rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Forno crematorio mancante a Frosinone, il monito della dottoressa Petricca: "Inquina similmente agli inceneritori per rifiuti"

Dalla Regione, intanto, è arrivata la quasi ufficialità della sospensione dei procedimenti autorizzatori in corso e alla realizzazione di nuovi impianti

La dell’inceneritore ‘mancante’ al cimitero tiene ancora banco a Frosinone.La problematica è stata più volte sollevata negli ultimi consigli comunali, con diversi opinioni al riguardo. La consigliera Teresa Petricca, medico per l’ambiente oltre che membro della commissione Ambiente, ha voluto far mettere a verbale delle dichiarazioni che risultano come un avvertimento per tutto il Consiglio Comunale circa la pericolosità di tale impianto per una città già falcidiata da numerosi problemi legati all'inquinamento.

“Il consiglio di stato in data 03/01/2022, con sentenza n.14, stabilisce che: ‘i forni crematori sono industrie insalubri di 1° classe’ similmente agli inceneritori di rifiuti - spiega la dottoressa Petricca -  Non esistono, né sono descritti nella letteratura scientifica internazionale, forni crematori, o meglio, inceneritori esenti da emissioni, seppur in adozione di tutte le migliori possibili bat (tecniche operative finalizzate alla riduzione dei livelli emissivi degli impatti considerate maggiormente efficienti, sostenibili ed avanzate). Incontrovertibile pertanto fino ad oggi la capacità emissiva dei forni crematori. Per emissioni mi riferisco a sostanze tossiche quali: particolato fine ed ultrafine (pm10 e pm2,5); monossido di carbonio (co); ossidi di azoto e zolfo (nox, so2); composti organici volatili (cov); composti inorganici del cloro e del fluoro (hcl, hf); metalli pesanti; mercurio; zinco; diossine e furani (pcdd/pcdf) e idrocarburi policilici aromatici (ipa).

Contestualizzando la sede di insediamento di un inceneritore nel cimitero della città di Frosinone, considerate le note e certificate condizioni della qualità dell’aria presente (peggior città capoluogo d’Italia per superamenti ammessi per le pm10 nell’anno 2023) l’ipotesi di un forno crematorio, può iniziare in lontananza ad essere considerata, solo nel caso si riesca a reperire, a livello mondiale, un inceneritore ad emissioni zero. Cosa in attuale, ripeto, ancora non descritta. Qualora questa amministrazione rinvenisse un inceneritore a zero emissioni, andrebbero considerate altre evenienze fondamentali per l’ipotetica realizzazione”.

“Necessaria l’assenza completa di abitazioni, entro i duecento metri dall’impianto crematorio. La norma del rispetto della distanza dell’inceneritore dalle abitazioni è chiara, perentoria ed inequivocabile, non certo per salvaguardia dei manufatti in cemento, dei laterizi e quant’altri materiali tipici delle costruzioni, ma per la salute di coloro che, inevitabilmente e incontestabilmente, abitano tali case siano esse ufficializzate o non regolarizzate. Se mai questa amministrazione dovesse realizzare una fascia di salvaguardia di 200 metri dall’inceneritore, abolendo le abitazioni per la realizzazione del forno crematorio, anche in presenza della fascia di rispetto, andrà considerato l’incremento del traffico veicolare, con il relativo aumento delle emissioni in atmosfera da parte dei carri funebri necessari per l’andirivieni delle salme da territori esterni alla città”.

L'intervento della Regione

Dalla Regione, intanto, è arrivata la quasi ufficialità della sospensione dei procedimenti autorizzatori in corso e alla realizzazione di nuovi impianti. L’assessore all’Ambiente e alla Transizione energetica, Elena Palazzo, in accordo con l’assessore al Bilancio e all’Agricoltura, Giancarlo Righini, ha presentato un emendamento collegato alla legge di variazione di bilancio che sarà discusso domani in Consiglio Regionale, che sancisce la sospensione dei procedimenti autorizzatori in corso e la realizzazione di nuovi impianti crematori su tutto il territorio regionale.

La Regione, infatti, approverà un programma in materia di impianti crematori sul territorio per una loro più equa distribuzione. Per questo contemporaneamente ha sospeso gli iter autorizzatori in corso in modo che potranno successivamente adeguarsi ai principi che il programma regionale stesso stabilirà.

«È stato necessario intervenire anche alla luce delle preoccupazioni espresse da tanti cittadini del Lazio per fare in modo che la presenza dei forni crematori sia regolamentata e non rischi di intaccare la salute pubblica. Siamo intervenuti per dare ora il via a una stagione che sia propedeutica a una discussione serena fra tutte le parti coinvolte, che porti al raggiungimento di una normativa seria e chiara», lo hanno dichiarato gli assessori regionali Elena Palazzo e Giancarlo Righini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Forno crematorio mancante a Frosinone, il monito della dottoressa Petricca: "Inquina similmente agli inceneritori per rifiuti"

FrosinoneToday è in caricamento