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Roma

Regione, Zingaretti illustra in consiglio riordino rete della sanità Laziale

Seduta interamente dedicata all'illustrazione e alla discussione del nuovo Piano di riordino della rete ospedaliera, in Consiglio regionale del Lazio.

Seduta interamente dedicata all'illustrazione e alla discussione del nuovo Piano di riordino della rete ospedaliera, in Consiglio regionale del Lazio.

Il presidente della Regione Nicola Zingaretti, in qualità di commissario ad acta, poco dopo le ore 16 ha preso la parola per presentare all'Aula i contenuti del decreto 368, alla base dei successivi atti aziendali in via di adozione da parte di Asl e ospedali.

Con l’adozione di questo provvedimento, il sistema sanitario regionale conterà su 21.611 posti letto (+257), con un riequilibrio dell’offerta tra le province e la città di Roma, concepita come centro di riferimento al servizio di tutti i cittadini del Lazio.

"Si tratta di un atto concertato con il governo, non di un documento politico: per questo lo abbiamo prima presentato insieme al ministro della Salute, ma tenendo ben presente gli input ricevuti dall'Aula un anno fa, in un'analoga seduta dedicata ai temi della sanità”, ha esordito Zingaretti.

“Ci lasciammo con precisi impegni sui temi della sicurezza, appropriatezza, razionalizzazione della spesa, sblocco dei fondi per l'edilizia sanitaria, nella concezione di ospedali come centri di eccellenza che dialoghino con una rete sociosanitaria territoriale potenziata. A partire dalle Case della salute, aperte dodici ore al giorno dal lunedì al venerdì, in cui lavorano medici, specialisti, infermieri e altre figure professionali qualificate. Il nostro piano prevede una Casa della Salute in ogni distretto sociosanitario, con un’attenzione particolare ai quadranti più periferici come nel caso della struttura prevista in via della Tenuta di Torrenova. Lunedì 1° dicembre - ha annunciato - apriremo la prima Casa della Salute a Roma, in piazzale degli Eroi. Il 9 dicembre sarà la volta di Magliano Sabina, in provincia di Rieti”.

“Accanto alle Case - ha proseguito il commissario - stiamo attivando nuovi reparti a degenza infermieristica. Strutture moderne e innovative dedicate ai pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia e alle persone affette da patologie cronico-degenerative. In questi reparti i pazienti vengono seguiti fino alle dimissioni con un programma personalizzato di recupero. In questo modo offriamo cure migliori ad un costo minore. Partono poi nuovi servizi: dai percorsi di cura per i pazienti cronici a una gestione delle liste d’attesa che tenga conto delle priorità e delle emergenze fino agli studi medici aperti anche il sabato e la domenica. È un altro passo avanti per essere più vicini ai pazienti a partire dai problemi e i disagi che incontrano ogni giorno anche per prenotare un esame o un controllo”.

“Stiamo inoltre investendo 7 milioni di euro per offrire 113 mila visite in più ai cittadini e abbattere le liste d’attesa. Contiamo di raggiungere il pareggio di bilancio dei conti della sanità entro la fine del 2015 - ha concluso -. A quel punto il Lazio avrà tutte le carte in regola per uscire dal commissariamento e per tornare finalmente ad assumere personale qualificato per la nostra sanità, migliorando ulteriormente i servizi, le strutture e le cure sul territorio".

Dopo l'intervento di Zingaretti, il presidente del Consiglio, Daniele Leodori, ha dato il via al dibattito in Aula.

Per aggiornamenti in tempo reale: www.consiglio.regione.lazio.it

ABBRUZZESE (FI): RICHIESTA DEA II LIVELLO, SPERO NON SIA ENNESIMO BLUFF

“Spero vivamente che riguardo all’istituzione del DEA di II Livello presso lo Spaziani di Frosinone di non essere di fronte all’ennesimo bluff da parte del direttore generale della Asl di Frosinone. Tale dubbio mi sovviene analizzando l’intero percorso che ha portato all’approvazione la settimana scorsa dell’atto aziendale da parte della conferenza dei Sindaci. Infatti il DCA 368 emanato da Zingaretti, in cui vengono dettate le linee guida per la riorganizzazione della rete ospedaliera laziale, non prevede alcun DEA di II livello nel capoluogo. Come può, dunque, un atto che deve avere come riferimento le indicazioni date dal commissario ad acta, prevedere l’esatto contrario?”. E’ quanto sostiene Mario Abbruzzese, vice presidente della Commissione Sviluppo Economico, Lavoro e PMI, a margine della seduta straordinaria del consiglio regionale sulla rete ospedaliera.

