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Roma Garbatella, Cultura e teatro di prosa al Barnum Seminteatro

Ritengo che il quartiere della Garbatella, ormai da molti anni, abbia acquisito una solida credibilità in termini di divulgazione della “Cultura” (proprio quella con C maiuscola; sicuramente la forte e felice nascita della Università Roma Tre , ha...

Ritengo che il quartiere della Garbatella, ormai da molti anni, abbia acquisito una solida credibilità in termini di divulgazione della “Cultura” (proprio quella con C maiuscola; sicuramente la forte e felice nascita della Università Roma Tre , ha influito positivamente, anche per la istituzione del corso di laurea DAMS , ovvero arti musica e spettacolo; molto seguiti sono i concerti della RomaTre Orchestra e gli spettacoli di prosa e di musica nel magnifico scenario del Palladium ; in questa nota mi dedico invece a due spettacoli di prosa ospitati felicemente dal nuovissimo Barnum Seminteatro e dal nuovo Ambra alla Garbatella. Prosegue con molto successo la prima interessante stagione teatrale ideata dal bravo Gabriele Mazzucco nel piccolo ma accogliente Barnum ; abbiamo già dedicato alcuni articoli, su queste colonne,a questa bella nuova realtà teatrale, e in questa occasione ci riferiamo allo spettacolo intitolato “M’iscrivo ai terroristi”, scritto e diretto dallo stesso Mazzucco, con la perfetta e convinta interpretazione dei giovani e bravi Andrea Alesio, Chiara Fiorelli e Teo Guarini, prodotto dalla Compagnia degli Arti Gialli : uno spettacolo vivace, incalzante, coinvolgente, a stretto contatto con il pubblico presente in sala; lo stesso autore ci spiega e ci intriga con la domanda se i mostri, la magia ed il paranormale esistano oggi nella nostra quotidianità; ? M’iscrivo ai terroristi, vuole proporre una favola nera, brillante, surreale e contemporanea, nata dalle teorie di Noam Chomsky, dalla musica di Frank Zappa e dal gioco da biliardo “ 8 e 15”. Tre persone chiuse nel magazzino di un famoso parco giochi: un uomo vestito da Dracula, una cartomante dalle origini gitane ed un senza tetto scappato dalla società e rinchiusosi segretamente, da tempo, in quel luogo. Fuori un terrificante attacco di zombie sembra aver sconvolto il parco giochi e, forse, il resto del mondo. Ma questi personaggi sono davvero ciò che dicono di essere? Gli zombie esistono davvero o è soltanto un assurdo delirio di massa? E’ meglio rimanere chiusi, convinti di essere al sicuro, aspettando pian piano che le scorte finiscano, o sarebbe bene provare ad affrontare le difficoltà oltre ogni rischio, pur di ritagliarsi un futuro migliore ? E soprattutto: cosa sono gli zombie, cosa rappresentano? E c’è davvero il rischio di diventare come loro? Dopo il grande successo della stagione passata, M’iscrivo ai terroristi si impone nuovamente con i suoi interrogativi nel suggestivo spazio del Barnum Seminteatro. A confermare il successo, ecco qui di seguito due commenti di esperti critici teatrali : “Uno spettacolo dal sapore surreale, con tinte noir, e al contempo intriso di comicità e attualità, il cui valore aggiunto sono di sicuro gli attori, i quali interpretano gli incalzanti dialoghi, ricchi di battute esilaranti, arricchendoli con una forte presenza scenica e repentini cambi di registro, in grado di mantenere viva l’attenzione del pubblico per tutta la durata della rappresentazione.” (Gufetto Magazine Rachele Fortuni). La realtà si racconta da sola, il genio sta nel mostrarla con artifizi drammaturgici che, intelligentemente, attingono a piene mani nel surreale. M’iscrivo ai terroristi va ad inserirsi di prepotenza nella più moderna drammaturgia contemporanea. Anzi, forse addirittura anticipatrice di un nuovo modo di fare teatro.” (Corriere dello Spettacolo Paolo Leone). Da parte mia confermo tutto, parola per parola, e ricordo i prossimi spettacoli del Barnum : nel mese di