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Roma, Il ritorno di Sabrina Ferilli al Teatro Sistina

Il mese teatrale di febbraio si apre a Roma con Il ritorno di Sabrina Ferilli al Teatro Sistina : Dopo ben quindici anni l’attrice torna nel tempio della commedia musicale italiana con Signori, le patè de la maison, l’ironica e sorprendente opera...

Il mese teatrale di febbraio si apre a Roma con Il ritorno di Sabrina Ferilli al Teatro Sistina : Dopo ben quindici anni l’attrice torna nel tempio della commedia musicale italiana con Signori, le patè de la maison, l’ironica e sorprendente opera francese diretta da Maurizio Micheli, al suo fianco anche sul palco. Dopo il grande successo in tutta Italia, lo spettacolo è in scena al Sistina fino a domenica 14 febbraio. “Ritornare sul palco con Signori, le Patè della Maison, un testo che in Francia ha riscosso grande successo è il meglio che potessi desiderare”,dichiara Sabrina Ferilli. “Insieme ai miei compagni di viaggio, Maurizio Micheli e Pino Quartullo, trascineremo il pubblico in questa commedia brillante, piena di ironia e colpi di scena. Dopo le ultime esperienze sul grande schermo, sono entusiasta di recuperare il rapporto diretto con gli spettatori”. Non c’è niente di meglio di una cena tra le mura domestiche, a base di simpatia e cordialità. Non c’è niente di più rassicurante di una padrona di casa in cucina sin dalle prime ore dell’alba per allietare gli ospiti con complicati manicaretti. Non c’è niente di più tenero di una coppia di innamorati che approfitta di questa cena per annunciare l’arrivo del primo bebè. Tutto si complica trasformando la serata in vero pasticcio, fatto di colpi di scena, incomprensioni, disaccordi, stravaganze, bizzarrie, il tutto condito con un‘ampia dose di ironia, sagacia e situazioni comiche: Signori, le patè de la maison.

Teatro Quirino, Don Giovanni , by Preziosi : In una società, che oramai, sembra implorare la finzione per raggiungere la felicità convivendo nella costante messa in scena di sentimenti, emozioni, anche famigliari, il Don Giovanni di Molière smaschera questo paradigma di ipocriti comportamenti, di attitudini sociali figlie di una borghesia stantia e decadente. Divenendo il maestro inimitabile della mimesi. Accumula, dunque, Don Giovanni su di sé, come una cavia, l'ipocrisia del mondo, e diviene consapevolmente la vittima sacrificale e contemporanea della società in cui vive. In sostanza, il personaggio letterario, che attraverso questo sacrificio continua ad essere mito dell'individualismo moderno finisce per immolarsi, rifiutando la misericordia divina, per il pubblico di oggi, e per questo rimanendo mito del ventunesimo secolo; non rimane che sperare che questa spettacolarizzazione dei vizi dell'anima crei nel pubblico, indispensabile per il nostro Don Giovanni, un contraccolpo di reale riflessione sul senso e il mistero della vita: la salvezza dello spirito è radicalmente legata alla nostra autenticità. Quale migliore augurio per il teatro di oggi. Il Don Giovanni di Molière è un testo eccezionale che suona ancora oggi come attuale senza aver accumulato nel tempo un grammo di polvere, ma è anche un’opera misteriosa e sublime, dal genere “unico” sotto molti punti di vista, soprattutto dal punto di vista stilistico: una commedia irresistibilmente atipica rispetto alla vasta produzione del commediografo francese, una tragedia quasi Shakespeariana con una trama apparentemente poco lineare, e personaggi e caratteri in apparenza incredibilmente distanti fra loro. In questo nuovo adattamento ci si è proposti, in linea con l’allestimento, di realizzare un copione dal carattere spiccatamente postmoderno e cinematografico, che conferma il piacere agli affezionati della prosa, ma capace di introdurre degli elementi che attivano il pensiero, come ad esempio l’episodio introduttivo del duello con il Commendatore, matrice di tutta la vicenda narrata. La lingua è usata al servizio dello spettacolo con il preciso intento di sposare lo scorrere dell’intrattenimento con un discreto mimetismo dei contenuti, assecondando organicamente una struttura bizzarra in cui commedia e tragedia si succedono quasi senza preavvisi. Questa libertà creativa apparentemente caotica, forse dovuta ad una estrema sintesi compositiva da parte dell’autore, è compensata da una rimarcata struttura e da una rigorosa impaginazione, un succedersi di quadri resi con vere e proprie ellissi cinematografiche.

