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Roma, Rai: “a quando il confronto con i lavoratori", scrive il Libersind

“A circa un mese dalla stipula dell’accordo raggiunto tra la CONFINDUSTRIA e i  sindacati confederali CGIL, CISL, UIL, CONF.SAL relativo alla  rappresentanza sindacale, accordo che prevede l’irrinunciabilità alla consultazione dei lavoratori,

“A circa un mese dalla stipula dell’accordo raggiunto tra la CONFINDUSTRIA e i sindacati confederali CGIL, CISL, UIL, CONF.SAL relativo alla rappresentanza sindacale, accordo che prevede l’irrinunciabilità alla consultazione dei lavoratori,

meglio se con referendum, in occasione di sottoscrizioni di accordi contrattuali e aziendali, proprio per dare maggior valenza al principio di

rappresentanza sindacale nel quadro condiviso di ampia partecipazione democratica, ebbene, di questo percorso di consultazione in merito all’accordo RAI sui licenziamenti collettivi ad oggi non c’è traccia- scrive il Libersind- Confsal

Eppure tutti i membri dei coordinamenti nazionali, in ambito di trattativa, hanno ascoltato chiaramente i segretari delle sigle sindacali firmatarie spendersi nel decantare il necessario “percorso democratico” ovvero la necessità del confronto assembleare e dell’espressione o meno del consenso dei lavoratori sull’accordo sui licenziamenti in RAI.

Oramai giunti a ridosso del 22 luglio, con i lavoratori che stanno già inviando le deleghe per l’accertamento della posizione contributiva, oramai giunti a ridosso dei possibili licenziamenti, cosa si aspetta? Che giunga pieno il periodo delle ferie per lasciare che quanto deciso nell’accordo faccia il suo effetto senza dover dare spiegazioni?

Cosa significa ciò che si legge nell’accordo in questione e cioè che i verbali firmati verranno sottoposti a verifica dei competenti organismi sindacali e aziendali? Vuol dire che è già tutto bell’e deciso?Forse è il caso che i sindacati che hanno firmato l’accordo, prima di dileggiarsi in vacanza, comincino con il dare qualche spiegazione ai lavoratori poiché in molti, specialmente i nati nel 52, iniziano a sentire il calore del carbone ardente sulla pelle e telefonano ai nostri dirigenti sindacali per chiedere almeno un confronto in assemblea con chi ha firmato.

Ci sembrerebbe davvero paradossale poi che, proprio coloro i quali si professano paladini della democrazia e fautori del confronto con i lavoratori, avessero pensato di firmare un accordo così delicato e denso di riflessi sui dipendenti e poi con un sotterfugio di parole scritte a mestiere, pensare di dileguarsi senza dare conto e ragione ai lavoratori colpiti dai provvedimenti contenuti nel testo di accordo, dimostrando in modo inequivocabile che non hanno mai avuto in seria considerazione la sorte dei colleghi a tempo indeterminato della RAI

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