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Cronaca

Zagarolo, Ennesimo caso di violenza domestica, la riflessione di Vittorio Marinelli

Dopo la notizia che a Zagarolo un pensionato picchia la moglie e le rompe un braccio, l’esponente dell’Italia dei Diritti affronta il tema del fenomeno dilagante

Dopo la notizia che a Zagarolo un pensionato picchia la moglie e le rompe un braccio, l’esponente dell’Italia dei Diritti affronta il tema del fenomeno dilagante

Arriva la dichiarazione dell’avvocato Vittorio Marinelli, vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, in relazione all’ennesimo caso di cronaca in un cui il marito violento percuote la moglie, sintomatico di un fenomeno fin troppo diffuso e spesso taciuto nell’ambiente familiare. Un pensionato 67enne di Zagarolo è stato messo agli arresti domiciliari, dopo che la moglie ha finalmente denunciato i ripetuti maltrattamenti. L’uomo è stato condotto in un domicilio separato, dopo l’ultimo litigio nel quale ad intervenire sono stati i Carabinieri, scongiurando il peggio. In precedenza, la donna aveva già riportato una frattura all’avambraccio. “È vero che si dice che l’amore non è bello se non è litigarello però, viste le conseguenze, ciò sarebbe stupendo, se non addirittura sublime, ma solo all’interno di una coppia patologica. Non sappiamo da quanto tempo effettivamente la donna subisse soprusi dal coniuge, certo è che ha atteso la rottura del braccio prima di rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, forse confondendo diversi piani di lettura che andrebbero separati, così come andrebbero divisi questi nuclei familiari. Visto che non vi sono più le comari o i preti di campagna a fare da mediatori familiari – ha poi aggiunto - sembra sia necessario pensare seriamente a come fornire alle coppie strumenti di supporto psicologico prima ancora di rivolgersi a giudici o carabinieri. L’aumento esponenziale di aggressioni a minori e soggetti più deboli, come anche di atti di bullismo, è indicativo del fatto che all’originaria famiglia patriarcale e alle comari di paese si è sostituito il nulla, ed è noto che il nulla suscita paura, angoscia e violenza – ha poi concluso il vice responsabile regionale dell’IDD -. Intanto, c’è solo da dire che il Pubblico Magistrato in questo caso non abbia sbagliato disponendo gli arresti domiciliari, recludendo il marito violento in un altro domicilio. Altrimenti, memori del detto sull’amore litigarello, ci sarebbe potuto scappare un altro morto, ad allungare la scia intollerabile delle vittime delle violenze domestiche.”

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