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Roma, la chiusura dei piccoli Uffici Postali Italiani finiscono in una interrogazione al Senato dalla Spilabotte

Per la chiusura dei piccoli uffici postali Italiani, la Sen. Maria Spilabotte, partendo dall’Ufficio di Sant’Oliva di Pontecorvo, interroga il Ministro dello Sviluppo economico per conoscere le strategie di Poste Italiane, nonostante i vari...

Per la chiusura dei piccoli uffici postali Italiani, la Sen. Maria Spilabotte, partendo dall’Ufficio di Sant’Oliva di Pontecorvo, interroga il Ministro dello Sviluppo economico per conoscere le strategie di Poste Italiane, nonostante i vari finanziamenti concessi dallo Stato e scrive:

Al Ministro dello sviluppo economico. Premesso che: Poste italiane spa riceve significativi contributi da parte dello Stato nell'ambito della legge di stabilità per consentire agli uffici postali periferici di garantire l'erogazione dei servizi postali essenziali, eppure il piano di riorganizzazione previsto dall'azienda, che secondo fonti sindacali dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile nell'ambito dell'avviato processo di privatizzazione, prevederebbe, a livello nazionale la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici; considerato che: si stanno diffondendo notizie di imminenti decisioni di chiusure di sportelli e uffici in tutta Italia, causando quindi notevoli difficoltà e generando una diminuzione della qualità e della fruibilità del servizio fornito alla clientela; nella fattispecie si rappresenta l'imminente chiusura dell'ufficio postale della frazione di Sant'Oliva-Pontecorvo (FR), dove a breve si terrà un incontro nella Direzione provinciale tra i vertici della Società Poste Italiane ed una delegazione dei cittadini, i quali si sono costituiti in un comitato in modo da amplificare ancor più la loro voce di protesta; questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi: gli abitanti della frazione di Sant’Oliva, circa 800, proprio non ci stanno all’idea di doversi spostare nel centro di Pontecorvo e quindi ad almeno 5/6 km di distanza, bisogna considerare che come spesso accade nei piccoli borghi, gran parte di loro sono anziani con difficoltà a spostarsi con mezzi propri per ritirare la pensione, come anche si vedrebbero costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti su territori particolarmente disagiati e molte volte con un servizio limitato di mezzi pubblici; questa decisione unilaterale di Poste italiane conferma l'orientamento portato avanti dalla società negli ultimi anni che insegue una logica del guadagno puntando su assicurazioni, carte di credito, telefonia mobile e servizi finanziari in genere, a scapito delle esigenze della collettività, sacrificando uffici che ritiene «improduttivi» o «diseconomici», senza considerare che rappresentano un punto di riferimento per i cittadini dei piccoli comuni; si chiede di sapere: quali azioni il Ministro in indirizzo intende intraprendere per garantire il rispetto dei disposti stabiliti dall'Autorità garante delle comunicazioni in ordine al divieto di chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate, e conseguentemente favorire una concertazione tra la direzione di Poste italiane spa e le amministrazioni locali, al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali nei comuni più piccoli del territorio nazionale, nonché come si intenda intervenire per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste italiane spa arrechino disagi ai cittadini – utenti che non vedono garantita l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità, nel rispetto dell'accordo siglato fra le Poste italiane spa e lo Stato. SPILABOTTE

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