dicembre al momento sono previsti due spettacoli, ovvero L’importanza di non essere juventini, scritto ed interpretato da Fulvio Maura e Angelo Sateriale; e Saggiarti, un fuori cartellone, con gli Allievi della Scuola di Recitazione e Scrittura del Teatro. Nel nuovo anno 2016, il mese di febbraio si presenta molto intenso, con ben tre spettacoli in programma: Famosa, di e con Alessandra Mortelliti, per la produzione Ass. Cult. 15 Lune, con il patrocinio del Movimento Identità Transessuale, lavoro finalista al concorso letterario Per voce sola 2010; poi S’amavaNO, di e con Enrico Maria Falconi e Martina Mazza; e ancora Sketch anarchici, scritto e diretto dal bravo e infaticabile Gabriele Mazzucco, con Andrea Alesio, Paola Raciti e Teo Guarini. Nella parte conclusiva di questa prima stagione, al momento, sono previsti quattro spettacoli, nel periodo tra marzo e maggio : La storia di Giulietto, de Marisa, e della mano in chiesa, scritto e diretto dalla bravissima attrice e cantante Elisabetta Tulli, con la regia di Mauro Simone e l’accompagnamento di Cristiano Lui, alla fisarmonica; Rapida People Collection, di Gabriele Mazzucco, con gli attori della compagnia Artisciò; La storia di mezzo, di Gabriele Mazzucco, con Andrea Alesio, Federica Orrù, Teo Guarini, Paola Raciti e Chiara Fiorelli, e infine Di Robert Allen Zimmerman e di Bob Dylan, un bel programma di parole e musica con Augusto Acciari e Teo Guarini. A breve distanza dal Barnum sorge il Teatro Ambra alla Garbatella, dove ho assistito, in una platea affollata dalla prima all’ultima fila, ad una divertente replica dello spettacolo intitolato “Il marito di mio figlio”, scritto e diretto da Daniele Falleri, ed interpretato dai bravi e convincenti Eva Grimaldi, Andrea Roncato, Pietro De Silva, Pia Engleberth, Ludovico Fremont, Roberta Garzia e Andrea Standardi. Lo spettacolo propone una moderna commedia degli equivoci che affronta un tema quanto mai attuale: il matrimonio gay. La vicenda è quella di Giorgino e Michele (alias George & Michael) che, presi dai rimorsi di coscienza, decidono di invitare a casa i rispettivi genitori per comunicare la notizia del loro matrimonio. Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi. Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati, relazioni segrete e intrecci che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia. Una storia dai toni brillanti, a tratti comici, nella quale l’autore si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi sui gay, giocando argutamente con i vari cliché per poi demolirli, implacabilmente, uno dopo l’altro. “Il marito di mio figlio - dichiara l’autore - non vuole essere un manifesto gay. Di protagonista, se ce n’è uno, è l’amore. Per un compagno, per un figlio, per una madre, per un sogno, per un ideale, per se stessi, per la vita. Mi interessa indagare sull’istituzione famiglia: i personaggi sono raccontati per quello che sono, senza alcun giudizio e con un incondizionato affetto. Tutti hanno un lato più nobile e uno più meschino. Tutti sbagliano, inciampano, cadono e infine si rialzano. Ognuno è costretto a rimboccarsi le maniche e ad inventarsi il proprio cammino verso un nuovo equilibrio facendosi largo con gli strumenti che ha a disposizione. La chiave per raccontare il tutto è ovviamente l’ironia. Ingrediente indispensabile per prenderci affettuosamente in giro insieme ai personaggi raccontati.” “Il marito di mio figlio” è prodotto da Cristian di Nardo e distribuito da Pigrecodelta. I costumi sono di Adele Bargilli, le scene di Tommaso Chiti e le musiche di Marco Schiavoni. Bene, è tutto, e penso di aver ben descritto come la “Cultura” sia ormai un fatto acquisito nel quartiere della Garbatella, che domenica 29 sarà ancora in festa per la tradizionale e affollata manifestazione podistica intitolata Corri per la Garbatella. FV

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