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Nidi privati, la Regione prepara un nuovo stanziamento: saliranno a 11 milioni gli aiuti

L’assessora alle politiche sociali della Regione Lazio annuncia un finanziamento di 8 milioni per i nidi privati autorizzati. Si aggiungono al bando da tre milioni la cui scadenza è fissata per l’11 maggio

Il destino dei nidi privati non è segnato. La chiusura, imposta all’inizio di marzo per contenere le possibilità di contagio da nuovo Coronavirus, sta mettendo a dura prova le strutture dedicate ai bambini fino a tre anni d’età. Il rischio palesato da molte realtà, in assenza d’interventi, è di non riuscire più a garantire il servizio finora offerto.

I fondi promessi ai nidi non accreditati

La Regione Lazio ha deciso di gettare un salvagente anche a quelle strutture che, per ora, non avevano ricevuto alcun tipo di supporto. E’ “In fase di elaborazione un ulteriore avviso che stanzia 8 milioni di euro per i nidi privati autorizzati ma non accreditati” ha fatto sapere l’assessora regionale alle politiche sociali Alessandra Troncarelli.

Il bando in scadenza

Il bando rappresenta una reale boccata d’ossigeno perché, a non essersi accreditati alla Regione, sono stati la maggior parte dei nidi privati. Quelli che invece hanno svolto la procedura richiesta dall'ente locale sono 227. A loro vengono destinati 3 milioni di euro con un bando che è già stato pubblicato ed a cui è possibile fare domanda entro l’11 maggio. Questi fondi servono a garantire 100 euro per ogni posto nido da marzo e fino al mese di luglio.

Gli altri aiuti economici

Non ci sono soltanto aiuti per il settore privato, accreditato o autorizzato che sia. Riceveranno delle risorse anche gli asili pubblici e quelli in convenzione, che a Roma garantiscono complessivamente 19 mila posti su un totale di 26.500. La Regione ha infatti assicurato loro 11 milioni con la legge regionale 59/1980 mentre altri 6 sono stati messi a disposizione dal Ministero per l’abbattimento delle rette. Da questi ultimi, la metà sono già stati finalizzati al sostegno dei costi di gestione ed alla rimodulazione dei servizi sospesi, come previsto dall’articolo 48 del decreto Cura Italia. 

Interventi necessari per la fase 2

“Gli interventi che stiamo mettendo in campo –  ha spiega l’assessore Troncarelli – hanno un duplice fine: innanzitutto, garantire a settembre la prosecuzione di una prestazione fondamentale per le famiglie. Vogliamo far sì che i genitori possano tornare a usufruire del servizio socio-educativo in favore dei bambini nella fascia d’età 0-3 anni, uno dei pilastri per poter ripartire nella fase 2. Inoltre, l’azione permette di tamponare l’emergenza, consentendo alle strutture che si reggono esclusivamente sulle rette, ora non incassate per la sospensione del servizio, di sopravvivere e di poter riaprire per il prossimo anno educativo”. I benefici di queste misure ricadranno su tutte le famiglie. Perchè serviranno a garantire la prosecuzione di un servizio importante, irrinunciabile per le coppie che lavorano. A costi che, con il supporto degli enti locali, non andranno a gravare sui bilanci familiari.

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