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Rifiuti: il Tar boccia i due decreti di Clini. L'immondizia di Roma non può essere trattata fuori della capitale

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL'UGI - Da un anno a questa parte non ci siamo contenuti e tanto meno limitati nel valutare il pessimo operato dell’ex ministro dell’ambiente Corrado Clini. Ad oggi evidenziamo un' ulteriore certezza dell’incapacità di...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL'UGI - Da un anno a questa parte non ci siamo contenuti e tanto meno limitati nel valutare il pessimo operato dell’ex ministro dell’ambiente Corrado Clini. Ad oggi evidenziamo un' ulteriore certezza dell’incapacità di un ministro che nella scorsa legislatura ha creato danni i quali faranno sentire il proprio peso per decenni.

Il Tar boccia in blocco il decreto Clini che ha permesso al commissario Sottile (secondo il Tar “ incapace” di svolgere tale funzione) di individuare 4 siti extra-comunali di smaltimento del tal quale di Roma, per poter arginare l’incombente emergenza rifiuti che sta attraversando la capitale.

“I rifiuti di Roma non potevano e non possono andare a trattamento nei tmb (trattameno meccanico-biologico) fuori della Capitale, in particolare quelli di Colfelice, Viterbo e Albano”.

I giudici sottolineano anche l’esistenza di “carenze e contraddittorietà” nel decreto del ministro e del Commissario per l’emergenza rifiuti .

Quindi adesso è tutto da rincominciare, gli organi competenti dovranno prendere in esame l'intera questione e trovare soluzioni speriamo più logiche e lungimiranti che puntare sulla delocalizzazione del rifiuto fuori Roma, passando la patata bollente a tutti quei territori della provincia che stanno cercando di fare passi da gigante per arrivare a soluzioni ecologicamente sostenibili.
L’unico modo per poter gestire un’emergenza di questo calibro è puntare sulla raccolta differenziata porta a porta, sulla responsabilizzazione del cittadino, su una stretta collaborazione tra enti pubblici e imprese private per ridurre il rifiuto a monte (es: riduzione degli imballaggi) e sull'incentivo alle buone pratiche come il compostaggio domestico attraverso decurtazione della tares.

Se si continuerà a pensare che l’incenerimento, lo smaltimento in discarica, la costruzione di centrali biogas siano delle valide alternative allo smaltimento del rifiuto, non si farà altro che posticipare il problema.

Ci auguriamo fortemente che il Consiglio di Stato confermi questa sentenza e costringa gli enti preposti a lavorare veramente nella direzione più giusta per il benessere della popolazione della Capitale e della Provincia.

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