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Roma, il progetto Fuksas versus Calselli anche a Ferrara, intervista a Luca Calselli

Recentemente, Luca Calselli, celebre astro-architetto neofuturista dell'area di Roma Capitale è stato ospite a Ferrara per il suo noto progetto Fuksas versus Calselli: nell'ambito dell'iniziativa "Storia di architettura illustrata di Gabriella...

Recentemente, Luca Calselli, celebre astro-architetto neofuturista dell'area di Roma Capitale è stato ospite a Ferrara per il suo noto progetto Fuksas versus Calselli: nell'ambito dell'iniziativa "Storia di architettura illustrata di Gabriella Seminara Diari di Viaggio Festival 2016 Ferrara – Palazzo della Racchetta – 6/8 maggio 2016. Un'altra sinergia dell'artista d'avanguardia con la città d'arte estense, proprio in questi mesi tra i protagonisti anche del volume collettaneo Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose a cura del futurista ferrarese R. Guerra e di P. Bruni (del Mibact) sulle nuove avanguardie italiane.

D- Fuksas versus Calselli, di che si tratta più nello specifico?

Ho conosciuto Gabriella al Seminario di Camerino dove si parlava di Trasformazione Urbana e io presentavo RI-Gymnasium, il mio progetto di rigenerazione urbana per Paliano, che ruota intorno alla palestra di Massimiliano Fuksas, oggi abbandonata al degrado. Era l'estate dell'anno scorso. Lei mi ha chiesto di raccontarle la storia del mio incontro con Fuksas e tutto quello che è accaduto dopo quel primo incontro. Dopo un po' di giorni ci siamo ritrovati a Paliano dove io e i miei collaboratori raccontavamo RI-GYMNASIUM alla città. Lei tirò fuori i suoi disegni. Aveva messo in scena quel racconto, con tutte le vicende e tutti i personaggi che in un modo o nell'altro, facevano parte di quella storia.

D- L'architetto, artista o macchina umana per celebrare la città, reale o utopica?

L'Architetto non celebri la città ma costruisca la città. Non c'è bisogno di musealizzazioni o di monumenti auto-celebrativi ma di bellezza, di ambienti da vivere, di stimolanti contenitori di funzioni, di energie, di esperienze. C'è bisogno di connessioni urbane che siano connessioni umane e insieme tecnologiche. C'è bisogno che le città sappiano trasformarsi e adeguarsi al cambiamento continuo, veloce, inarrestabile del mondo, del tempo, delle esigenze di chi le abita, senza perdere la loro identità, che è anche spiritualità. Roma non diventerà mai Berlino o Dallas, il Cielo non voglia, ma non si può pensare di proteggerla dalla globalizzazione, mummificandola e rinunciando ai segni della modernità. Piuttosto bisogna saper scegliere quei segni e individuare il metodo perché riescano ad essere segni autorevoli e identitari della città e lo siano entro tempi ragionevoli. C'è bisogno di un approccio culturalmente avanzato, poliedrico, visionario che, purtroppo, non appartiene alla classe dirigente di casa nostra, alle soprintendenze, così come sono strutturate, e che è distante anni luce da quanto prevedono le norme sulle competenze, per esempio, o il nuovo codice degli appalti, che non è molto diverso dal vecchio codice degli appalti.

info

/2016/05/paliano-fuksas-versus-calselli-raccontata-a-ferrara/

https://www.calselli.it/

https://www.autoridiaridiviaggio.it/images/legacy/2015/02/2015-Lettera-ai-Carnettisti-RACCHETTA.pdf

https://www.deleyvaeditore.com/prodotto/futurismo-renaissance-ebook/

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