Omicidio Capirchio, trent'anni all'assassino
Condannato con rito abbreviato Michele Cialei, il pastore accusato di aver ucciso e fatto a pezzi l'allevatore di 59 anni. Due anni e sei mesi invece il figlio Terenzio che doveva rispondere di vilipendio e occultamento di cadavere
Omicidio Capirchio, condannato a trenta anni di reclusione Michele Cialei, il pastore di 54 anni di Vallecorsa accusato di aver ucciso e fatto a pezzi l'allevatore di Vallecorsa di 59 anni. L'imputato che è stato giudicato con rito abbreviato era difeso dall'avvocato Camillo Irace del foro di Napoli. Da evidenziare che il pubblico ministero aveva chiesto l'ergastolo. Ma essendo cadute delle aggravanti il giudice si è pronunciato per la condanna a trenta anni di carcere.
Vilipendio ed occultamento di cadavere
E' stato invece condannato a due anni e sei mesi (pena sospesa) per il reato di vilipendio ed occultamento di cadavere il figlio di Michele Cialei Terenzio. Ma quest'ultimo non avendo ancora 21 anni non sconterà nemmeno un giorno di carcere. Il giovane era rappresentato dall'avvocato Giampiero Vellucci. Per quanto riguarda il genitore l'avvocato Irace ha puntato ad evitare l'ergastolo proprio per poter giocare le sue carte in corte di Appello.
La scomparsa dell'allevatore
L'allevatore scomparve dalla sua abitazione il 24 ottobre del 2017- Quel giorno si era recato come faceva di solito nella zona dove portava i suoi cavalli al pascolo . Ma a casa non era più ritornato. I carabinieri allertati dai familiari avevano iniziato le ricerche. Ricerche che si erano concluse dopo cinque mesi dalla sua scomparsa e precisamente nel marzo del 2018. Il corpo dell'all'allevatore che era stato fatto a pezzi e chiuso in due buste di plastica era stato gettato in un dirupo in località Ambrifi in territorio di Lenola.
L'arresto
Gli elementi raccolti dagli investigatori chiusero il cerchio intorno alla figura del pastore Michele Cialei che venne arrestato. L'uomo però si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere.
La confessione
Soltanto dopo un anno Cialei è crollato confessando al magistrato inquirente di essere stato l'autore di quel delitto sfociato a causa di una lite per motivi di pascolo. L'uomo aveva colpito Capirchio prima con un fucile e poi lo aveva finito a colpi di pietra. La famiglia dell'allevatore ucciso era rappresentata dall'avvocato Filippo Misserville.