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Coronavirus in Consiglio regionale, Zingaretti: "Due miliardi di opere pubbliche per far ripartire il Lazio"

Dopo l'annuncio del piano rilancia-economia, scontati attacchi degli oppositori, specie sulle 'Mascherine fantasma'. Non considerato minimamente Ciacciarelli (Lega), originario della provincia di Frosinone: "18 lettere agli assessori, zero risposte"

Sette ore e mezza di Consiglio regionale sull’emergenza Coronavirus, quello convocato e diretto dal Presidente ciociaro Mauro Buschini nella giornata del 14 maggio, quando il Governatore Nicola Zingaretti ha garantito un piano da due miliardi di opere pubbliche (strade, scuole e innovazione) per far ripartire l’economia del Lazio. Tra il suo annuncio e la replica finale, anticipata dal focus dell’Assessore regionale Alessio D’Amato in materia sanitaria, ben 28 interventi: ovvi plausi della maggioranza e attacchi degli oppositori, in particolare sul caso delle “Mascherine fantasma”.

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Proprio come un “fantasma” si è sentito trattato il recordman delle interrogazioni Pasquale Ciacciarelli, consigliere della Lega originario della provincia di Frosinone: “Ho scritto 18 lettere agli assessori ricevendo zero risposte - ha fatto presente - Erano spunti su come poter agire in modo efficace sul territorio, visto che noi siamo stati eletti dai cittadini. Ci sono risparmi possibili da fare per reperire fondi da utilizzare in favore di quelle categorie che oggi sono più in difficoltà”. Eppure il Governatore Zingaretti, dopo aver chiesto un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della pandemia, ha parlato di “contributo prezioso delle opposizioni”. Evidentemente quello dello stesso Ciacciarelli non è ritenuto tale.  

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Economia: la ripartenza del Lazio

Al netto di 750 milioni di euro già stanziati dalla Regione Lazio per aziende e famiglie, nel quadro dei progetti per la ripresa coordinati ora dal Vicepresidente della Giunta Daniele Leodori, Zingaretti ha evidenziato che “siamo la Regione che ha lavorato più rapidamente le pratiche per la cassa integrazione. Eppure - ha criticato poi l’Inps - su 70 mila domande, solo 15 mila sono arrivate a conclusione: sono solo 28 mila, ad oggi, i lavoratori che hanno ricevuto i soldi. Qualcosa non ha funzionato nelle procedure troppo farraginose. Speriamo che le nuove norme siano più funzionali”.

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“Da lunedì cambierà molto. Aspettiamo il nuovo decreto nazionale, ma visto il nostro tasso di contagio noi potremo essere in grado di far ripartire gran parte delle attività ancora chiuse, dal consumo sul posto in bar e ristoranti, a parrucchieri e centri estetici, ai negozi al dettaglio, ai centri commerciali, ai centri sportivi all'aperto. Abbiamo stabilito, con le categorie, un protocollo per ogni settore. Per quanto riguarda la stagione balneare, dobbiamo aspettare: ma dico subito che dovremo pensare anche alle spiagge libere, aiutando i Comuni nella gestione”.

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“Dobbiamo costruire tutti insieme un modello di sviluppo per far ripartire l’economia della Regione. Presenteremo  un piano di opere pubbliche da mettere subito in campo, per un valore di due miliardi, dovremo anche puntare sul sisma bonus e sull’ecobonus, che permetterà un rimborso ai privati fino al 110 per cento della spesa. Un’occasione unica per mettere in sicurezza e rendere più efficienti dal punto di vista energetico gli appartamenti”.

Il caso delle “Mascherine fantasma”

“Massima trasparenza - ha assicurato il Governatore del Lazio - Il Consiglio scelga gli strumenti che riterrà più opportuni per seguire questa vicenda”. A seguire la descrizione di una “situazione drammatica per quanto riguarda l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione che abbiamo vissuto nel mese di marzo. Sui comportamenti delle persone coinvolte nella mancata consegna delle mascherine sta indagando la magistratura alla quale abbiamo assicurato la massima collaborazione. Con la Ecotech è stato stabilito un piano di rientro puntuale dell’anticipo che abbiamo versato: la prima rata è stata onorata, vigileremo perché l’impegno sia rispettato”.

“Abbiamo anche avviato l’escussione delle polizze, il termine scade il 15 maggio. Abbiamo, infine, avviato un audit per rivedere le procedure: nel prossimo futuro avremo bisogno di strumenti più adeguati per affrontare l’emergenza. Tante persone per bene hanno lavorato senza sosta in questi mesi. Bisogna fare chiarezza, certo. Ma bisogna fare chiarezza anche sulle campagne diffamatorie che hanno seminato inaccettabili veleni, non parlo ovviamente dei consiglieri regionali. La Regione è parte lesa in questa vicenda, lavoreremo per recuperare tutte le somme impegnate”.

Sanità: la relazione di Zingaretti

“La nostra - ha ricordato inizialmente il Presidente Zingaretti - è una Regione a forte vocazione internazionale, ancora a marzo ci sono stati 10 mila voli, con circa 700mila passeggeri. A Roma gravitano ogni giorno più di 4 milioni di persone. Eppure su 6 milioni di cittadini abbiamo a oggi 7.250 contagiati, una percentuale molto al di sotto della media nazionale. Intanto un ringraziamento particolare va all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Siamo riusciti a contenere il contagio grazie a tre fattori: in primo luogo la valorizzazione delle qualità medico scientifiche che abbiamo nel nostro territorio. Penso, innanzitutto, allo Spallanzani e al Servizio di prevenzione delle malattie infettive (Seresmi), ma anche alla rete fondamentale dei medici di base; il secondo fattore è stata la tempestività: fin dal 21 gennaio abbiamo presentato le linee guida predisposte dall’assessorato alla Sanità; infine la collaborazione: la task force sulla Covid-19 si riunisce ogni giorno per fare il punto sulla situazione”.

La Fase 2 a livello regionale

“Non abbiamo sconfitto il virus - così Zingaretti facendo eco alle parole di D’Amato - Dobbiamo vivere questa fase, quella della riapertura graduale, con il massimo rigore possibile, tenendo l’epidemia sotto controllo. La priorità adesso è intercettare rapidamente i casi e isolarli. Grazie ai fondi stanziati ieri dal Governo potremo mantenere e potenziare la rete Covid che abbiamo costruito, a partire dai 434 posti letto di terapia intensiva. Siamo stati rapidi, in questi mesi, a istituire le zone rosse a livello comunale. Ove ce ne fosse la necessità dovremo continuare a farlo”.

“Puntare sul territorio - è andato avanti - Appena superata la fase più critica, abbiamo subito attivato le Unità di continuità assistenziale (Uscar), nei prossimi giorni attiveremo anche l’assistenza proattiva inferimieristica (Api). Abbiamo avviato la più grande indagine sierologica in Italia, 300mila persone, tutto il personale sanitario, le forze dell’ordine, le Rsa. Infine puntare sempre più sulla telemedicina. Dobbiamo ripensare il sistema dell’assistenza agli anziani. L’epidemia ha messo in evidenza quante cose non funzionano: abbiamo aperto le prime due Rsa pubbliche, a Genzano e ad Albano, continueremo a lavorare in questo senso, anche rivedendo il sistema delle case di riposo. Troppe cose non hanno funzionato”.

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