“E’ impossibile non pensare che la “postilla” riguardante la richiesta del dipartimento emergenza ed accettazione di secondo livello, la previsione dell’attivazione presso lo Spaziani di quattro specializzazioni, come l’unità di terapia neovascolare, la Chirurgia vascolare, la Neurochirurgia e la Radiologia interventistica, e qualche altra panacea qua e la, fossero soltanto escamotage della Mastrobuono per convincere la conferenza dei sindaci a votare a favore dell’atto aziendale.

I cittadini della provincia di Frosinone, non meritano prese in giro di queste dimensioni su un diritto inconfutabile che è quello alla salute. Quindi già da adesso posso dire che vigileremo affinchè sia fatta luce su questo strano caso, che vedrà, credo per la prima volta, un atto aziendale cambiare le direttive emanate da un decreto del commissario ad acta. A meno che Zingaretti, folgorato sulla via di Damasco, abbia intenzione di rimettere in discussione tutta la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale.

Resta il fatto che l’atto aziendale in questione non risolve nessuna criticità in essere sul territorio dal punto di vista sanitario e alimenta anche false aspettative. Ad esempio il territorio, e l’ospedale Spaziani di Frosinone in modo particolare, continua ad essere privato di altre importanti presidi come l’elisuperfice, che forse verrà realizzata nel 2016.

Un ulteriore elemento di penalizzazione, inoltrr, è che entro il 30 giugno 2015, la U.O. ostetricia/neonatologia di Alatri verrà chiusa ed accorpata con quella di Frosinone, nonostante che nel corso del 2013 presso il San Benedetto ci siano stati ben 576 nuovi nati, a fronte dei 906 di Frosinone. Infine, come più volte segnalato dal sottoscritto quasi la metà della popolazione residente, il 44,3% per essere precisi, preferisce, o è costretta, a recarsi, o fuori provincia, o addirittura fuori regione, per farsi curare.

Non lo sostiene un esponente politico, vale la pena ribadirlo, ma la ASL stessa, che forse dovrebbe avere maggiore consapevolezza della gravità della situazione e non limitarsi a prenderne solo nota”. Ha concluso Abbruzzese, che ha espresso l’intenzione di portare all’attenzione dell’aula gli argomenti citati.

VALUTAZIONE PRELIMINARE DELL’ ATTO AZIENDALE DA PARTE DELLA UIL

Prima di parlare dell’atto aziendale è necessario ricordare come la precedente divisione - voluta dalla Polverini - in quattro macro aree e l’accorpamento in essa delle province ha finito per compensare solo l’eccesso dei posti letto a Roma, a danno dei posti letto nelle Province.

Di contro, le stesse Province non hanno più potuto assicurare sul territorio una sanità sufficiente atta a soddisfare le esigenze dei cittadini, ma faticato nel garantirla purtroppo su aree troppo vaste finendo per favorire mobilità verso altre regioni che hanno condotto al disavanzo della sanità nel Lazio.

Ora, nonostante i proclami del nuovo Governatore Zingaretti e non esistendo più le quattro macro aree, di fatto restano sempre le Province a pagare lo scotto di una sanità inadeguata e insufficiente per i bisogni di una popolazione sempre più longeva.

La nostra valutazione di carattere generale vuole però soffermarsi soprattutto sull’Ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, altro che DEA di II livello, dove - dettato solo da irragionevoli logiche politiche - è iniziato un vero e proprio svuotamento di importanti UOC e UOS diretti verso altri presidi Ospedalieri o addirittura scomparsi.

