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Roma, la stagione 2013-2014 del Teatro Tor Bella Monaca presenta un Cartellone da non perdere

Teatro, musica, danza, cinema, letteratura, la stagione 2013-2014 del Teatro Tor Bella Monaca presenta un Cartellone da non perdere. Dopo avere registrato ad oggi 10.000 presenze con la Direzione Artistica di Alessandro Benvenuti e la Direzione...

Teatro, musica, danza, cinema, letteratura, la stagione 2013-2014 del Teatro Tor Bella Monaca presenta un Cartellone da non perdere. Dopo avere registrato ad oggi 10.000 presenze con la Direzione Artistica di Alessandro Benvenuti e la Direzione organizzativa di Filippo d’Alessio, si inizia con “La Notte dei Cantautori”, il 5 ottobre dalle 18, a cura di Ernesto Bassignano, una full immersion notturna nelle canzoni d’autore, di protesta, d’amore, primo tentativo romano no-stop di poesia civile in musica, con la partecipazione straordinaria di Alessandro Haber e di moltissimi artisti, da Alessandro Haber a Grazia Di Michele ad Alessandro Benvenuti.

Tra gli eventi di ottobre (dall’8 all’11) ricordiamo il III Festival del Cinema e Letteratura Latino Americana “Nuovi orizzonti latini”, con presentazioni di libri, musica, proiezioni, danza, e il 12 e 13 lo spettacolo di e con Gino Auriuso “La vita mia, la storia mia”, un’ autobiografia costruita attraverso la ricerca di pensieri, poesie, monologhi di drammaturghi e poeti. Il 13 ottobre è di scena “La notte rossa sul femminicidio”, una serata intensa su tematiche di drammatica attualità, mentre il 6 ottobre il teatro per i ragazzi, proposto per tutta la stagione teatrale da Nata Teatro, presenta “Stenterello e la tribù degli ignoranti”. Il mese di novembre è all’insegna dei grandi nomi, dall’8 al 10 Giorgio Tirabassi presenta il suo “Omaggio a Django Reinhart”, e dal 15 al 17 novembre l’appuntamento da non mancare è con Alessandro Benvenuti in “Benvenuti in Casa Gori”.

Il linea con la volontà di offrire proposte culturali differenti sempre all’insegna della qualità, dal 26 novembre all’8 dicembre sarà di scena la sesta edizione di “Exit”, emergenze per identità teatrali, la rassegna prodotta e promossa dalla Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti), e dal 30 novembre al 1 dicembre reduce dai successi cinematografici Massimiliano Bruno tornerà in teatro con “Beata ignoranza”, un viaggio appassionante attraverso la Capitale. Numerosi gli appuntamenti di dicembre, tra i quali ricordiamo Massimo D’Apporto con “Ladro di razza” (4-6 dicembre), il teatro di Erri De Luca con “In nome della madre” (7-8), e a Natale (dal 20 al 23 e dal 26 al 30) l’intrattenimento allo stato puro con il Circo El Grito, protagonista con i due spettacoli “20 Decibel” e “Scratch e Strech”.

Il Teatro poi proporrà un appuntamento al mese con la danza, a cura di Patrizia Cavola-Atacama, 6 compagnie e 11 spettacoli di 11 autori diversi per dare una visione ampia della danza italiana contemporanea. Si inizia dal 25 al 27 ottobre con la nuova produzione Atacama “Galleggio, Annego, Galleggio”, seguono poi gli altri appuntamenti con Mauro Astolfi e Oretta Bizzarri e tre spettacoli proposti da Sosta Palmizi.

Ricca anche la programmazione musicale, curata dalla Scuola Musica Bela Bartok, che propone concerti di artisti come Ettore Fioravanti e Mario Raja (il 14 e il 21 novembre) e Roberto Gatto (il 17 aprile). Inizia il 19 dicembre e si protrae invece tra video e musica per tutto il 2014 il “Contest delle sonorizzazioni” a cura di Sergio Sozzo, Radio Popolare Roma.

