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Domenica, 28 Aprile 2024
La vicenda / Arce

"Serena Mollicone è stata aggredita e uccisa in caserma"

Gli esperti del Ris, nel corso del processo in Corte d'Appello, hanno ricostruito le fasi salienti del delitto di Arce

"Serena Mollicone ha urtato la porta della caserma e a supporto di questa teoria c'è il fatto che sia sul nastro sia sul capo della vittima c'erano sia elementi da vernice da caldaia sia una traccia della stessa porta della caserma". E' quanto hanno affermato i luogotenenti dei carabinieri Vittorio Della Guardia, Ferdinando Scatamacchia e Rosario Casamassima, all'epoca dei fatti in servizio al Ris di Roma, sentiti come testimoni nel processo di appello per l'omicidio della 18 enne di Arce, centro in provincia di Frosinone, trovata prima di vita nel 2001. Gli imputati, tutti assolti in primo grado per accuse che vanno, a seconda delle posizioni, dall'omicidio al favoreggiamento sono Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria. E ancora: i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, quest'ultimo per l'istigazione al suicidio di Santino Tuzi, morto suicida. "Non posso avanzare ulteriori valutazioni - ha detto Casamassima - ma le leggi della fisica confermano quello che sto riferendo. Non ci sono dubbi. I frammenti di legno, colla e resina sono stati trovati sia sul nastro che nei capelli". Nel corso dell'audizione i testimoni hanno affermato, inoltre, che "un campione preso dallo sportello della caldaia, prelevato da noi sul balcone di un alloggio della caserma, aveva la stessa composizione del frammento sul nastro adesivo con cui era avvolto il capo di Serena Mollicone. Il campione presentava anche le stesse tracce rosse di ruggine", hanno aggiunto davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Rom

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