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Colleferro, Il sindaco Cacciotti: “nel rapoporto Eras non c’è l’aumento di effetti tumorali sulla cittadinanza"

In riferimento al Rapporto Eras, svolto dal Dipartimento di Epidemiologia Regionale in collaborazione con l’Arpa Lazio, del quale si è occupato anche l'ultimo Consiglio comunale di Colleferro, si inviano alcune dichiarazioni del Sindaco Mario...

In riferimento al Rapporto Eras, svolto dal Dipartimento di Epidemiologia Regionale in collaborazione con l’Arpa Lazio, del quale si è occupato anche l'ultimo Consiglio comunale di Colleferro, si inviano alcune dichiarazioni del Sindaco Mario Cacciotti che interviene sul documento, chiarendone alcuni aspetti sostanziali.

In questi giorni si parla tanto del famoso Rapporto Eras, sul quale avete fatto anche un apposito Consiglio comunale con gli autori dello studio.

Ringrazio il dott. Carrubba e quanti del Dipartimento di Epidemiologia hanno contribuito con il loro lavoro alla stesura dello studio e per essere venuti a presentarcelo, perché è uno strumento importante, che può essere di valido supporto per noi amministratori nelle scelte future da compiere.

E’ sbagliato dire, come qualcuno dell’opposizione ha fatto, che l’Amministrazione disconosce il valore di questo documento o che lo mettiamo in dubbio. Affatto, noi pensiamo invece che debba essere letto con obiettività e preso per quello è, ovvero uno strumento scientifico che si occupa di monitorare, da un certo punto in avanti, il nostro territorio per avere le informazioni utili a migliorare la vita della popolazione.

C’è però un punto sul quale appare una certa discordanza, quello sulle patologie respiratorie. Sono aumentate o no?

Su questo argomento si è parlato tanto ma con insufficiente chiarezza. Sono tante le cause che influiscono sulle patologie respiratorie e non sono io a dirlo ma i medici, su questo non c’è dubbio, l’inquinamento ha degli effetti sulla salute. Per venire alla nostra specifica situazione c’è da dire che le nostre conoscenze si basano su due documenti: uno che è all’interno dell’Eras (periodo 1996-2008) e uno della Asl (periodo 1997-2008). Nel primo si dice che c’è stata una maggiore frequenza di ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie, soprattutto per gli uomini, nel secondo che i ricoveri ospedalieri degli abitanti di Colleferro per le stesse malattie sono invece diminuiti. Visti così i dati sembrano giustamente in contrapposizione ma non è così. E mi spiego. In realtà il vero dato positivo è che in questi anni, con una maggiore attenzione alle problematiche ambientali sia da parte dell’Amministrazione che degli enti preposti, si è maggiormente focalizzata la necessità di diminuire le fonti di inquinamento. Vuoi per la riduzione delle produzioni industriali, soprattutto quelle a più forte impatto ambientale, vuoi per una più dura normativa sulle emissioni nell’aria, ma anche per le iniziative comunali intraprese, il risultato alla fine è stato un graduale miglioramento delle condizioni di salute per le patologie respiratorie. Il che significa che operando in una certa direzione si può ottenere dei buoni risultati. Rispetto al dato dell’Eras, invece, non diciamo che sia falso o di nessuna importanza. Per comprenderlo va contestualizzato. Come ha ben spiegato il dott. Forastiere nel suo intervento in Consiglio comunale, nel loro studio del pre e post hanno messo a confronto non i dati in assoluto, cioè quelli complessivi di tutta la popolazione, ma quelli delle due zone con “più alto impatto” e con “più basso impatto” rispetto ai termovalorizzatori. Non c’è da stupirsi, quindi, e cito le parole del dr. Forastiere, che ha chiarito: “Malgrado c’è stata una diminuzione generale dei ricoveri respiratori, i ricoveri respiratori nelle aree a più alto impatto dei termovalorizzatori sono diminuiti di meno. Quindi, comunque il termovalorizzatore ha avuto un effetto relativo di incremento dei ricoveri ospedalieri”. Ovvero non è che non siano diminuiti ma la diminuzione è stata meno considerevole che altrove. Per essere ancora più chiari: noi non sottovalutiamo la presenza di qualunque attività industriale presente sul territorio, ivi compresi i termovalorizzatori, per l’impatto che hanno sulla città, così come lo hanno le auto, il riscaldamento domestico, la presenza dell’autostrada, etc. che non demonizziamo ma cerchiamo di rendere meno impattanti sulla nostra vita. E diciamo, soprattutto, di non strumentalizzare certi dati a proprio uso e consumo. Cerchiamo di vedere in un’ottica più globale l’intera città, direi l’intero territorio, e utilizzare i dati per migliorare il nostro ambiente, non per spaventare le persone.