Massimo Wertmuller, Alessandro Benvenuti, Amanda Sandrelli, Francesco Montanari, Duccio Camerini, Vanessa Gravina, Brigitta Boccoli, questi alcuni degli artisti che saranno in scena nel 2014, accanto alla Festa dei racconti e alla Rassegna di cinema a cura della Casa dei Racconti, ai laboratori, gli spettacoli e i progetti sul territorio del Teatro Potlach e agli appuntamenti del teatro per i ragazzi curati da Nata Teatro.

Il raggruppamento che guida la gestione del Teatro Tor Bella Monaca è composto da: ASSOCIAZIONE SEVEN CULTS, ARTENOVA, KIPLING ACADEMY, LA CASA DEI RACCONTI, NATA TEATRO, SCUOLA DI MUSICA BELA BARTOK e TEATRO POTLACH.

ALESSANDRO BENVENUTI, DIRETTORE ARTISTICO

“Non sarà una sfida facile e per questo potremmo anche fallire. Perché no.

Ma qualcuno ha detto: "Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa, ma io non posso accettare di non tentare".

Quello che ci chiede l'oggi con drammatica urgenza è attivarci con tutte le forze, competenze, affetto, volontà, per fare, pur nei nostri limiti attraverso un lavoro a più cervelli, dei tentativi di produrre delle eccellenze. Per noi stessi, per chiunque si è fidato e si fiderà di noi e per chi ci scoprirà incontrandoci. Noi dovremo costituire una novità vitale, una piacevole sorpresa, un incoraggiamento al fare... e bene.

Mai come oggi il Teatro, ma la cultura in genere, assomigliano a una trincea dove si combatte una dura guerra di posizione affinché l'inciviltà non invada i nostri panorami mentali più belli.

Questa era la mia dichiarazione letta durante la conferenza del marzo scorso durante la quale ci presentammo come persone e progetto alla stampa.

Quello che segue è una sorta di primo consuntivo a medio termine, ora che sei mesi sono passati, e tante cose sono accadute da quel nostro primo incontro.

Siamo riusciti a non fallire. Abbiamo resistito all'interno di un budget rischioso.

Abbiamo incontrato artisti che con le loro creazioni hanno reso attraente la nostra stagione per tante persone vecchie e nuove del quartiere e oltre.

Abbiamo offerto alle realtà locali che operano a vario titolo nel campo dello spettacolo la possibilità di avere un luogo attrezzato dove mettersi alla prova puntando, comunque, alla qualità perché sulla qualità, abbiamo sempre detto, dev'essere improntato il nostro lavoro.

Quello che poteva sembrare un mero e divertente slogan pubblicitario:

'Anziché un teatro degli effetti noi proponiamo un teatro dell'affetto', si è rivelato il giusto modo di pensare e una scommessa vinta, giacché il pubblico, nella gran parte, ha recepito l'effettiva verità di quella frase virgolettata.

E questo non tanto e solo per gli artisti e gli spettacoli che essi hanno via via proposto con gradimento evidente e crescente di pubblico, ma anche per il modo in cui i nostri utenti ogni sera sono stati accolti e seguiti grazie alla presenza costante dei responsabili del teatro, capaci di annullare istintivamente la distanza fra operatori e fruitori.

Un teatro ha bisogno di una identità che sia facilmente riconoscibile da coloro che abitano intorno ad esso, non deve sembrare un fortino assediato da una realtà che sente le sue mura ostili, lontane, altre da quelle delle loro case.

Ecco, per noi è stato fondamentale presentarci da subito come dei buoni vicini di casa che hanno portato in dote al quartiere un salotto in più, una stanza comune dove potersi incontrare e parlare di cose sensibili: affetti, impegno civile, arte... teatro, musica. Vita.

Da persone ci siamo calati fra le persone, e come tali siamo stati immediatamente riconosciuti.

Le porte del nostro teatro sono sempre aperte a chiunque voglia entrare e chiedere.

Sembra una cosa naive... invece è qualcosa di straordinario e semplice considerando l'idea comune che molti, sbagliando forse, hanno del teatro, che a tanti appare purtroppo come un luogo chiuso, antico, respingente, talvolta inutile e spesso sicuramente poco divertente”.

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