1) UOS “Lungodegenza post acuzie” : trasferita dal presidio ospedaliero di Frosinone a quello di Alatri . Il Decreto 80/2010 della giunta regionale Polverini, fissava la lungodegenza, in maniera

inequivocabile, nella struttura dell'Ospedale di Frosinone a fronte del suo trasferimento dall’Ospedale di Ceccano, dotandola di n. 21 posti letto ed aggregandola all' U.O.C. di Medicina.

La collocazione al terzo piano dello Spaziani nei locali antistanti la Medicina era funzionale al percorso assistenziale dei pazienti post acuti già trattati nel reparto di

1- Medicina.

Negli ultimi due anni stante le criticità del personale medico, del reparto di Medicina dello Spaziani, i 4 medici della LD hanno collaborato con spirito di sacrificio alla copertura dei turni carenti in medicina garantendo contestualmente l’operatività e l’adeguata assistenza del proprio reparto.

2) UOC “Medicina Fisica e riabilitativa” : nell’atto Aziendale 2014/2016 è scomparsa l’unica Unità Operativa Complessa "Ospedaliera" localizzata nell'Ospedale di Frosinone prevista ed attivata nel precedente atto aziendale . Si rinuncia pertanto "completamente" all’attività riabilitativa di tipo ospedaliero a vantaggio di strutture private convenzionate con la ASL. Si rafforza in altre parole un

sistema privato accreditato, già presente in misura massiccia, pervasivo in ogni aspetto della riabilitazione e finora in malo modo controllato.

Necessita ricordare che dopo la chiusura delle strutture Ospedaliere di Riabilitazione post acuzie di Ferentino e Ceprano, la governatrice Polverini con decreto stabilì che presso l’Ospedale “F. Spaziani” di Frosinone si creassero n. 22 posti letto di riabilitazione post acuzie.

3) UOC O UOS “Dipartimentale di Diabetologia”: totalmente scomparsa non tenendo conto delle specifiche disposizioni Regionali. Non se ne conoscono e ne si comprendono le motivazioni di tale esclusione vista la l’incidenza e la prevalenza nel nostro territorio di tale patologia.

4) UOC “Oculistica” viene declassata ad unità semplice dipartimentale senza posti letto.

5) UOC “Otorino” trasferita a Cassino. Si segnala anche l'assenza dei primari per la metà delle UOC previste e si corre il il rischio che se il piano di riduzione dei servizi andrà di pari passo con i pensionamenti prossimi di gran parte dei medici della ASL, la cui età media si attesta oltre i 55 anni, tra qualche anno parleremo paradossalmente di come mantenere aperto il solo ospedale di Frosinone

Quindi oltre allo scempio che si sta perpetrando al “F. Spaziani” bisogna sottolineare l’impoverimento degli altri presidi ospedalieri, ma stranamente c’è stata una particolare attenzione a creare ben 8 (otto) “UOC Amministrative”.

Infine si rileva dall’esame della bozza dell’Atto Aziendale nell’ambito del “Funzionigramma” che non risultano esplicitate, a differenza di tutte le altre funzioni, l’indicazione delle competenze e funzioni dell’Ufficio Stampa.

Come si può vedere è un vero e proprio bollettino di guerra. Allora è logico chiedersi cosa rimarrà a Frosinone? E soprattutto stante la carenza di personale Medico e Paramedico, come si potrà assicurare nella nostra provincia il “DIRITTO

ALLA SALUTE” ? A questo riguardo è intervenuta l’altro giorno la direzione strategica della ASL di Frosinone con la pubblicazione sul sito dell’azienda del Regolamento recante disciplina per il conferimento di incarichi esterni (contratto di collaborazione) per diverse figure professionale tra cui medici ed infermieri.

Ed allora altra logica domanda, perché a parità di spesa non si assume personale tramite concorso e invece si continua, per assicurare i LEA, con l’acquisto di prestazioni che sta raggiungimento livelli sconcertanti nel panorama regionale, ai quali si aggiungono ora come spesa, nuove assunzioni secondo il sopra citato regolamento? Questa O. S. ritiene che se è giusto istituire un Dea di II livello a Latina non si

2 vede perché la provincia di Frosinone debba farne a meno, visto che peraltro era nelle previsioni della Regione fino ai tempi dell'Amministrazione Marrazzo.

