chiara: con la singola proprietà si può fare quello che si vuole, ma quando si amministra la cosa pubblica è bene fermarsi e ragionare, perché una volta venduto poi non si torna indietro ed è così che un bene collettivo diventa privato.

Sinistra Ecologia Libertà Paliano

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