Stellantis Cassino, salta l'accordo: troppo alto il numero degli esuberi
Troppa differenza nei numeri e l'incertezza nel futuro legata anche allo stallo degli incentivi statali sulle auto elettriche
Niente da fare. Nessun accordo tra i sindacati ed i vertici del gruppo Stellantis per gli esuberi dello stabilimento di Piedimonte dopo l'accordo a livello nazionale e nonostante l'intesa raggiunta nei giorni scorsi sulle fuoriuscite incentivate nelle ore scorse c'è stata la fumata nera.
Troppa la differenza nei numeri tra i due soggetti al tavolo di ieri che è durato ben due ore. Si parla di 850 dipendenti in esubero nel solo stabilimento nel sud della Ciociaria e tra questi ce ne sono 350 spediti a Pomigliano.
Da una parte ci sono 'solo' 200 operai che hanno raggiunto i requisiti per andare in pensione e dall'altra si parla di ben 560 operai da mandare a casa ben 560 persone. Le parti torneranno ad incontrarsi subito dopo Pasqua per cercare dei margini per venirsi incontro in attesa che gli incentivi statali sull'acquisto delle auto elettriche vengano varati in via definitiva dal governo Meloni.
Allargando la visione anche agli altri stabilimenti in Italia
"I confronti tenuti negli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Pratola Serra hanno visto l'azienda comunicare 2.510 esuberi: Torino 1.560, Cassino 850 (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e Pratola Serra 100 esuberi. Questi esuberi peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica. L'accordo sindacale sulle uscite incentivate in Stellantis, che non è stato firmato dalla Fiom, è un macigno sul piano di incontri convocati dal Ministro Adolfo Urso del Mimit con i sindacati, le Regioni e le imprese". Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità che sostengono che si tratta di "un piano per spegnere il lavoro" e chiedono alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni di convocare il Ceo del Gruppo, Carlos Tavares.