Teatro Eliseo, Scandalo di Schnitzler : Immaginiamo che, oggi, il figlio adorato di una famiglia dell’alta borghesia si innamori di una ragazza proveniente da ben altra estrazione e che da questa relazione segreta nasca una creatura. Immaginiamo poi che d’improvviso il giovane abbia un grave incidente e prima di morire sveli questa storia d’amore ai genitori chiedendo loro, come ultimo desiderio, di accogliere in casa la ragazza e il bambino. Stupore e sconcerto, ma poi la famiglia acconsente. All’inizio la ragazza è accolta con calore ma presto il distacco si manifesta: gli amici si allontanano, l’ambiente pian piano si riempie di imbarazzo. Quando anche il bambino muore la ragazza è un’estranea in casa. Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento, l’attacco di Schnitzler è dritto alla società ma non forzato. Una commedia amara, inedita e mai rappresentata prima in Italia, a cui Franco Però dà respiro e intensità attraverso un’ampia compagnia di interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca. Teatro Eliseo, Scandalo, di Arthur Schnitzler, con la traduzione di Ippolito Pizzetti, con la regia di Franco Però, e con la interpretazione di Stefania Rocca, Franco Castellano e Astrid Meloni, e con la ottima compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Piccolo Eliseo, Some Girls : Dagli Stati Uniti, Some Girl(S) riflette i cambiamenti nelle relazioni amorose del mondo occidentale. Commedia brillante e di successo scritta nel 2005 dal drammaturgo statunitense Neil LaBute che nel 2013 diventa un lungometraggio cinematografico. Guy, scrittore quarantenne alla vigilia delle nozze, sente la necessità di fare ordine nel proprio passato, di spiegarsi con tutte le ragazze con cui ha avuto delle storie d’amore e che ha puntualmente lasciato e deluso. Decide così di mettersi in cerca delle sue ex fidanzate per provare a sistemare “il casino che ha combinato nella sua vita sentimentale lungo la strada verso la maturità”. Some Girl(s), un tragicomico profilo sentimentale di un uomo bambino, scritto da Neil Labute, con Gabriele Russo, Laura Graziosi, Bianca Nappi, Roberta Spagnuolo, e Martina Galletta, con la regia di Marcello Cotugno, per la Fondazione Teatro di Napoli.

Sala Uno. Otello by Paolo Zuccari : Al Sala Uno Teatro, in piazza di Porta San Giovanni, in scena l’“Otello” di William Shakespeare, adattamento di Paolo Zuccari e Hossein Taheri. In scena, insieme a Zuccari e Taheri, Elodie Treccani, Xhilda Lapardhaja, Caterina Bertone e Beniamino Zannoni. La regia è a cura di Paolo Zuccari, con aiuto regia di Marco Canuto. Un generale, lo straniero Otello, sposa di nascosto una ragazza appartenente a una famiglia molto potente di Venezia, Desdemona. Tutti sono contro lo straniero, ma in questo momento hanno bisogno della sua capacità unica di generale coraggioso per sconfiggere i Turchi a Cipro, e quindi, per opportunismo, lo accettano di buon grado. Appena arrivati a Cipro, però, i Turchi vengono annientati provvidenzialmente da una tempesta terribile. E, senza che nessuno se ne renda conto, scoppia subito un’altra guerra: quella psicologica per l’annientamento dell’uomo Otello da parte del suo fedelissimo Iago. “Vostra moglie vi tradisce” gli dice Iago. Da qui la distorsione della realtà è la cornice che inquadra le azioni e i pensieri irrefrenabili del generale. La distorsione s’intensifica sempre di più fino a contaminare persino le storie e i personaggi che circondano Otello. La guerra corre negli animi, nelle stanze, nella testa, in un dramma da camera dove ognuno è occupato a capire cosa c’è nella mente di un altro essere umano. Ma mai obiettivo poteva essere più fallimentare. La velocità governa i destini delle persone. E la morte, come spesso accade, si presenta irriconoscibile e imprevista. E anche chi aveva previsto quella degli altri aveva ignorato completamente la propria.

Franco Vivona

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