Una volta si era parlato addirittura di aumento dei tumori…

Un inutile allarmismo. Per fortuna che ancora una volta è stata ribadita, proprio nel Consiglio, l’infondatezza di questa notizia. Addirittura si parlava dei bambini e qui abbiamo dati di riscontro oggettivi che ci hanno rincuorato: nello studio del 27.03.2012 del Dipartimento di Epiedemiologia si conclude che a Colleferro tra i ragazzi da 0 a 19 anni sono diminuite le patologie tumorali. In proposito il dott. Blasetti ha ribadito di avere sempre contestato fortemente e smentito chiunque affermava che nel territorio di Colleferro ci fosse stato un aumento delle patologie tumorali infantili, e il dott. Forastiere, parlando del rapporto del suo dipartimento ha ricordato che quella relazione era la risposta ad un quesito posto da un’Associazione. Se parliamo dei tumori negli adulti non possiamo non tenere conto diversi fattori. Il fumo di sigaretta, come ci ha ricordato il dott. Forastiere, incide sul tumore del polmone e della vescica rispettivamente per il 90 ed il 60 %, così come l’alcool è un fattore importante, ma anche, e non è un segreto, l’esposizione di natura professionale, come per l’amianto, ma qui parliamo di produzioni industriali che riguardano il passato, gli anni ’60-‘70 e che per fortuna sono ormai un ricordo. Infatti, grazie alle leggi più restrittive le produzioni industriali del presente sono ben lontane da quelle di allora. E’ significativo l’esempio che ha fatto il dott. Forastiere parlando del topolino e dell’elefante. “Se una persona che fuma sigarette – ha detto - ha il rischio di avere un tumore polmonare 20-30 volte più grande rispetto a un non fumatore, il rischio di avere un tumore polmonare per esposizione a inquinamento ambientale non è 20-30 volte, ma sarà di 03-04% in più, quindi è l’effetto di un piccolo topolino rispetto a un elefante”.

Chiaro che l’ideale sarebbe non avere alcuna fonte di inquinamento, ma è anche irrealizzabile, perciò questi studi scientifici, offrendo una fotografia in continuo divenire, possono rappresentare un utile strumento per le scelte politiche da fare nel tempo?

Certo, a patto di saperli valutare con serenità. Sono d’accordo, ad esempio, quando il Dipartimento di Epidemiologia mostra di voler proseguire lo studio, è importante avere un osservatorio su questo campo che sia sempre in funzione. Tocca poi a noi tutti, politici e tecnici, saper leggere e comunicare le risultanze. Questa Amministrazione viene spesso criticata dall’opposizione perché sosteniamo che l’impegno contro il traffico, per abbassare i Pm10, non deve essere secondario a quello contro le fonti industriali. Ci dicono che i termovalorizzatori inquinano molto e di più. Ma lo stesso rapporto Eras ci conforta in qualche modo quando, ponendo in relazione il valore massimo delle emissioni di Pm10 dei termovalorizzatori (pari a 3 mcg/m3) con il valore giornaliero indicato dalla normativa vigente (pari a 50 mcg/m3) quest’ultimi hanno un’incidenza giornaliera sull’inquinamento della nostra città pari a un 17° del totale. Lo stesso dott. Carrubba lo ha spiegato in maniera chiara quando, con una battuta, ha detto: “Qui siamo a Colleferro e per fortuna non stiamo a Taranto”, e, meglio ancora, parlando del complesso della massa emissiva considerata, che quella dei termovalorizzatori è di ridotte dimensioni. Preoccupiamoci perciò di tutti i fattori, come sta facendo questa Amministrazione, senza puntare l’occhio solo sui termovalorizzatori, che vanno controllati, ovvio, affinché siano gestiti come si deve. Nel complesso l/e prospettive non sono affatto pessimistiche. Va infatti rilevato che a partire dal 2006 i dati fornitici dalle 2 centraline dell’Arpa evidenziano una sostanziale diminuzione del valore medio annuale dei Pm10 nella nostra città, che per legge è pari a 40 mcg/m3. Siamo passati da 49 del 2006 a 34 del 2012, così come sono andati a diminuire progressivamente anche il numero dei superamenti annui. Ma anche se il trand è positivo lo sforzo dell’Amministrazione sarà sempre teso a migliorare ancora

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