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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Civitella San Paolo, successo per la festa dei Canestri!

Come da usanza, il primo maggio a Civitella avviene la festa dei Canestri. La partecipazione è stata assai folta e diverse autorità religiose e civili hanno presieduto l’evento. Ieri a Civitella San Paolo si è svolta la festa dei Canestri...

Come da usanza, il primo maggio a Civitella avviene la festa dei Canestri. La partecipazione è stata assai folta e diverse autorità religiose e civili hanno presieduto l’evento.

Ieri a Civitella San Paolo si è svolta la festa dei Canestri, organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Pro Loco”. Hanno partecipato numerosi sindaci dei comuni vicini, il m.llo Sivoccia comandante della stazione dei carabinieri di Fiano Romano, il capitano Salvatore Ferraro comandante della compagnia carabinieri di Monterotondo, il m.llo De Silvestro maestro della fanfara dei carabinieri (legione allievi). La messa è stata celebrata da Sua Eccellenza monsignor Romano Rossi, vescovo della diocesi di Civita Castellana. Prima della celebrazione, il sindaco Stefani ha ringraziato tutti i partecipanti per la presenza consistente. Inoltre, durante la mattinata, la fanfara dei carabinieri ha deliziato gli ascoltatori con un’esecuzione impeccabile di brani patri nella cornice del centro cittadino. L’Inno di Mameli, nostro orgoglio, ha scosso l’anima di tutti e ha risvegliato l’ardore sulle note maliose dell’orchestra militare. I ragazzi della Pro Loco hanno speso energie notevoli per l’evento e hanno lavorato per giorni affinché tutto riuscisse. Tuttavia, essi sanno che il sano lavoro ripaga sempre. Hanno reso omaggio alla festa dei lavoratori nel migliore dei modi, in un momento di certo difficile per tutti, in particolare per i giovani. Sicuramente i loro sforzi non sono andati perduti, giacché la manifestazione è stata un successo.

La festività ha origini antichissime: la celebrazione prosegue dall’epoca dell’antica Roma e nel tempo si è modellata sulle orme della tradizione cristiana. Le donne sono protagoniste indiscusse dell’evento. Infatti, come le loro mamme e nonne, esse sfilano vestite di costumi contadini e portano i canestri colorati di fiori lungo il tradizionale corteo liturgico. Tutte le giovani salutano l’arrivo della primavera in paese e riempiono il borgo di allegria, attraverso la gaia leggerezza che contribuisce a rendere la festa un unicum nel Lazio. In passato, terminata la processione, il pane benedetto veniva distribuito ai contadini con l’augurio di un buon raccolto. Ancora oggi, nel solco della tradizione, viene dispensato il pane con sopra lo stemma dei santi Giacomo e Filippo, patroni del borgo. Una comunione di fragranze floreali e colori invade le vie del paese, per le strade si sente gioia della gente che assapora ogni particolare della festa. La festosità prosegue nel pomeriggio: nella piazza principale sono organizzati i giochi popolari, necessari dopo un pranzo di solito importante. Il primo maggio è anche un’occasione per ammirare il castello medievale, senza dubbio uno dei più imponenti della Valle del Tevere. Per di più, in questi giorni è aperta la mostra “L’allieva e il maestro” del pittore maestro Valan, noto e suggestivo artista costantemente impegnato in eventi in Italia e nel mondo. Non manca la cultura, che è pilastro di ogni usanza. Non manca neppure la volontà, che è fondamento di ogni idea. Nulla diserta laddove c’è aria di riuscita, spirito d’iniziativa e voglia di miglioramento.

La festa dei canestri non è solo folclore o mero oggetto di interesse, bensì memoria e prosieguo della tradizione. Il nostro passato è ricco, la nostra storia è maestra. Fuori nel mondo soffia vento di cambiamento, ben venga, la stagnazione non fa per noi. Neppure l’uomo, con tutte le sue capacità, ha il potere di riavvolgere il nastro della storia. Ma le tradizioni, le usanze, i costumi sani di un tempo devono essere protetti e tramandati, altrimenti cadiamo in un progresso irrefutabile, destinato a nuocere. Il mio augurio è che tale festa migliori di anno in anno e si nutra sempre dell’entusiasmo giusto, come è accaduto ieri. Il paese merita una tradizione viva, vivace, vera.

Domenico Ercoli

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