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Regione, ok da commissione artigianato della Pisana a testo unico

Parere favorevole per il nuovo testo unico dell’artigianato del Lazio. La proposta di legge, di iniziativa della Giunta Zingaretti, ha ottenuto questa mattina il via libera – a maggioranza – dall’VIII commissione del Consiglio regionale...

Parere favorevole per il nuovo testo unico dell’artigianato del Lazio. La proposta di legge, di iniziativa della Giunta Zingaretti, ha ottenuto questa mattina il via libera – a maggioranza – dall’VIII commissione del Consiglio regionale, presieduta da Mario Ciarla (Pd).

“In questo modo – ha dichiarato Ciarla – la Regione Lazio semplifica le procedure, abolendo spese inutili per 2,4 milioni e investendo queste risorse in nuovi servizi a disposizione delle imprese artigianali in virtù del patrimonio enorme di conoscenze e tradizioni che esse rappresentano. E’ un’ottima notizia per il settore”. “Nel Lazio – ha aggiunto il presidente sempre a margine della seduta – ci sono circa 100 mila imprese artigiane, che pur avendo un enorme potenziale, stanno vivendo una situazione difficile. Noi lavoriamo invece perché gli artigiani ricevano dalla Regione un concreto sostegno, sostegno che in commissione è venuto da tutti i gruppi politici, di maggioranza e opposizione, oltre che dalla Giunta nella persona dall’assessore Fabiani, che ha svolto un ottimo lavoro e si è dimostrato estremamente disponibile alle sollecitazioni e alle proposte di tutti i consiglieri”.

Ha partecipato alla seduta l’assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive Guido Fabiani, che al termine si è detto soddisfatto per il lavoro svolto e per la celerità. La proposta ha ricevuto diversi emendamenti, tanto di maggioranza che di minoranza, alcuni dei quali su suggerimento delle associazioni di settore. Introdotte varie modifiche rispetto alla formulazione originaria delle “Disposizioni per favorire la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo dell'artigianato nel Lazio. Modifiche alla l.r. 6 agosto 1999, n. 14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo)”. Gli emendamenti approvati portano la firma, oltre che degli stessi Fabiani e Ciarla, dei consiglieri M5S Silvana Denicolò e Devid Porrello, del consigliere Pdl-FI Mario Abbruzzese, di Daniele Sabatini (NCD) e di Giancarlo Righini (FdI).

“Pur condividendo l’impalcatura della legge – ha detto Righini nell’annunciare la propria astensione – mi riservo di formulare in Aula alcuni emendamenti, soprattutto sugli articoli che riguardano le attività a sostegno dei comuni e gli incentivi per le imprese artigiane”.

Voto favorevole invece del M5S anche “sulla scorta delle dichiarazioni delle associazioni di categoria – ha tenuto a dire Silvana Denicolò – che l’hanno trovata rispondente alle loro esigenze”. Abbruzzese (Pdl – FI), votando a favore, ha definito quello di oggi un “bellissimo segnale” per le imprese che stanno vivendo un momento drammatico e, insieme, un segnale di efficienza della politica. Aspetto quest’ultimo condiviso da Rodolfo Lena (Pd) per il quale, inoltre, “è stato fatto un lavoro intelligente” con approfondimenti destinati a influire sullo sviluppo dell’artigianato del Lazio. Voto favorevole pure di Oscar Tortosa (Psi) che ha invitato a riflettere sul lavoro che aspetta la commissione nei prossimi mesi in particolare per la legge sul commercio. Riccardo Valentini (Per il Lazio), oltre ad esprimere apprezzamento su assessore, presidente e consiglieri, ha sottolineato la necessità “di dare gambe alla proposta di legge” sotto il profilo finanziario. Ora il testo passa all’esame della commissione Bilancio.

Quattro gli obiettivi della normativa: riconoscere il valore economico, occupazionale e sociale dell'artigianato; sostenere la crescita e il consolidamento delle imprese attraverso una politica di sistema coadiuvata da fondi e risorse regionali e europee; semplificazione e di delegificazione e, infine, ridurre i costi e gli oneri finanziari per la Regione e le sue strutture. Per raggiungere questi risultati la Giunta ha già annunciato, nei giorni scorsi, circa 12 milioni di euro per il triennio 2014/2016.

ABBRUZZESE (F.I.) LA PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA OCCASIONE DI RILANCIO PER SETTORE

E’ stata approvata oggi in VIII Commissione lavoro PMI, una importante proposta di legge sull’artigianato che ne favorisce la tutela la valorizzazione e lo sviluppo.

A dichiararlo è il Vice Presidente della stessa Commissione Mario Abbruzzese.

Il testo approvato oggi, grazie anche al contributo importante e responsabile della minoranza, costituisce una risposta adeguata ad una crisi economica senza precedenti, che coinvolge da tempo l’imprenditoria e quella artigiana in modo particolare.

Desidero ringraziare, sia il Presidente della Commissione Mario Ciarla, che l’Assessore allo Sviluppo Economico e attività produttive Guido Fabiani, per aver recepito alcuni miei emendamenti al testo, tesi a miglioralo e a renderlo quanto più aderente alle esigenze della categoria.

L’artigianato nella regione conta oltre 100.000 imprese iscritte agli Albi provinciali presso le Camere di Commercio con un numero rilevante di addetti ed è diffuso su tutto il territorio. Prosegue l’On. Abbruzzese.