Pertanto, rivolgiamo innanzitutto al Presidente Zingaretti ed ai Consiglieri Regionali un forte e vibrato appello affinché evitino, dopo la chiusura di ben sette ospedali ed il taglio di centinaia di posti letto da parte dell'Amministrazione Polverini, un’ulteriore gravissima ed immotivata penalizzazione del territorio della provincia di Frosinone.

L’atto aziendale presentato alle OO.SS. dalla Dirigenza Aziendale mostra, a giudizio di questa O.S., una sostanziale manifestazione di eccessiva centralizzazione e burocratizzazione della ASL e non una adeguata attenzione sia ai principi di equità nell’accesso all’assistenza alle cure, che di economicità nell’impiego delle risorse.

Pertanto il giudizio complessivo di questa O.S. rimane sostanzialmente negativo. Ancora una volta questa O.S. sottolinea la mancata programmazione e razionalizzazione delle risorse economiche ed umane, l’incapacità cronica a risolvere i problemi come le lunghe liste di attesa, i tempi biblici del pronto soccorso con i pazienti sulle barelle per diversi giorni e il mancato potenziamento dell’assistenza territoriale.

Il Segretario Responsabile Medici Il Responsabile UIL FPL

F:to: Giampaolo Tomaselli F:to:Paolo Pandolfi

SANITA’, SIMEONE (FI): “IL CONSIGLIERE FORTE DEVE AVER LETTO L’ATTO AZIENDALE DELLA ASL DI MILANO”

Sono felice che il consigliere regionale del Pd, Enrico Forte, abbia trovato nell’atto aziendale della Asl di Latina le rassicurazioni e gli interventi che “garantiranno al nostro territorio un modello di assistenza efficace sull’intero territorio”. Anche se ho qualche dubbio che abbia letto un documento diverso da quello divulgato l’11 novembre. In quella che, di tutta evidenza, risulta essere una difesa d’ufficio non troviamo infatti alcuna rassicurazione in merito alle risorse, economiche e professionali, che nel concreto potranno rivoluzionare una sanità che oggi fa acqua da tutte le parti e che non trova in questo piano né una adeguata contestualizzazione né tanto meno una efficiente risposta. Senza personale, solo per fare alcuni esempi, come si pensa di dare la giusta assistenza in vista anche di un aumento dei posti letto? Cosa ne pensa il consigliere del Pd della diminuzione dell’offerta sanitaria nel presidio Centro? Cosa risponde in merito alla cancellazione di interi reparti come quello del centro di pneumologia o quello di riabilitazione di Gaeta, della UOSD di oncologia a Terracina, della soppressione di alcune UOC del Presidio Sud, soprattutto quelle di Cardiologia e del servizio di Anestesia e Rianimazione, dei servizi di specialistica come chirurgia vascolare endoscopia digestiva, di radiologia e oculistica a Formia? E ancora cosa risponde ai cittadini sul declassamento del Pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Fondi? Gli interrogativi li solleviamo perché vogliamo delle risposte che il consigliere di maggioranza non fornisce nascondendosi dietro un manuale Cencelli che troviamo anche noi ma solo nell’aumento dei primariati e delle dirigenze a discapito dell’aumento del numero di medici, infermieri e tecnici senza i quali l’assistenza non esiste. La sanità è fatta di servizi e professionalità che sono stati penalizzati soprattutto nell’area sud della nostra provincia. Il coraggio di cui si parla non lo vogliamo vedere nel ricorso al passato, dove gli errori sono stati certamente compiuti, ma in un cambiamento che non può concretizzarsi solo nell’acquisto di una Tac e di un acceleratore lineare di ultima generazione. A cosa servono nuove strumentazioni se non c’è il personale per utilizzarli e le liste di attesa rimandano gli accertamenti all’anno del poi e al giorno del mai? Le nostre non sono nostalgie. Il nostro è un tentativo di dare voce ai cittadini che ogni giorno si scontrano con muri di inefficienze e di tagli. Muri che vogliamo abbattere senza connotazioni politiche o di bandiera ma facendo squadra in nome di quelle comunità che ci hanno eletti per rappresentare e risolvere i propri problemi nelle sedi più opportune. La difesa d’ufficio a cui abbiamo assistito sta nel gioco della politica ma non nel nostro modo di intendere l’azione dell’amministrazione regionale quando si parla della vita dei cittadini. Il coraggio non sta nel tenere lo sguardo fisso sullo specchietto retrovisore perché in questo modo si rischia di non vedere l’ostacolo che è in mezzo alla strada”.

“RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA, SE ZINGARETTI NON SMETTE DI IMMAGINARE SIAMO PRONTI A METTERE LE TENDE SOTTO LA REGIONE”

“Quando ho avuto modo di leggere il decreto del presidente Zingaretti sul riordino della rete ospedaliera ero convinto che finalmente stavamo entrando nel mondo reale, che avevamo smesso di immaginare. Ho letto del miglioramento della centrale dell’Ares 118, della definizione della rete dei Dea di II livello a Roma e nelle province. Ho pensato che una buona risposta ai problemi dei cittadini fosse arrivata. Purtroppo però ho dovuto prendere atto del fatto che il presidente si è limitato a mettere a punto un compito da 10 e lode rappresentando alla perfezione come la sanità dovrebbe essere. Ma è uscito fuori tema. Non è entrato nel merito. Non risolve i nodi che affliggono la sanità nei territori e non contrasta la percezione negativa, dei cittadini rispetto alla qualità, entità ed efficienza dei servizi erogati. Per fare alcuni esempi non si risolvono i nodi legati al rapporto con l’università che deve essere una risorsa ma di fatto non lo è perchè nella convenzione non sono specificati il budget e le prestazioni. Basti pensare che solo nel 2014 il budget previsto per l’università rischia di essere quasi raddoppiato. Se non risolviamo i problemi a monte siamo all’aria fritta. Il Dea di II livello nel piano di riordino della rete ospedaliera è indicato, peccato che non si possa fare perché non c’è personale e non ci sono le strutture. Non ci sono le risorse né per gli interventi di implementazione della pianta organica nè tanto meno per la ristrutturazione e l’adeguamento edilizio. Dietro un Dea di II livello che non si farà mai sono state cancellate le eccellenze e quei reparti che nella realtà garantivano una assistenza territoriale tangibile e vicina ai cittadini che costringeremo a veri e propri viaggi della speranza. Per non parlare delle Case della salute che dovevano essere il filtro per evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso. In provincia di Latina ne è partita una, quella di Sezze, per le altre, tra cui Gaeta, siamo avvolti nella nebbia più totale. Zingaretti continua ad immaginare, di questo passo per noi sarebbe meglio continuare a dormire perché svegliarsi significherebbe trovarsi in un incubo senza fine. Lo stesso che i cittadini ingiustamente vivono nelle loro case, sulla pelle dei loro cari. Proprio perché non stiamo dormendo siamo pronti a mettere le tende sotto la Regione Lazio, siamo determinati a guidare una battaglia ad oltranza finchè Zingaretti non risponderà con concretezza alle esigenze dei cittadini, finchè non ci risponderà, finchè non smetterà di fare i compitini e comincerà seriamente ad amministrare e a rendere la sanità un servizio a misura di cittadini e non solo a misura della loro delusione”.

Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone, nel suo intervento durante il consiglio regionale in atto LAZIO. COMUNITA’ MONTANE: COMMISSIONE ACCELERA L’ITER DELLA PROPOSTA DI LEGGE La prima Commissione consiliare presieduta da Baldassarre Favara ha esaminato tutti gli articoli di propria competenza. Dopo il parere sulla norma finanziaria della Commissione Bilancio, la proposta di legge sarà trasmessa all’Aula per il parere definitivo. La prima Commissione Affari istituzionali, enti locali e risorse umane, presieduta da Baldassarre Favara (Per il Lazio), ha accelerato i lavori sulla proposta di legge n.69 del 17 settembre 2013 concernente "Riordino dell'associazionismo comunale e soppressione delle comunità montane". Di fatto è stato dato via libera a tutti gli articoli di competenza della Commissione presieduta da Favara ed esaminati i numerosi emendamenti presentati alla proposta di legge. “I componenti della Commissione – ha commentato il presidente Baldassare Favara – con grande responsabilità portano quasi a termine il lavoro su una proposta di legge tanto attesa. L’iter proseguirà in Commissione Bilancio per il parere sull’articolo 7 (copertura finanziaria) e, nella prossima seduta della prima Commissione, sarà dato il parere definito sulla PL 69/2013. Quindi il testo verrà trasmesso ai lavori d’Aula del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva”. Gli articoli ed emendamenti approvati (tra questi diversi a firma del consigliere Francesco Storace (La Destra) fatti propri per la sua assenza dai consiglieri presenti alla seduta) sono: l’articolo 3 (Unioni dei Comuni); il 3bis (Statuto ed organi dell’Unione dei Comuni); l’articolo 4 (Personale delle Comunità montane e di arcipelago). L’articolo 5 (Centrale di committenza per i piccoli Comuni) è stato stralciato dalla maggioranza, con il parere contrario dei due componenti del MoVimento 5 Stelle Gianluca Perilli e Silvana Denicolò. Parere favorevole, infine, per l’articolo 6 (Incentivi all’esercizio associato delle funzioni e fusioni di Comuni); l’articolo 8 (Abrogazioni e modifiche); l’articolo 8bis, a firma di Simone Lupi (Pd) sul riordino territoriale che sancisce: “Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale presenta una relazione recante i provvedimenti necessari alla razionalizzazione del territorio regionale e al riordino del sistema degli enti di governo e gestione territoriale”. Presente alla seduta l'assessore della Giunta regionale agli Enti locali, Concettina Ciminiello. E, oltre al presidente Favara, il vice presidente: Gianluca Perilli (M5S); i Consiglieri: Simone Lupi e Riccardo Agostini (Pd), Cristiana Avenali, Gian Paolo Manzella e Maria Teresa Petrangolini (Per il Lazio), Silvana Denicolò (M5S), Oscar Tortosa(Psi). SOCIALE; VISINI: “DA REGIONE TIROCINI PER INCLUSIONE LAVORATIVA EX DETENUTI” Una rete per l’attivazione di tirocini di orientamento e formazione per gli ex detenuti è il progetto “Modello Lazio” che la Regione mette in campo per rendere più umano il sistema penitenziario e per il quale la Giunta Zingaretti ha stanziato 500mila euro. L’iniziativa è stata annunciata questa mattina dall’assessore alle Politiche sociali e allo sport, Rita Visini intervenuta al convegno “Carcere: modello Lazio” promosso dal Consiglio regionale del Lazio e dal Garante regionale dei diritti dei detenuti. L’obiettivo della rete di “Modello Lazio” è quello di favorire il reinserimento sociale e lavorativo di chi, al momento dell’uscita dagli istituti di detenzione, si trova in condizione di particolare difficoltà e viene preso in carico dai servizi sociali territoriali della Regione. Il progetto ha come obiettivo rafforzare la funzione rieducativa della pena e sarà coordinato dall’Assessorato regionale alle Politiche sociali e allo sport in collaborazione con il Garante regionale dei diritti dei detenuti e con l’agenzia Sviluppo Lazio. A portare avanti l’attività di formazione professionale sarà una rete di realtà del Terzo settore, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale e di volontariato, insieme a enti pubblici, imprese pubbliche e private che ospiteranno lo svolgimento dei tirocini. “Il sistema carcerario di un Paese civile è quello che rispetta l’articolo 27 della Costituzione: pena rispettosa della dignità umana e basata sul principio di rieducazione - ha dichiarato l’assessore Visini - Tutti gli indicatori confermano che solo portando in carcere istruzione, lavoro e cultura è possibile diminuire il tasso di recidiva. Il nostro, quindi, non è solo un riconoscimento alla dignità dei detenuti, ma è anche un investimento per la sicurezza delle nostre comunità”. “La Regione Lazio manterrà alta l’attenzione sul tema dell’inclusione sociale dei carcerati”, ha concluso Visini, che ha annunciato come entro la fine dell’anno verranno realizzate altre due azioni: “un progetto per la tutela dei minori figli di detenuti in collaborazione con l’Università di Roma Tre e un’iniziativa per la promozione dello sport in carcere”.

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