Il Lazio crea il 10% della ricchezza nazionale ed è al secondo posto fra le regioni italiane per numero di aziende. Il contesto produttivo regionale è rappresentato per il 95% da micro, piccole e medie imprese, quelle che in genere risentono di più gli effetti di una cattiva congiuntura economica. In particolare, il 70% è formato da micro imprese con meno di 10 addetti. L’artigianato, in particolare, è un settore trainante e ben radicato nel nostro territorio. Le Pmi del Lazio, se adeguatamente incoraggiate e sostenute da tutti i soggetti pubblici e privati preposti, possono fungere da vero e proprio motore di crescita.

La proposta di legge licenziata oggi va proprio in questo senso che è quello di agevolare l’accesso al credito, la patrimonializzazione dei Confidi, l’attuazione di interventi normativi in materia di micro finanza e micro credito per le aziende artigiane in un momento in cui la mancanza di liquidità e la difficoltà di erogazione del credito da parte dei canali tradizionali risulta uno degli elementi di maggiore criticità.

Di particolare rilievo l’impegno assunto dall’Assessorre Fabiani di individuare una posta di ben 12 milioni di euro per le finalità del credito. Ha concluso l’On. Abbruzzese. SOS DELLE ASSOCIAZIONI IN COMMISSIONE: “SALVAGUARDARE L’OCCUPAZIONE NELL’EDITORIA LOCALE” Prosegue il lavoro di audizioni in Commissione Vigilanza sul pluralismo dell'informazione, presieduta da Giuseppe Emanuele Cangemi (Ncd), per raccogliere suggerimenti e proposte per un nuovo testo sull'Informazione e la Comunicazione. Renato Sorace, presidente di Radio Città futura ha suggerito di inserire nel testo nel nuovo testo unico della Comunicazione la “questione lavoro” intesa come salvaguardia dell’occupazione al di là di questioni spesso “ipocrite”, così le ha definite, che si fanno sull’editoria. Sulle possibili modalità per sviluppare nuove soluzioni alla crisi che ha coinvolto negli ultimi anni la stampa, la tv e le emittenti radio locali, , con oltre 250 mila impiegati nel settore a Roma, si è soffermato invece il professor Elio Matarazzi dell’associazione Articolo 21. Per l’associazione “21 luglio” invece è intervenuto Danilo Giannese. Davide Colella per radio “articolo 1”. Il presidente della commissione Cangemi, a conclusione dell’incontro ha sottolineato come “il lavoro di confronto con gli operatori del settore, continuerà anche nel momento della stesura della bozza, prima di approdare in aula, con tempi e modalità da stabilire”. Intanto la consigliera Marta Bonafoni (Per il Lazio) ha anticipato un’audizione con la testata storica Il Manifesto, in crisi, di cui proprio oggi si deciderà la sorte. Presente all’audizione anche il presidente del Corecom, Michele Petrucci SANITA’, SIMEONE (FI): “BENE I PROPOSITI DI ZINGARETTI, MA ORA SERVE CORAGGIO PER LA FASE OPERATIVA” “Per la sanità nella provincia di Latina cominciano ad intravedersi i primi spiragli. La riunione che si è svolta con il presidente Zingaretti, i sindaci del territorio ed i consiglieri regionali, è un fattore positivo. Significa che si è aperta una fase di dialogo dopo anni di silenzio. Il commissario ad acta della sanità nel Lazio ha compreso, finalmente, che ogni decisione non può prescindere dalla consultazione con chi, come i sindaci, sono il nodo di congiunzione con le esigenze dei cittadini. Il direttore generale della Asl ora dovrà mettere a punto il nuovo piano aziendale focalizzando gli interventi che possano traghettare la sanità pontina fuori dal tunnel dell’inefficienza. Questo sarà il primo vero banco di prova per capire se si tratta solo di parole o esiste una volontà politico amministrativa di cambiare volto alla sanità nella provincia di Latina. Le criticità da risolvere sono note: si deve rivedere il rapporto e la relativa convenzione con l’università che deve essere intesa come una risorsa e non come un limite, si deve chiudere la fase di emergenza che riguarda il presidio centro, trasformare nei fatti e non solo a parole come accaduto in passato l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina Dea di II livello e il Dono Svizzero di Formia Dea di I livello. Siamo consapevoli che alcuni di questi progetti non si potranno realizzare in pochi giorni o mesi ma siamo altrettanto convinti che collaborando tutti insieme potremo cambiare davvero la sanità nella provincia di Latina partendo dal riequilibrio della quota capitaria che mostra una disparità consistente tra Latina (1600 euro) e l’area romana (1900 euro). La provincia di Latina non può e non deve essere penalizzata. La nostra Asl è l’unica nel Lazio ad avere un bilancio in positivo e questo significa che ha ben operato nonostante i vincoli imposti dal piano di rientro e dal taglio delle risorse. Il punto è che dobbiamo metterla nelle condizioni, economiche ed operative, di erogare servizi qualitativamente e quantitativamente efficienti. Penso alla necessità di invertire la rotta che, con lo sblocco del turn over, ha visto di 91 professionalità confermate nel Lazio solo 7 destinate alle strutture di Latina. Ora bisogna passare alla fase operativa. Serve un cronoprogramma preciso che scandisca gli interventi da effettuare e i tempi di realizzazione Non dobbiamo più trovarci di fronte a situazioni in cui, come nel caso della tac e della risonanza magnetica a Terracina, dopo oltre un anno di attesa non si è ancora riusciti ad entrare a regime. Non possiamo più trovarci di fronte alla chiusura forzosa di interi reparti perché i medici e il personale possano andare in ferie. Vigileremo perché gli intenti si trasformino in realtà e perché le fasi del cronoprogramma che porterà alla realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissati non restino delle isole nel deserto”.

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